Notizie Indici e quotazioni Preview Fed, anticipazione verdetto da dollaro e Treasuries. Mercato scommette con 40% su tale scenario

Preview Fed, anticipazione verdetto da dollaro e Treasuries. Mercato scommette con 40% su tale scenario

18 Marzo 2019 12:34

Mercati globali in attesa del verdetto Fed. Il Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale americana, si riunirà nella giornata di domani, martedì 19 marzo, per annunciare dopodomani mercoledì 20 marzo la propria decisione sui tassi sui fed funds.

I diversi asset finanziari direttamente condizionati dal verdetto parlano chiaro: Jerome Powell & Company lasceranno il costo del denaro Usa inchiodato nel range compreso tra il 2,25% e il 2,5%. La decisione viene anticipata dal dollaro, se si considera che il Dollar Index ha iniziato la settimana in ribasso dopo aver sofferto, la scorsa settimana, una flessione pari a -0,81%, la più forte dallo scorso agosto. Il valore è nei pressi di 96,440, appena al di sopra del minimo in due settimane. 

D’altronde, alcuni dati macro Usa più deboli delle attese hanno fatto da assist alla convinzione che la Fed si confermerà dovish, dunque colomba, nel suo approccio di politica monetaria: basta guardare anche ai rendimenti dei Treasuries, che sono scivolati nelle ultime sessioni ai minimi in dieci settimane.

Per la precisione, i tassi sui Treasuries decennali sono scesi fino al 2,580%, al minimo dallo scorso 4 gennaio, mentre i futures sui fed funds scommettono ora addirittura su un taglio dei tassi, quest’anno, con una probabilità del 40%, rispetto alla probabilità pari a quasi zero che si registrava appena all’inizio del mese.

Così, intervistato da Reuters, ha commentato la situazione Chotarto Morita, responsabile strategist presso SMBC Nikko Securities.

“I tassi a 10 anni hanno chiuso al di sotto della soglia del 2,6% per la seconda volta, quest’anno”.  “Se si rimarrà al di sotto di quella soglia in modo sostenibile – ha continuato Morita – la flessione (così importante) sarà la prima dal gennaio del 2018, quando poi i tassi iniziarono a salire scommettendo sull’accelerazione della crescita e dell’inflazione, a seguito dei tagli alle tasse (decisi dal presidente americano Donald Trump). Il motivo del calo dei rendimenti si ravvisa nell’indebolimento del sentiment sull’economia Usa”.

Detto questo, l’incognita è su quanto colomba la Federal Reserve dimostrerà di essere:

“Il focus è su quanto dovish la Fed sarà – fa notare Ayako Sera, economista per i mercati presso Sumitomo Mitsui Trust Bank – Ho l’impressione che i mercati stiano scommettendo un po’ troppo su un taglio dei tassi. Esiste il rischio che tali aspettative verranno disattese nel momento in cui i dot plot dimostreranno che i banchieri della Fed prevedono ancora una stretta monetaria nel corso di quest’anno“.

Seth Carpenter, responsabile degli economisti di UBS, ritiene comunque che la carrellata deludente di dati macro renderà i comunicati della Federal Reserve maggiormente improntati alla cautela.

“Il costante flusso di dati macro deboli avrà aumentato il pessimismo di parte della Commissione – si legge nella nota – Crediamo che il tema del meeting di marzo si confermerà ancora, ‘pazienza’. Sebbene il Fomc continui a parlare di un’economia Usa relativamente robusta, diversi membri intravedono un aumento dei rischi al ribasso sull’outlook”.

Occhio al rapporto euro-dollaro, scambiato attorno a $1,1351, in lieve ripresa nella sessione odierna dopo il rialzo dello 0,86% riportato la scorsa settimana che, su base settimanale, è stato il più forte dalla fine di settembre.

Dollaro-yen attorno a JPY 111,50, in calo rispetto al record in nove giorni a JPY 111,90. Il dollaro sale invece nei confronti della sterlina, oscillando attorno a $1,3270, dopo i massimi in nove mesi testati la settimana scorsa a $1,3380, quando gli investitori hanno guardato con favore alla decisione di Westminster di bocciare l’opzione di una no-deal Brexit.

Tra gli ultimi dati macro che hanno deluso le attese del consensus, attenzione all’indice manifatturiero Usa, che è sceso dello 0,4% a febbraio, rallentando per il secondo mese consecutivo.

Michael Hewson, responsabile analista dei mercati per CMC Markets UK, fa il punto della situazione dei mercati, in vista dei cruciali appuntamenti previsti per questa settimana:

“Sarà una grande settimana per le banche centrali dato che la Federal Reserve, la Banca d’Inghilterra e la Banca Nazionale Svizzera celebreranno i rispettivi meeting. Uno dei motivi principali per cui i mercati azionari hanno rimbalzato così come hanno fatto dall’inizio dell’anno è in gran parte dovuto a un cambio di rotta da parte della Federal Reserve all’inizio di gennaio quando, dopo le pesanti cadute dei mercati azionari durante il quarto trimestre, ha deciso di prendere tempo sulla prospettiva di un ulteriore rialzo nel 2019, in quanto gli investitori hanno iniziato ad innervosirsi alla prospettiva di un possibile errore politico”.

Hewson fa il punto della situazione sui diversi e principali rapporti di cambio:

EURUSD – sembra aver trovato supporto nell’area 1.1180, che è il ritracciamento del 61.8% dell’intero impulso compreso tra il minimo di 1.0340 e il massimo di 1.2545. Ora potremmo spingerci più in alto con una possibile mossa in area 1.1400, una possibilità reale con una rottura sopra 1.1350.

GBPUSD – la scorsa settimana ha raggiunto il massimo dei 9 mesi e potrebbe andare verso l’area di 1,3500 nei prossimi giorni. Rimaniamo ancora vulnerabili a spinte al ribasso con il supporto vicino all’area di 1.3000 e alla media mobile a 200 giorni.

EURGBP – ha effettuato un nuovo minimo marginale di 22 mesi la settimana scorsa, ma sembra aver trovato un supporto in area 0,8475/ 80. Una rottura al di sotto di 0.8470, ha il potenziale per mettere nel mirino la media mobile a 200 settimane a 0.8390. I rimbalzi devono superare l’area di 0.8570 per raggiungere l’obiettivo di 0.8620.

USDJPY – sembra oscillare tra i massimi recenti a 112,20 e il supporto a 110,80, con una rottura da uno dei lati che aprirebbe nuovi scenari. Una rottura sotto 110,80 comporterebbe il rischio di un ritorno verso il livello di 110.20.