Pirelli vola in Borsa in scia al nuovo piano al 2022 che include impatto coronavirus
Pirelli best performer del Ftse Mib dopo l’annuncio del nuovo piano industriale e dei risultati preliminari dell’esercizio 2019. Il titolo segna un rialzo del 3,5% a 4,8 euro, dopo aver toccato un massimo intraday a 4,92 euro. Dalle 11.30 di questa mattina il ceo, Marco Tronchetti Provera, e il top management sono impegnati ad illustrare il Piano Industriale 2020-2022 Vision 2025 e i risultati preliminari 2019 alla comunità finanziaria.
Il nuovo piano conferma la centralità dell’High Value, con un consolidamento della leadership anche attraverso un ulteriore rafforzamento delle barriere competitive, l’utilizzo delle tecnologie digitali anche in ottica predittiva rispetto alla tipologia e alla localizzazione della domanda, lo sviluppo di prodotti e processi sempre più sostenibili. Il piano verrà illustrato oggi alla comunità finanziaria.
Nel segmento High Value (pneumatici Car ≥ 18 pollici) Pirelli prevede di sovraperformare il mercato di circa 3 punti percentuali, con un tasso di crescita medio annuo dei volumi pari a circa il 9% (circa 6% la crescita stimata del mercato). Nello Standard (pneumatici car ≤17 pollici) Pirelli proseguirà la riduzione, ma cogliendo le opportunità legate ai 17 pollici e potendo contare su fonti produttive low cost (Russia e Latam). L’ulteriore riduzione dell’esposizione nel segmento è prevista con un calo medio annuo in termini di volumi del 4,2% nel 2019-2022 (-0,3% il calo medio annuo previsto per il mercato). Nello standard tali azioni, unite a una produzione focalizzata nelle region a minore costo produttivo, consentiranno di incrementare il price/mix e la redditività, stimata a fine piano Double Digit.
Il piano sarà realizzato attraverso tre principali programmi: competitività costi, sviluppo commerciale e innovazione tecnologica. Al tutto si aggiunge una maggiore generazione di cassa rispetto al precedente piano anche grazie a investimenti più contenuti a fronte di capacità e tecnologie già adeguate nelle fabbriche.
Tutti i target del nuovo piano
I ricavi sono previsti in crescita a circa 5,4 miliardi nel 2020 e circa 5,8 miliardi nel 2022, con un tasso medio di crescita annuo pari a circa il 3%. I ricavi High Value saranno pari a circa il 73% dei ricavi complessivi a fine piano rispetto al 69% previsto nel 2020 (circa 67% nel 2019).
L’Ebit adjusted nel 2020 è previsto pressoché stabile rispetto al 2019: l’effetto delle leve interne (price/mix, volumi ed efficienze) andrà a compensare l’impatto dello scenario esterno (inflazione dei costi produttivi, materie prime e pressioni sui prezzi). Il margine Ebit adjusted è stimato in crescita al 18-19% nel 2022 rispetto al 17,2% del 2019.
La politica dei dividendi prevede un pay out confermato pari al 40% dell’utile netto consolidato.
Il già elevato livello tecnologico e l’adeguata capacità degli impianti produttivi sono alla base di un piano di investimenti più contenuto rispetto al triennio precedente (pari a 900 milioni tra 2020 e 2022 dopo gli 1,3 miliardi del 2017-2019), contribuendo così a sostenere un’elevata generazione di cassa insieme al previsto miglioramento del risultato operativo, costi finanziari e fiscali più contenuti e un’efficace gestione del capitale circolante. Nell’arco di piano è previsto un flusso di cassa netto ante dividendi complessivo pari a circa 1,5 miliardi di euro, di cui circa 400 milioni nel 2020, circa 500 milioni nel 2021 e circa 600 milioni nel 2022. A fine piano la posizione finanziaria netta del gruppo, incluso l’impatto dei principi contabili IFRS 16, è attesa in calo dai 3,5 miliardi del 2019 ai circa 3,3 miliardi del 2020 fino ai circa 2,5 miliardi del 2022.
Impatto coronavirus e visione al 2025
Pirelli segue gli sviluppi della diffusione del Coronavirus con un costante contatto con le organizzazioni nazionali e internazionali. La società ha da subito adottato misure di controllo e prevenzione nei confronti di tutti i dipendenti nel mondo, con attenzione particolare in Cina, dove tutti i lavoratori espatriati sono tornati ai paesi di origine con le proprie famiglie. L’operatività è sospesa in 2 delle 3 fabbriche che il gruppo conta in Cina, dove al momento opera a ritmo ridotto unicamente la fabbrica Car/Moto di Yanzhou. La Cina contribuisce per circa il 12% alle vendite totali di Pirelli. L’impatto al momento previsto a livello di Ebit adjusted nel primo trimestre 2020 è pari a circa 30 milioni di euro che si prevede sarà riassorbito nel corso dell’anno. Qualora la crisi dovesse protrarsi, Pirelli aggiornerà le proprie stime in occasione della presentazione dei dati del primo trimestre 2020, nel mese di maggio.
In un arco di orizzonte al 2025, Pirelli vede la conferma di alcune delle dinamiche già in corso, tra cui la crescita delle ‘miglia guidate’ e dei consumatori ‘high end’ a un ritmo in linea con quanto già osservato dal 2015. Viceversa, è previsto un cambiamento dell’attitudine del consumatore verso la proprietà dell’auto, con un aumento delle flotte in sharing e dei veicoli dei servizi di auto, con una tendenza che al 2025 interesserà anche la fascia alta del mercato. Anche le auto elettriche vedranno una crescita della loro incidenza e rappresenteranno circa un terzo della produzione auto Premium/Prestige, con una crescita del parco auto elettrico complessivo. Si prevede, inoltre, che tutti i veicoli del segmento Premium/Prestige prodotti nel 2025 saranno connessi (oggi circa il 70%).
Risultati preliminari 2019 in linea con le attese
I ricavi si sono attestati a 5,3 miliardi di euro (+5,3 miliardi rispetto al target), in crescita del 2,5% rispetto al 2018 (+2,2% la variazione organica), grazie all’ulteriore rafforzamento nel segmento High Value, che rappresenta il 66,5% dei ricavi consolidati (+2,8 punti percentuali rispetto al 63,7% del 2018).
L’Ebit margin adjusted si è fissato al 17,2%, in linea con il target (tra 17 e 17,5%). L’Ebit adjusted è stato pari a 917,3 milioni. Il contributo delle leve interne (price/mix, efficienze e azioni di contenimento dei costi) ha limitato l’impatto negativo derivante dal deterioramento dello scenario esterno (aumento del costo dei fattori produttivi, debolezza della domanda e pressione sui prezzi).
Solida la generazione di cassa, con un flusso di cassa netto ante dividendi e impatto IFRS16 pari a 332,9 milioni, in linea con il target di 330-350 milioni, grazie a un’efficace gestione degli investimenti e del capitale circolante. Nel quarto trimestre il flusso di cassa netto ante dividendi e IFRS16 è stato pari a 978,2 milioni, in miglioramento di 120 milioni rispetto agli 858,2 milioni del quarto trimestre 2018.