Pirelli: consensus sui risultati del 3Q e ultime news
L’attenzione degli operatori di Piazza Affari resta prevalentemente focalizzata sulle trimestrali, nel tentativo di valutare l’andamento del business e le prospettive future delle big italiane. Il 9 novembre toccherà a Pirelli diffondere i risultati del terzo trimestre. Ecco le previsioni sui conti e i principali temi emersi nelle ultime settimane a riguardo della società di pneumatici.
Il consensus sui conti di Pirelli
Secondo il consensus pubblicato sul sito dell’azienda, gli analisti prevedono mediamente ricavi per 1,73 miliardi, in flessione del 5,8% rispetto al giro d’affari di 1,836 miliardi del terzo trimestre 2022.
L’Ebitda adjusted atteso è pari a 369 milioni, in lieve diminuzione dai 384 milioni del periodo di confronto, ma con un margine sul fatturato in miglioramento dal 20,9% al 21,3%. Dinamica simile per quanto riguarda l’Ebit adjusted, previsto in diminuzione da 272 a 259 milioni, con una marginalità in lieve aumento dal 14,8% al 15%.
Il trimestre dovrebbe chiudersi con un utile netto intorno a 134 milioni, rispetto a 126 milioni del 3Q 2022. Le stime indicano un indebitamento finanziario netto di 3,157 miliardi e un flusso di cassa netto ante dividendi di 143 milioni.
Per quanto riguarda invece i nove mesi, Pirelli dovrebbe registrare ricavi per 5,168 miliardi (+2,7%), un Ebitda adjusted di 1,108 miliardi (con Ebitda margin al 21,4%), un Ebit adjusted di 777 milioni (Ros del 15%) e un risultato netto di 377 milioni.
Le previsioni raccolte da Bloomberg sul trimestre sono sostanzialmente in linea con quelle riportate dalla Società. I ricavi attesi sono leggermente superiori, pari a 1,736 miliardi, mentre Ebitda ed Ebit adjusted (369 e 258 milioni) sono coerenti con il consensus presente sul sito di Pirelli.
Accordo per aumentare la produzione in Arabia Saudita
Nei giorni scorsi Pirelli ha firmato un accordo con il Public Investment Fund (PIF) dell’Arabia Saudita per la costituzione di una nuova joint venture (PIF 75% e Pirelli 25%). La nuova società è finalizzata all’installazione di un nuovo impianto di fabbricazione di pneumatici in Arabia Saudita, in grado di produrre 3,5 milioni di pneumatici a partire dal 2026, con Pirelli ad agire da partner strategico e tecnologico.
Un terzo della produzione (oltre 1 milione di pneumatici) sarà relativo ad HV tyres di Pirelli, per una capacità produttiva aggiuntiva del 2% destinata al mercato locale, dove la società italiana ha una presenza marginale. Gli altri due terzi, spiega Equita Sim, saranno per un nuovo produttore locale, all’interno del piano dell’Arabia Saudita di diventare un polo produttivo a livello globale nel settore automotive entro il 2030.
“L’investimento complessivo nella joint venture è di $550 milioni, di cui 50 milioni per l’equity iniettati da Pirelli senza avere quindi un impatto rilevante sugli obiettivi di deleverage al 2025. L’annuncio è positivo in quanto garantisce capacità aggiuntiva destinata al mercato locale in cui è poco presente con un esborso modesto; tuttavia, l’impatto small single digit è da spalmare nel medio termine”, conclude Equita.
Pirelli fornitore unico della F1 almeno fino al 2027
Ad ottobre Pirelli ha inoltre rinnovato il contratto come fornitore unico di pneumatici per la Formula 1 per il triennio 2025-27, con una possibile estensione di un altro anno, allungando la fornitura esclusiva al più importante campionato automobilistico a 18 anni consecutivi.
I dettagli finanziari del contratto non sono stati diffusi ma, spiega Equita, l’impatto “dovrebbe essere sostanzialmente neutrale a livello economico”. Il rinnovo del contratto offre “l’opportunità di innovazione e di sperimentazione di nuove tecnologie e processi, da trasferire nella produzione di gomme per vetture stradali.”
Le ipotesi di fusione Pirelli-Brembo
Nei mesi scorsi si è parlato molto di una possibile fusione tra Pirelli e il produttore di impianti frenanti Brembo. A ottobre il fondatore e azionista di maggioranza di Brembo, Alberto Bombassei, ha affermato che “sarebbe una bella cosa, ma al momento non c’è nulla di serio”. Gli ha fatto eco il vicepresidente esecutivo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, chiarendo che la sua società “guarda a tutto il mondo, cercando di trovare percorsi in cui si crea valore insieme, ma al momento non c’è niente” con Brembo.
Una chiusura temporanea, ma non totale, che lascia intravedere spazi per future riflessioni su un’aggregazione.
“Alla luce degli eventi più recenti, avevamo ridotto la probabilità di uno scenario di fusione ai minimi termini”, spiega Equita, “ma a seguito di queste dichiarazioni, pur non ritenendo sia lo scenario più probabile, la percentuale risale. Restiamo dell’idea che un deal, a prescindere dal concambio, sia più positivo per Pirelli che Brembo e che le sinergie industriali siano limitate.
Un’eventuale fusione delle due società darebbe vita ad un gruppo industriale con una capitalizzazione di circa 8 miliardi di euro e un enterprise value superiore a 12 miliardi, con un Ebitda di 2,1 miliardi e un utile netto rettificato da oltre 800 milioni.