Pir: Intermonte, attese 500 nuove quotazioni nel medio periodo
Una nuova carica di Ipo è attesa nel medio termine grazie alla spinta dei Pir. In totale potrebbero essere 500 le nuove matricole in Borsa in un arco temporale di 7/8 anni, soprattutto sull’Aim Italia. Questa la previsione fornita da Intermonte Sim nel corso della presentazione dello studio “I Piani Individuali di Risparmio (Pir): gli effetti su domanda e offerta di capitale nel mercato borsistico italiano”, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, presentato oggi a Milano. Stando alle stime snocciolate da Intermonte, l’industria dei Pir potrebbe raccogliere risorse per 60,1 miliardi di euro entro il 2021, di cui 11,5 miliardi specificatamente a vantaggio delle mid-small cap quotate. In generale, l’introduzione dei Pir ha consentito di mobilitare, nel solo primo anno, circa 10,9 miliardi di euro (secondo i dati di Assogestioni), dando così ulteriore linfa al risparmio gestito in Italia. Un 2018 che secondo Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, intervenuto alla tavola rotonda incentrata sul tema Pir, “sarà molto buono” per questi strumenti.
Il 2017 dei Pir, gli effetti su Piazza Affari
Ad oltre un anno di distanza dall’introduzione dei Pir è stato fatto il punto della situazione, osservando soprattutto l’impatto che questi strumenti hanno avuto sul listino azionario italiano, sui prezzi e rendimenti de titoli quotati, sui volumi scambiati, sulla liquidità dell’intero mercato e sullo stimolo al mercato primario tramite nuove Ipo. Lo studio firmato da Intermonte e il Politecnico di Milano ha evidenziato per il 2017 un rendimento “anomalo” medio significativo, per effetto dei Pir, compreso fra il 12% e il 18% per i titoli non compresi nel Ftse Mib. Le small cap italiane hanno performato quanto le loro ‘gemelle’ in Francia e in Germania e sono andate comparativamente meglio le mid cap e soprattutto il segmento Star. L’Aim Italia, dedicato alle piccole e medie imprese, ha offerto rendimenti in media positivi ma meno accentuati.
A livello di scambi cosa è accaduto? Sono aumentati quelli sull’Aim Italia, dove la media mensile degli scambi era di 27 milioni nel 2016 e di 165 milioni nel 2017 (ovvero più di 6 volte), e quelli sullo Star che sono passati da 977 milioni a 1.775 milioni, raddoppiando gli scambi. I Pir hanno generato un amento degli scambi, ma con un effetto che viene definito di ‘cannibilizzazione’ sui titoli del Ftse Mib a vantaggio soprattutto del mondo Aim Italia. In particolare, l’analisi indica un calo medio dell’8% per i volumi di scambio dei titoli Ftse Mib e un aumento del 71% per gli altri titoli. È poi migliorata la liquidità di tutti i titoli, compresi quelli del Ftse Mib; ma l’effetto è stato di tipo indiretto e legato soprattutto all’aumento generalizzato della capitalizzazione del mercato, soprattutto degli indici Star e mid cap.
Secondo l’analisi è presto per riscontrare un rapporto di causa-effetto tra introduzione dei Pir e offerta di nuove Ipo: ci sono segnali per essere fiduciosi nel medio termine. Il 2017 è stato archiviato con 8 quotazioni sul listino principale; 23 su Aim Italia di cui 16 solo nell’ultimo semestre. In questo ambito bisogna anche considerare il fenomeno Spac (7 sull’Aim Italia e 1 sul listino principale negli ultimi 12 mesi, per una raccolta totale di 1.433 milioni di euro).