PIR: interesse tra gli investitori rimane alto grazie al beneficio fiscale
Per il 2022, si stima una raccolta lorda da parte dei nuovi sottoscrittori di PIR pari a 90 milioni di euro e per quanti sottoscrivono i Piani Individuali di Risparmio in modo continuativo, si prevede che la raccolta complessiva nel secondo anno sarà pari a una parte della somma accantonata nel primo anno.
Le stime sono quelle che emergono dal report mensile sull’andamento del segmento italiano delle mid-small cap realizzato da Intermonte per il mese di ottobre da cui emerge che nei restanti anni (cioè dal terzo al quinto anno) si prevede una raccolta stabile, pari in media al 60% degli investimenti effettuati nel secondo anno.
La recente volatilità e l’incertezza del mercato dovrebbero continuare, almeno nel breve periodo, e probabilmente limiteranno gli afflussi nei prossimi mesi. Per quanto riguarda le previsioni di afflussi per il 2022, gli esperti di Intermonte hanno già evidenziato come fossero basate su ipotesi troppo aggressive. “Alla luce dello scenario attuale e dei recenti dati preliminari del PIR monitor, confermiamo la nostra posizione prudente: la nostra stima di afflussi per il 2022 è di 52 milioni di euro e notiamo che la visibilità rimane bassa, sia a causa del contesto generale di mercato, sia per la specifica transizione politica italiana post-elettorale”. Nel lungo termine, concludono le ipotesi si basano sull’aspettativa che l’interesse per questo prodotto rimanga piuttosto alto grazie al beneficio fiscale e, dal punto di vista del distributore, al fatto di poter contare su un impegno a lungo termine da parte dell’investitore.
Il quadro macro rimane estremamente complesso. In Italia, l’incertezza politica, salvo imprevisti, sembrerebbe in via di attenuazione dopo le elezioni e in vista della nascita del nuovo governo attesa per i prossimi giorni. I recenti passi falsi del governo britannico in campo economico dovrebbero fornire al governo italiano un motivo in più per essere prudenti nelle future politiche di bilancio dello Stato. Per quanto riguarda i risultati trimestrali, Intermonte si attende che mostrino un chiaro rallentamento per alcuni settori, ad esempio quelli legati alla spesa per i beni semidurevoli, ma anche che confermino gli investimenti programmati dalle aziende su temi legati alla competitività di lungo periodo, in particolare la trasformazione digitale, l’efficienza energetica, la sostenibilità ambientale e sociale.