PIR alternativi e PIR ordinari: gli ultimi dati e l’outlook
La raccolta netta dei fondi PIR alternativi è stata resiliente, con flussi netti positivi per +14,5 milioni nel terzo trimestre del 2022, mentre i PIR ordinari hanno registrato deflussi netti per € -330,3 milioni nel terzo trimestre e un trend negativo anche in ottobre e novembre (portando il saldo complessivo YTD a novembre a -559mn).
Secondo Equita tutto ciò è scatenato dalle continue incertezze geopolitiche e volatilità sui mercati, che da un lato non hanno spinto verso nuove sottoscrizioni e dall’altro hanno portato a prese di profitto su strumenti che avevano registrato complessivamente buone performance su un orizzonte di 4-5 anni.
Secondo i dati di Assogestioni, gli AUM totali promossi dai 64 fondi PIR sono pari a 16,5 miliardi a fine trimestre, e di 1,45 miliardi per i 13 fondi PIR alternativi.
“Nel periodo 2023-25E stimiamo circa 1,5 miliardi di raccolta netta per i PIR ordinari (di cui ca. € +500mn nel 2023), mentre per i PIR alternativi ci aspettiamo che possano raggiungere 10-15 miliardi di AUM in 5 anni (rispetto agli attuali € 2.45bn)” dicono gli analisti.
Legge di bilancio: le ultime novità sui PIR
Gli analisti della Sim milanese ricordano come la Legge di Bilancio 2023 abbia esteso gli incentivi per le IPO delle PMI con un credito di imposta (del 50% dei costi di consulenza sostenuti per l’IPO utilizzabile in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta successivo alla quotazione) con un tetto a 500mila (da € 200k del 2022) e un plafond di € 10mn nel 2023 e €10mn nel 2024 (dai € 5mn del 2022 e € 30mn del 2019-21).
“Giudichiamo positivamente la proroga degli incentivi per le IPO che hanno rappresentato un sostegno fondamentale negli ultimi anni per la raccolta di capitali e quotazioni di PMI italiane su Euronext Growth Milan; tuttavia, sarebbe necessario rendere questa misura strutturale, in modo da garantire più visibilità alle aziende che intendono intraprendere un percorso di quotazione” , si legge nella nota di Equita SIM.