Pir alternativi: la proposta di Assogestioni per le PMI nel post Covid-19
Dare un sostegno reale e concreto alle imprese specie nella fase della riapertura dopo l’emergenza Coronavirus e al tempo stesso di soddisfare la legititma aspirazione ad un rendimento significativo è l’obiettivo della proposta lanciata da Assogestioni sui Pir alternativi e delineata dal presidente Tommaso Corcors in un’interivsta a Il Sole 24 Ore.
Pir alternativi: la proposta di Assogestioni
I Pir alternativi sono uno “strumento parallelo e complementare che non intende prendere il posto dei Pir tradizionali ma valorizzarne l’esperienza in ambiti confinanti”, strumenti che hanno come oggetto il segmento delle Pmi che era meno beneficiato dai Pir tradizionali, allargando anche a prestiti e crediti alle imprese. I PIR alternativi sono dei prodotti di tipo chiuso che si affianchino agli attuali PIR, ma con soglie di investimento più elevate e differenti vincoli di investimento (almeno il 70% del valore complessivo del piano a beneficio di PMI), e con gli stessi incentivi fiscali dei PIR aperti (esenzione fiscale per le somme investite).
Come precisa Corcos, “la possibilità di investire anche in forma indiretta può anche favorire la crescita di operatori specializzati sulle singole asset class, creando un importante effetto cascata, di cui potranno beneficiare tutti: i risparmiatori e le imprese anzitutto, ma anche i gestori e i promotori di ogni singola iniziativa”.
I Pir alternativi si rivolgerebbero ad una clientela retail semiprofessionale, che dispone di competenze abbastanza elevate da comprendere il significato di un investimento in un fondo chiuso che non consente l’uscita in qualunque momento ma si pone in un orizzonte temporale di oltre cinque anni.
La gittata potenziale dei Pir imprese? Dipende da molti fattori, dice Corcos, secondo cui una raccolta da 3-5 miliardi l’anno sia possibile. Al momento il tavolo di confronto con il Governo è aperto e si vede un grosso interesse compatibilmente con le numerose priorità di questo momento. “La nostra è una proposta immediatamente attuabile, che non necessita di alcun confronto in sede europea: se c’è la volontà si può partire molto in fretta, e non è un dettaglio” conclude Corcord.
Sui Pir alternativi arriva l’ok anche da parte di Equita Sim, secondo cui è molto interessante e va nella direzione di sostenere l`economia reale e far affluire capitali a categorie di aziende il cui accesso al mercato è più difficile, in una fase di forte pressione creata dall`emergenza Covid-19, che impatta maggiormente le PMI rispetto alle grandi aziende. Le proposte sono inoltre complementari rispetto ai PIR ordinari. Un ulteriore elemento interessante è che il contenitore del PIR alternativo può assumere qualunque forma (eg ELTIF, fondi di PE, fondi di PD), quindi con un`accezione ampia.