Notizie Notizie Mondo PIMCO: Deprezzamento yuan preoccupante ma non sistemico

PIMCO: Deprezzamento yuan preoccupante ma non sistemico

17 Luglio 2018 17:06

Tra i timori dovuti alle crescenti tensioni commerciali, a spaventare alcuni investitori è stato anche il forte deprezzamento dello yuan rispetto al dollaro del mese scorso. Fonte di preoccupazione soprattutto le analogie riscontrate con la svalutazione monetaria cinese del 2015, un episodio che ha causato fuoriuscite di capitali e turbolenze nei mercati di tutto il mondo.

Così Isaac Meng, Portfolio Manager di PIMCO per i mercati emergenti, nel suo commento dal titolo “Deprezzamento dello Yuan: preoccupante ma non sistemico” in cui si legge che, nonostante gli elementi comuni, le differenze nel contesto macroeconomico suggeriscono che le ripercussioni globali questa volta saranno più limitate.

Le analogie

Nel report Meng dapprima analizza le analogie tra il deprezzamento dello yuan di oggi e la svalutazione monetaria cinese del 2015, evidenziando soprattutto che entrambi gli episodi hanno “scioccato” i mercati.

“Negli ultimi 12 mesi lo yuan si è deprezzato rispetto al dollaro, ma a un ritmo relativamente stabile, anche se nelle ultime tre settimane, in seguito all’innalzamento dei tassi da parte della Federal Reserve e ai successivi interventi moderati della Banca Popolare Cinese, lo yuan ha perso il 5%. La svalutazione dell’11 agosto 2015 è stata ancora più brusca poiché lo yuan perse il 2% in un solo giorno, quale reazione all’inaspettato deprezzamento della valuta cinese rispetto al dollaro”. Entrambi gli episodi – dice l’analista di PIMCO – si erano verificati in un momento in cui lo yuan era leggermente sopravvalutato.

Le differenze

L’esperto di PIMCO individua poi, quale differenza fondamentale tra i due episodi, la relazione commerciale con gli Stati Uniti. “Il 5 luglio Washington ha imposto di dazi pari al 25% sulle merci cinesi per un valore pari a 34 miliardi di dollari, provocando una risposta immediata di Pechino e PIMCO stima che i dazi imposti ridurranno di 10-20 punti base il PIL cinese”.

Il deprezzamento compensa l’impatto dei dazi

Da qui in prospettiva, PIMCO si attende un moderato deprezzamento dello yuan che potrebbe contribuire a compensare l’impatto delle tariffe statunitensi.
“ Anche i mercati sembrano più a loro agio con una certa volatilità dello yuan – dice Meng – e, mentre nel 2015 e nel 2016 le svalutazioni hanno innescato un’ondata di deflussi di capitali, oggi molti privati e società cinesi hanno considerevoli asset all’estero e coperture valutarie. In effetti, nonostante l’indebolimento dello yuan a giugno, ci sono stati forti afflussi nel mercato dei titoli di stato cinesi e ciò probabilmente riflette la percezione di una ripristinata credibilità nel regime valutario”.

Infine, secondo Meng, fino a quando il deprezzamento dello yuan sarà guidato da divergenze cicliche a livello politico e rifletterà l’impatto negativo delle pressioni protezionistiche, Pechino non assumerà alcuna posizione precisa con riferimento al tasso di cambio yuan-dollaro.