Piazza Affari resta sul treno rialzista: sale ancora Ubi. Sui mercati è l’ottimismo ad avere la meglio
A Piazza Affari, come nelle altre Borse del Vecchio continente, si respira aria di ottimismo. E questo nonostante i timori per il Coronavirus ci siano ancora (il governo cinese ha annunciato che il bilancio delle vittime è salito a 1.113 decessi). Gli investitori sembrano guardare soprattutto alle notizie in arrivo dalla Cina, e in particolare modo dalla provincia di Wuhan (dove l’epidemia è partita) con il numero degli infettati che sarebbe salito al ritmo minore dal primo febbraio.
Al di là delle preoccupazioni legate all’epidemia cinese, i mercati si sono soffermati anche sulle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell, pronunciate ieri nel corso della sua audizione alla Camera. Il governatore della Fed si è dichiarato soddisfatto dell’attuale livello dei tassi di interesse tra l’1,5% e l’1,75%, suggerendo che non si prevedono ulteriori tagli. Per Powell oggi è prevista la seconda audizione, questa volta davanti al Senato.
E sono positive anche le indicazioni che sono arrivate dalla stagione degli utili, in particolare dai numeri di Kering che ha rilasciato conti per il 2019 in crescita grazie alle performance di Gucci e ha rivisto al rialzo del 10% il dividendo.
Fomo o Tina sui mercati?
“L’ottimismo degli investitori è di recente nuovamente cresciuto dopo il ritorno dei listini cinesi in una situazione di relativo equilibrio – spiega Axel Botte, strategist di Ostrum Asset Management (affiliata di Natixis Investment Managers) -. Gli indici azionari statunitensi si avvicinano a picchi mai registrati prima: l’S&P500 è salito del 3,5% circa su base annua e anche lo Stoxx600 ha recuperato i massimi storici. I mercati obbligazionari hanno subito una correzione al ribasso, ma senza lasciare sul terreno tutti i guadagni del 2020. Il Bund tratta vicino al -0,39% a fronte di una modesta pressione in aumento e il debito sovrano è rimasto di fatto stabile. Il rendimento del Treasury decennale è tornato in linea con i tassi sui pronti contro termine della Fed e la curva dei rendimenti Usa si è appiattita sulla parte lunga”. Fomo o Tina sui mercati? L’esperto spiega così la questione: “Oltre alla mancanza di alternative interessanti (TINA – there is no alternative), il timore di non intercettare (FOMO – fear of missing out) il prossimo rialzo ha portato gli investitori a mantenere posizioni azionarie lunghe. L’esperienza del 2019 è infatti ancora nella mente”.
La giornata sui mercati europei
In questo scenario sono gli acquisti che hanno la meglio in Europa: a Francoforte l’indice Dax sale dello 0,51%, mentre il Ftse 100 e il Cac40 guadagnano rispettivamente lo 0,23% e lo 0,51%.
E anche Piazza Affari continua a salire, con l’indice Ftse Mib che, dopo la chiusura di ieri ai nuovi massimi a oltre 10 anni, mette a segno un rialzo poco dopo le 10 dello 0,58% a 24.831,9 punti. Da inizio mese il progresso dell’indice guida di Piazza Affari segna un rialzo superiore al 6,5 per cento.
Tra i best performer si fa largo anche oggi Ubi Banca, forte del rally della vigilia con una crescita di oltre +4%, segna un ulteriore +1,7% in area 3,17 euro, sui nuovi massimi dall’autunno 2018. Cresce l’attesa per l’arrivo del nuovo business plan, che verrà presentato lunedì prossimo. Oggi gli analisti di Equita hanno aggiornato le stime su Ubi banca dopo i risultati del quarto trimestre e dell’intero 2019, aumentando del 9% il prezzo obiettivo che passa da 3,2 a 3,5 euro. Ieri anche Banca Akros ha alzato il target price da 2,9 a 3 euro su Ubi. “Ci attendiamo che il mercato si concentri sul piano che verrà presentato il prossimo 17 febbraio”, segnalano da Akros. Bene anche gli industriali, con Cnh e Pirelli che guadagnano oltre l’1%. In recupero Fineco dopo il tonfo del 5,6% di ieri a seguito della diffusione dei conti 2019.
Acquisti anche sul comparto del lusso che ieri aveva pagato le indicazioni di Moncler: il gruppo guidato da Remo Ruffini ha sfornato conti 2019 in crescita, ma il mercato si è concentrato sulle prospettive (soprattutto del primo trimestre) su cui pesa l’incognita coronavirus. Oggi il settore trova invece sponda con Kering che alzato anche la cedola, salita a 11,5 euro dopo i positivi risultati 2019.