Piazza Affari, i migliori e peggiori della settimana: bene i finanziari, male gli industriali
Settimana di consolidamento per la maggior parte dei listini a livello globale, che sono tornati a prendere fiato dopo il rally della scorsa ottava. Il sentiment degli operatori è stato impattato negativamente oltre che dalle tensioni in Medio Oriente, anche da alcune dichiarazioni da parte di diversi membri Fed e Bce, e in particolare dai toni più “falco” di Powell.
In questo contesto, il listino principale di Piazza Affari, l’indice Ftse Mib, chiude la seconda settimana di novembre con un calo dello 0,59%, a quota 28.504 punti. Chiusura poco sopra la parità per l’indice Dax di Francoforte (+0,3%), mentre il Cac40 francese e l’Ibex35 spagnolo guadagnano quasi l’1%.
A Wall Street, l’indice S&P 500, dopo il vigoroso rialzo di settimana scorsa (+6%), archivia l’ottava vicino alla parità (+0,3%), mentre il Nasdaq 100 sale di oltre l’1%.
Ecco com’è andata la settimana in Borsa:
I market mover della settimana
Si è chiusa una settimana scarna di appuntamenti macroeconomici, con gli operatori di mercato che, in assenza di dati di rilievo, si sono focalizzati sui discorsi dei banchieri centrali e sui conti trimestrali delle big di Piazza Affari.
In tal senso, il Presidente Fed Powell, nel suo intervento di ieri al Fondo Monetario Internazionale (Fmi), ha ricordato agli investitori che l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2% (target sia della Bce che della Fed) non è ancora stato raggiunto. Ma non solo, il numero uno della Fed ha dichiarato anche di non essere sicuro “di avere fatto abbastanza per raffreddare l’inflazione”, lasciando di fatto la parta aperta per un eventuale ulteriore rialzo dei tassi.
Nonostante il calo delle aspettative di inflazione, anche i banchieri della Bce continuano a mostrarsi cauti sul percorso di rallentamento dei prezzi. Da questo punto di vista, secondo il croato della Bce Vujcic “l’ultimo miglio sulla lotta all’inflazione sarà più duro”, mentre per il tedesco Nagel e l’irlandese Makhlouf è ancora troppo presto per parlare di taglio dei tassi.
Sempre in tema tassi di interesse, oggi la numero uno della Bce Lagarde ha dichiarato che “ci vorranno più di due trimestri prima che la Bce inizi a tagliare i tassi”.
Intanto, in settimana abbiamo assistito ad un brusco calo delle quotazioni del petrolio, con il Brent che in intraday ha sfiorato la quota psicologica degli 80 dollari al barile.
Intanto, gli investitori continuano a monitorare i conti societari a Piazza Affari.
Infine, oggi è attesa l’indicatore della fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan, mentre per il nostro Paese sarà importante seguire l’aggiornamento sul rating da parte di Fitch.
I titoli migliori della settimana
Sul listino principale di Piazza Affari, gli acquisti hanno premiato in particolare i titoli bancari. Il best performer della settimana è stato ancora una volta Nexi che chiude l’ottava con un rialzo di oltre il 7%.
Ottava tonica anche per altri due colossi bancari: Banco Bpm e Bper Banca che chiudono con un rialzo del 4,4%.
Chiudono la cinquina dei titoli migliori del Ftse Mib, Poste Italiane (+3,7%) e Leonardo (+3,5%).
Nexi (+7,6%): bene dopo i conti
Ancora un’ottava positiva e volatile per Nexi che, dopo il progresso di settimana scorsa (+14%), chiude anche questa settimana in positivo di oltre il 7% a quota 6,59 euro ad azione. Gli acquisti di questa settimana sono stati trainati dai conti trimestrali che hanno sostanzialmente rispettate le attese degli analisti.
In particolare, la società italiana dei pagamenti ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con ricavi a quota 2,44 miliardi di euro, in aumento del 7% rispetto il medesimo periodo del 2022. Bene anche l’Ebitda (Margine operativo lordo) che si è attestato a 1,26 miliardi di euro, con un aumento di oltre il 10%.
Nel terzo trimestre, Nexi ha realizzato ricavi per 872 milioni di euro, in aumento del 5% rispetto allo scorso anno e poco sopra le attese ferme a 874 milioni di euro.
Dopo la pubblicazione dei conti, Nexi ha confermato la guidance per l’anno in corso.
Intanto, su Nexi gli investitori continuano a monitorare diverse indiscrezioni su un eventuale interesse per la società da parte di alcuni fondi di investimento. Dopo i rumors di fine ottobre che vedevano un ipotetico interesse da parte del fondo CVC, Blackstone e Silver Lake, recentemente sono emerse nuove indiscrezioni che indicano un probabile interesse su Nexi da parte del fondo pensione canadese CPP (che gestisce $570 miliardi) e il fondo di private equity statunitense Francisco Partners.
In ogni caso, al momento nessuno di questi fondi citati ha dato un riscontro concreto a queste indiscrezioni, ma il titolo in Borsa ne beneficia.
Nexi, continua la fase di volatilità
Dal punto di vista tecnico continua la fase di elevata volatilità su Nexi. Nelle ultime sedute il titolo si è riportato al di sopra dell’area di resistenza a quota 6,26 euro ad azione, riportandosi al di sopra anche della media mobile a 50 giorni (media mobile a 50 giorni).
Al rialzo, il titolo dovrà ora superare al rialzo l’area di resistenza vicino a quota psicologica dei 7 euro ad azione, livello da cui transita anche la media mobile a 200 periodi; mentre in caso di ribassi l’area di supporto più importante è in area 6,2 euro.
Bper Banca (+4,4%) dopo i conti trimestrali
Settimana all’insegna degli acquisti anche per Bper Banca che balza di oltre il 4% dopo la presentazione dei conti oltre le attese e la revisione al rialzo della guidance.
Il gruppo di Modena ha archiviato i primi nove mesi dell’anno con un utile netto di oltre 1 miliardo di euro, 382 milioni di euro realizzati nel solo terzo trimestre, cifre in aumento anche rispetto le stime degli analisti.
Ma non solo, il titolo beneficia anche della revisione al rialzo della guidance per l’anno in corso, con la banca che adesso stima di chiudere il FY 2023 con un utile netto di 1,1 miliardo di euro.
Bper banca torna sui livelli del 2018
Con il balzo di questa settimana, Bper ha violato al rialzo l’area di resistenza a quota 3,21 euro, tornando così sui livelli del 2018. Ora i livelli di resistenza principali e che potrebbero respingere i prezzi si trovano a quota 3,4 euro. Al contrario, l’area supportiva più importante è a quota 3,2 e poi verso la soglia psicologica dei 3 euro ad azione.
La fase di positività su Bper è evidenziata anche dalla posizione dei prezzi sopra le medie mobili principali a 50 e 200 periodi, con la direzione long di tutti i principali indicatori di direzione, come il Parabolic Sar. Con l’ottava appena chiusa Bper porta il bilancio da inizio anno ad un progresso del 72%.
I titoli peggiori della settimana
Tra i titoli peggiori di Piazza Affari troviamo diversi titoli industriali come CNH Industrial che cede oltre il 13,6%, ma anche Stellantis (-3,8%). Vendite anche sulle utility con Hera (-3,8%) ed Erg (-3,8%); ma anche sui titoli petroliferi con Saipem (-6,9%) ed Eni (-2,9%).
Cnh Industrial pesante dopo l’annuncio del delisting
Settimana all’insegna delle vendite per CHN Industrial che ha comunicato di aver approvato la richiesta di revoca dalla quotazione da Euronext Milano. Come da attese quindi CNH dirà addio a Piazza Affari e resterà quotata solo sul Nyse.
Il delisting avrà effetto non prima di 45 giorni e, secondo i vertici della società, la quotazione unica a New York sarà effettiva da inizio gennaio 2024.
Questa decisione è in linea con le ultime indicazioni della società ed è stata presa “dopo un’attenta valutazione dei volumi di scambi relativi sulle due borse“.
Ma non solo, in settimana il board del colosso italo-statunitense ha approvato anche una nuova tranche di buy-back fino ad $1 miliardo da realizzare tra l’8 novembre 2023 e il 1 marzo 2024. Secondo gli analisti di Equita, (che mantengono un rating “Hold” su Cnh Industrial, con il prezzo obiettivo a quota 17,5 euro), il “buy-back possa considerarsi sufficiente a compensare il potenziale flowback, inizialmente stimato in 7/10% del capitale“.
Intanto, CNH Industrial ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto di 570 milioni di dollari. I ricavi consolidati hanno raggiunto i 5,99 miliardi di dollari, con un incremento di circa il 2% rispetto al terzo trimestre del 2022.
Dal punto di vista tecnico, da inizio anno è peggiorato il quadro grafico di Cnh Industrial (-38%). Il titolo si trova al di sotto delle principali medie mobili a 50 e 200 periodi, ma anche al di sotto della trendline ribassista costruita dai massimi di inizio anno.