Piazza Affari, i migliori e peggiori della settimana: bene banche e utility, giù spread e Btp
Un’altra settimana positiva per la maggior parte degli indici azionari a livello globale, che chiudono la terza ottava all’insegna degli acquisti (dai minimi di fine ottobre). L’ottimismo sui mercati è guidato dalle prospettive sui tassi di interesse, con gli investitori che scontano ormai un’ulteriore pausa nel rialzo dei tassi, anche alla luce degli ultimi dati sull’inflazione visti in deciso calo.
In questo contesto, a Piazza Affari, l’indice Ftse Mib chiude l’ottava con un progresso del +3,5%, archiviando le contrattazioni a quota 29.498 punti e tornando così sui livelli raggiunti solo per qualche per qualche seduta lo scorso luglio (massimi comunque dal 2008,+23% da inizio anno).
Prove di forza anche per gli altri principali listini europei con l’indice Dax di Francoforte in progresso di oltre il 4,5%, mentre il Cac40 francese chiude la settimana in positivo del +1,7%. Molto bene anche l’Ibex35 spagnolo balza di oltre il +4%, rompendo al rialzo i precedenti massimi di luglio.
Stesso trend anche a Wall Street, con tutti e tre i principali listini che mantengono l’intonazione positiva. In particolare, l’indice S&P 500 si appresta a chiudere l’ottava sopra i 4.500 punti con un rialzo di oltre il 2%, mentre il Nasdaq 100 sale di oltre l’1,5%.
Ecco i principali eventi che hanno influenzato i mercati e quali sono stati i titoli migliori e peggiori della settimana:
I market mover della settimana
Ottava ricca di dati macroeconomici ed eventi di rilievo, a partire da quelli sull’inflazione americana che a ottobre ha evidenziato un rialzo su base annua del +3,2%, un dato poco al di sotto delle attese degli analisti (+3,3%) e in calo rispetto al mese di settembre che era al +3,7%. Scende anche l’inflazione core (ovvero quella che esclude i componenti più volatili: energetici ed alimentari) che si è attestata al +4% (stime al +4,1%).
Occhi puntati anche sull’inflazione di diversi Paesi europei, a partire da quella del nostro Paese che si è confermata in forte calo su base annua all’1,7%, (dal precedente +5,3%), mentre quella in Francia si trova ora al +4%. Intanto, oggi sono stati pubblicati anche i dati sulla crescita dei prezzi al consumo nell’Eurozona in calo al +2,9% (dal precedente +4,3%).
Ecco che questi dati sull’inflazione confermano un rallentamento della corsa dei prezzi al consumo e questo ha alimentato l’ottimismo sulla possibile fine del ciclo di rialzo dei tassi da parte della Fed, ma anche della Bce. Questo lo si vede anche dal FedWatch tool del CME, secondo cui è già praticamente scontato (probabilità del 99,8%) che nella prossima riunione di politica monetaria del 13 dicembre, la Fed mantenga i tassi nel range attuale 5,25% – 5,5%.
Intanto, continua la debolezza del petrolio, con il Brent che è tornato sotto l’area degli 80 dollari al barile (-2,4% questa settimana); mentre l’oro si mantiene sopra 1.980 dollari l’oncia (+2,4% in settimana).
Occhi puntati sullo spread in attesa di Moody’s
Sull’obbligazionario scendono i rendimenti, con il T-note americano che martedì è sceso di oltre il 4%, il calo più marcato dalla crisi di marzo del settore bancario. Si sgonfia anche il rendimento del Btp decennale al 4,35%, livelli di settembre.
Per il nostro Paese sarà importante seguire oggi il giudizio sul rating da parte di Moody’s, l’unica tra le principali agenzie ad avere un outlook negativo nei confronti dell’Italia. Intanto però lo Spread Btp/bund si trova a 176 punti base, in calo di oltre il -16% dai massimi di periodo sopra 210 punti base.
I titoli migliori della settimana
Sul listino principale di Piazza Affari i maggiori acquisti si sono concentrati in particolar modo su Banca Mps, che chiude con un vigoroso rialzo del +13%, seguita da Erg (+10,6%) e Stmicroelectronics (+8,5%). In luce il comparto delle utility che beneficia del calo dei rendimenti e del prezzo del gas. In tal senso, toniche anche A2a (+8,8%) ed Hera (+6,9%).
Erg torna verso la media a 200 dopo i conti
Settimana positiva per Erg (+10,6%), che torna sopra la media mobile a 50 periodi (linea blu) e sempre più vicino alla media mobile principale a 200 periodi (linea arancione). In particolare, il titolo questa settimana ha violato l’area di resistenza a quota 24 euro ad azione. Al momento il titolo quota 25,5 euro e in caso di breakout deciso dell’area di resistenza dinamica e statica a 26 euro, allora il prossimo target al rialzo sarà quota 28 euro, una fascia di prezzo che aveva respinto le quotazioni tra aprile e agosto di quest’anno. Al ribasso, sarà eventualmente da monitorare la tenuta dell’area di supporto a 24 euro.
Gli acquisti su Erg sono trainati anche dai conti trimestrali presentati nei giorni scorsi dal Gruppo. In particolare, nei nove mesi un risultato netto pari a 149 milioni di euro, in miglioramento dai 115 milioni nello stesso periodo del 2022, e ricavi leggermente in calo a 530 milioni (dai 562 milioni dello scorso anno). Ma non solo, il titolo in Borsa ha beneficiato anche della revisione al rialzo della guidance per il 2023, con l’Ebitda atteso ora tra 490 e 520 milioni di euro (range precedente di 480-520 milioni) e questo grazie al “positivo andamento delle produzioni nel terzo trimestre” (in aumento del 26% rispetto al medesimo periodo del 2022). Erg beneficia anche di alcune revisioni al rialzo delle stime di alcuni analisti.
Banca Mps rompe al rialzo importanti resistenze
A Milano, continua il trend rialzista su Banca Mps che in settimana balza di oltre il 12%, rompendo al rialzo importanti aree di resistenza (ora principali supporti statici). In particolare, dal punto di vista tecnico, il titolo prima ha rotto al rialzo l’area di resistenza a quota 2,8 euro (area di prezzo il cui test aveva respinto i prezzi ad agosto e a settembre), per poi rompere anche l’area psicologica dei 3 euro ad azioni. Adesso il titolo sta puntando verso la successiva ed importante area di resistenza statica a quota psicologica dei 3 euro, livelli massimi da ottobre 2022. Al rialzo, il prossimo target si trova a quota 3,5 euro, mentre al ribasso sarà fondamentale la tenuta di quota 3 euro.
La fase di positività di Banca Mps (+55% da inizio anno) è evidente anche dalla posizione dei prezzi al di sopra delle principali medie mobili, con i prezzi al di sopra della trendline rialzista (linea trattegiata blu) costruita dai minimi dello scorso anno e la posizione long dei principali indicatori di direzione (es. Parabolic Sar). Intanto, dal punto di vista dell’analisi algoritmica, l’oscillatore di momentum Rsi si trova ancora in ipercomprato (a 80).
I titoli peggiori della settimana
Tra i titoli peggiori della settimana sull’indice Ftse Mib troviamo solo Campari che cede il 2,5% e Tenaris (-2,6%).
Campari, prosegue la fase di debolezza
Continua la fase di debolezza per Campari, con il titolo che si mantiene da luglio all’interno di un canale discendente (massimi e minimi decrescenti). Questo è evidenziato sul grafico qui sotto dalla posizione dei prezzi al di sotto della trendline ribassista costruita dai massimi di periodo di luglio.
Il titolo quota poco sopra l’area dei 10 euro e in caso di proseguimento della debolezza, il cedimento del supporto statico a quota psicologica dei 10 euro potrebbe innescare un’ulteriore accelerazione al ribasso con target verso l’area dei 9,5 euro. Al contrario, sarà necessaria un’adeguata fase di accumulanzione in area dei 10 euro per riportare il titolo verso la resistenza statica a 11 euro ad azione.
La fase di debolezza sul titolo è evidenziata chiaramente anche dalla posizione delle medie mobili con quella a 50 che di recente ha tagliato al ribasso quella di più lungo respiro a 200 periodo, mettendo così a segno il death cross (un segnale di debolezza per il titolo).