Piazza Affari, i migliori e peggiori della settimana
Settimana negativa per la quasi totalità dei listini a livello globale, con vendite diffuse sia in Europa, che negli Stati Uniti e in Asia. La situazione sui mercati resta ancora tesa a causa dei timori di escalation in Medio Oriente, mentre proseguono gli sforzi diplomatici per evitare proprio un’estensione e un aggravarsi del conflitto.
Intanto, gli operatori continuano a monitorare i discorsi dei banchieri centrali, in cerca di segnali sulla futura traiettoria dei tassi di interesse, anche alla luce dell’inflazione persistente e degli ultimi dati macroeconomici a luci e ombre.
In questo contesto, il listino principale di piazza Affari, l’indice Ftse Mib, chiude la terza settimana di contrattazioni di ottobre con un rosso di oltre il 3%.
Come dicevamo debolezza generalizzata: il Dax di Francoforte chiude l’ottava in calo di oltre il 2,2%, mentre il Cac40 francese e l’Ibex 35 spagnolo cedono oltre l’1,3%.
In rosso anche Wall Street, con l’indice S&P 500 che perde oltre il 2%.
Il riassunto della settimana in Borsa
Sul fronte delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente, in settimana si sono tenuti diversi incontri diplomatici, con il cancelliere tedesco Scholz, il primo ministro britannico Sunak e il Presidente Usa Biden che si sono recati in Israele nel tentativo di appianare il conflitto.
Questo contesto di crescente avversione al rischio ha mandato in rosso gli indici, con l’oro, il bene rifugio per eccellenza che dal 2 ottobre ha già guadagnato quasi il 7%.
Sul sentiment pesano anche le tensioni nel mercato obbligazionario, che ha subito un’altra battuta d’arresto, con i rendimenti dei buoni del Tesoro Usa a 10 anni non lontano dalla soglia psicologica del 5%. Stesso discorso in Europa, con il rendimento del decennale italiano che ha superato in intraday il 5%, sui massimi in 11 anni, con lo spread Btp-Bund che ha toccato un picco a 209 punti, record dallo scorso gennaio.
Nel frattempo, a settembre si sono allentate le pressioni inflazionistiche nell’area Euro, con la crescita dei prezzi che si è attestata al 4,3% su base annuale, in calo rispetto al 5,2% di agosto. Ecco che questo calo dell’inflazione, unito alla debolezza del Pil europeo, potrebbero convincere la Bce ad una pausa nel ciclo di rialzi dei tassi. Ricordiamo infatti che solo un anno fa, il livello di inflazione sfiorava il 10% annuo.
Intanto, questa sera è atteso il giudizio di S&P sul rating italiano. Al momento, il rating è BBB, con outlook stabile e secondo alcuni analisti è possibile una riduzione proprio dell’outlook da “stabile” a “negativo”.
Sul fronte Fed, nel suo intervento all’Economic Club di New York, il presidente Powell ha sottolineato che nonostante i progressi fatti con i rialzi dei tassi già effettuati, l’inflazione continua a rimanere “troppo alta” e che se i dati lo renderanno necessario non si possono escludere altri rialzi in futuro. Intanto, il mercato dà ormai per certo (oltre 98% di probabilità) che la Fed lasci i tassi di interesse invariati nella prossima riunione di novembre.
Infine, gli operatori continuano a monitorare la stagione delle trimestrali negli Usa, ma anche a Piazza Affari con i conti presentati ieri a mercati chiusi di Ferragamo e Cuccinelli.
I migliori e peggiori a Piazza Affari
I titoli migliori
Sul listino principale di Milano, acquisti in settimana solo su una manciata di titoli. In particolare, in cima tra le società a maggiore capitalizzazione troviamo la performance di Nexi, che chiude si appresta a chiudere l’ottava con un rally del 17%.
Sopra la parità anche FinecoBank che si prepara a chiudere la settimana con un timido rialzo del +1,3%.
Nexi: vola (+17%) grazie a Cvc
Ad innescare gli acquisti sul titolo è stata l’indiscrezione, rivelata martedì sera da Bloomberg, secondo cui il fondo di private equity Cvc starebbe valutando un’offerta per la società italiana dei pagamenti.
E’ bastata la sola indiscrezione per riportare gli acquisti sul titolo che però si trova ancora molto distante dai massimi di quest’anno e lontano anni luce (oltre il 60%) dai massimi storici di luglio 2021 sopra area 19 euro ad azione (grafico di lungo periodo qui sotto).
Dal punto di vista grafico, il titolo grazie alla seduta di mercoledì (gap up), si è riportato al di sopra della media mobile a 50 periodi (linea blu), e in caso di proseguimento della forza di breve sarà necessario il breakout con volumi in aumento della successiva area di resistenza sopra quota 7 euro, livello da cui transita anche la media a 200 giorni (linea arancione). Al contrario, sarà da monitorare la tenuta del supporto a 6,5 euro, in quanto un eventuale cedimento è probabile che riporti i prezzi verso i 5,7 euro.
I titoli peggiori
A Milano settimana pesate per tutto il comparto industriale ma anche per i titoli bancari le cui performance affossano il listino principale. In questo contesto, la maglia nera della settimana va a Iveco che cede oltre il 10%, seguita da Mediobanca (-9%) e Stmicroelectronics (-9,4%).
Iveco (-10%): buca la media mobile a 200
Debolezza di breve periodo per Iveco Group, con il titolo che con la seduta in rosso di oggi (oltre -4%) si è riportato al di sotto dell’area supportiva dinamica offerta dalla media mobile a 200 periodi (linea arancione).
Al ribasso, sarà da monitorare adesso la tenuta del supporto dinamico offerto dalla trendline rialzista (linea blu tratteggiata) costruita dai minimi storici del titolo segnati a settembre dello scorso anno. Ecco che se così fosse sarebbe un segnale di negatività per Iveco, in quanto i successivi livelli di supporto si trovano verso i 7 euro.
Al rialzo, l’area di resistenza principale rimane 8,2 euro e poi l’area dei 9 euro ad azione.
Gli appuntamenti di settimana prossima
L’evento clou della prossima settimana è la riunione della BCE di giovedì, attesa lasciare i tassi di interesse invariati, con il tasso di rifinanziamento principale al 4,5%. Da questo punto di vista, come di consueto, sarà importante seguire la conferenza stampa della Presidente Lagarde in cerca di segnali sulle future mosse di politica monetaria, anche alla luce delle recenti tensioni in Medio Oriente.
Sempre in tema Banche centrali, sono attese le decisioni sui tassi di interesse di quella canadese e di quella turca, con la prima che non dovrebbe modificare la situazione, mentre la seconda è attesa alzare i tassi di 50 pb.
Tra i dati macro, martedì saranno da seguire gli indici PMI delle principali economie: Eurozona, USA, UK e Giappone.
Nell’area Euro, mercoledì è atteso l’indice Ifo tedesco, mentre negli Stati Uniti giovedì ci sarà la prima lettura del PIL del terzo trimestre atteso in deciso rialzo (4,3% t/t annualizzato da 2,1%).
Infine, prosegue la tornata di conti trimestrali sia negli USA che in Europa, con focus in particolar modo su Alphabet (martedì), Meta (mercoledì) e Amazon (giovedì). La settimana si chiuderà con il giudizio di DBRS Morningstar sull’Italia (BBB high).