Piazza Affari, i migliori e peggiori della settimana
E’ stata una settimana positiva per la maggior parte degli indici sia in Europa che negli Usa, con gli operatori di mercato che oltre all’inflazione e alle Banche centrali, stanno monitorando attentamente l’evoluzione del conflitto in Medio Oriente.
Il listino principale di piazza Affari l’indice Ftse Mib, non è stato impattato (come gli altri listini UE e USA) dallo scoppio del conflitto e ha chiuso la seconda settimana di contrattazioni di ottobre con un rialzo vicino al 2%, apprestandosi a chiudere poco sopra area 28.230 punti.
I market mover della settimana
I mercati finanziari hanno iniziato il mese di ottobre prima con un ritorno delle tensioni nel comparto dei bond, e poi con lo scoppio del conflitto (7 ottobre) tra Israele e Hamas. Questo ha appesantito ulteriormente il sentiment degli operatori di mercato che si trovano già ad affrontare alti livelli di tassi di interesse e inflazione.
In ogni caso, gli effetti più marcati del nuovo conflitto in Medio Oriente si sono osservati principalmente sul comparto delle commodity, e in particolare su petrolio, gas e beni rifugio come oro, dollaro e obbligazioni.
In tal senso, i prezzi del petrolio sono aumentati di oltre il 5% questa settimana avvicinandosi così alla soglia dei 90 dollari al barile. Stesso andamento ma più marcato per il prezzo del gas, con il TTF che si appresta a chiudere l’ottava con guadagni vicino al 40%, sopra quota 52 euro al megawattora.
L’evento macroeconomico principe della settimana è stato il dato sull’inflazione Usa. In tal senso, i prezzi al consumo sono cresciuti del 3,7% su base annua, superiore alle attese (+3,6%). In linea con le attese invece l’inflazione core, ossia l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili, che ha registrato un incremento del 4,1%, contro il +4,3% del mese precedente.
In questo contesto bisognerà vedere la traiettoria dei tassi di interesse e in seguito ai dati sull’inflazione Usa oltre le attese, i mercati sono tornati a stimare con una probabilità del 40% per un nuovo rialzo del costo del denaro da 0,25% entro la fine del 2023.
I migliori e peggiori a Piazza Affari
I titoli migliori
Sul listino principale di Milano, acquisti in particolar modo sui titoli petroliferi che hanno beneficiato dei rialzi del prezzo del petrolio. Acquisti anche sul comparto della difesa con molte società produttrici di armi e munizioni che hanno beneficiato del ritorno delle tensioni geopolitiche.
In tal senso, Leonardo chiude in cima al listino principale con un progresso del +8%, seguita da Saipem (+8%)
Chiudono la cinquina dei migliori Tenaris (+7,7%), Eni (+5,8%) e Erg (+4,7%).
Leonardo (+8%): sui livelli del 2018
Il titolo Leonardo dalla seduta di venerdì scorso ha guadagnato circa il 10% passando da area 12 euro agli attuali 14,2 euro ad azione. Come vediamo dal grafico qui sotto, il titolo Leonardo è riuscito anche a rompere al rialzo i precedenti massimi di fine settembre, riportandosi così sui livelli di prezzo del 2018.
Saipem (+8%): torna sopra media mobile 200
Positività per l’intero comparto petrolifero con Saipem che chiude l’ottava con un rialzo di oltre l’8%. Il titolo è riuscito a superare al rialzo le aree di resistenza date dalla media mobile a 50 (linea blu) e da quella a 200 (linea arancione). Il titolo si torva poco sopra a 1,5 euro (+34% da inizio anno) e in caso di proseguimento della forza di breve periodo i successivi livelli di resistenza da monitorare sono in area 1,6 euro, massimi di fine settembre.
I titoli peggiori
A Milano vendite in particolare su Moncler che chiude l’ottava con un calo di oltre il 5%, seguito da Diasorin (-5,3%) e Campari (-4,3%).
Moncler (-5%): annulla i guadagni da inizio anno
Debolezza sul titolo Moncler che nella seduta di ieri si è riportato al di sotto dell’area supportiva a qupta 53 euro. In caso di proseguimento delle vendite, la mancata tenuta del supporto di breve periodo in area 52 euro potrebbe spingere le quotazioni sui livelli di inizio anno.
Moncler dai massimi di periodo segnati a maggio di quest’anno ha perso circa il 23%, annullando così i guadagni da inizio anno.
Diasorin (-5,3%): sui livelli del 2019
Continua il trend ribassista su Diasorin che questa settimana si è riportato al di sotto dell’area supportiva a quota 84 euro, trovandosi così sui livelli del 2019. In caso di ulteriore debolezza i livelli di supporto da monitorare sono in area 80 euro, mentre al rialzo sono un ritorno dei prezzi sopra 85 euro potrebbe fornire i primi segnali di recupero.
Gli appuntamenti di settimana prossima
La prossima settimana si terranno numerosi discorsi di vari banchieri centrali sia per la BCE, ma soprattutto per la Fed. In tal senso, non mancherà il discorso di giovedì del Presidente Powell all’Economic Club di New York.
Tra i dati macroeconomici da monitorare troviamo le vendite al dettaglio Usa attese martedì. Da monitorare anche l’inflazione del Regno Unito attesa per mercoledì ancora una volta in rallentamento.
Focus anche sulla Cina con la pubblicazione di mercoledì del Pil del terzo trimestre, atteso in rallentamento, mentre venerdì l’inflazione giapponese (attesa anch’essa in rallentamento).
Infine, entra nel vivo la stagione delle trimestrali con la pubblicazione dei conti di Goldman Sachs, Bank of America, Morgan Stanley, Netflix e Tesla.