Piazza Affari: Equita resta neutral, focus su mid-small cap e titoli di qualità
I listini globali si avviano a chiudere una settimana all’insegna dei rialzi. I primi riscontri positivi sono già arrivati dal Giappone che, grazie agli acquisti di oggi di oltre il 3%, ha terminato l’ottava con un saldo positivo di più dell’8%. In attesa di Wall Street (che al momento vede il Nasdaq segnare un aumento settimanale di circa il 5%), in Europa si mette in evidenza il Ftse Mib tra i migliori del Vecchio Continente. L’indice milanese, che oggi ha riagganciato la soglia dei 33mila punti, si appresta ad archiviare l’ottava con una crescita di oltre il 3%. Con una volatilità che al momento sembra essere sotto controllo (il Vix viaggia in area 15 punti, dopo lo scatto di inizio agosto sopra quota 45).
Sul mercato sembrano essersi diradate le pesanti nubi, arrivate con le turbolenze dello scorso 5 agosto, lasciando spazio al ritorno del sereno. Merito di alcuni dati macro che in settimana hanno allontanato i numerosi rischi e le preoccupazioni legate a una possibile recessione negli Stati Uniti. Tra le buone notizie c’è senz’altro la lettura di luglio dell’inflazione Usa che ha frenato, consolidando le aspettative di un primo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) nella riunione di settembre.
“I mercati azionari hanno recuperato parte della correzione che ha caratterizzato la prima parte del mese, causata da diversi fattori“, commenta Luigi De Bellis, co-responsabile del research team di Equita, ribadendo la “view neutrale sui mercati azionari, con un’inclinazione più costruttiva verso le mid-small cap e titoli di qualità”.
Inflazione Usa, Fed sempre più vicina al taglio tassi. Attesa per Jackson Hole
Con il dato sull’inflazione americana arrivato mercoledì scorso, sui mercati si è cementata l’attesa di un taglio dei tassi della Fed a settembre. Nel mese di luglio, l’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è aumentato meno del previsto per il quarto mese consecutivo, con l’indice CPI in crescita dello +0,2% su base mensile e del 2,9% su base annua rispetto a una stima del +3%. Il dato “core”, ossia al netto delle componenti più volatili come energia e alimentari, è stato in linea con le attese (+0,2% m/m e +3,2% a/a).
“Questi dati rappresentano una notizia positiva per la Fed, poiché le dinamiche dell’inflazione “core” continuano a muoversi nella giusta direzione, avvicinandosi a un percorso più coerente con l’obiettivo del 2%. Ciò aumenta le probabilità che la Fed inizierà il ciclo di allentamento monetario già a settembre, con un taglio di almeno 25 punti base, mentre i dati sull’occupazione delle prossime settimane potrebbero rafforzare le probabilità di un taglio anche di 50 punti base”, sottolinea l’esperto di Equita che ricorda poi l’appuntamento clou di agosto per la Fed, ovvero il Simposio di Jackson Hole che quest’anno avrà come focus “Reassessing the Effectiveness and Transmission of Monetary Policy”. Potrebbe rappresentare l’occasione ideale per il presidente Powell (il cui discorso è previsto il 23 agosto) per preparare il terreno in vista delle decisioni di settembre.
Equita, view neutrale sui mercati. Più costruttiva su mid-small cap e titoli di qualità
Nella settimana di Ferragosto (in cui Piazza Affari è rimasta chiusa nella seduta di ieri 15 agosto) i mercati azionari hanno così messo a segno i rialzi che gli hanno permesso di recuperare parte della correzione che ha caratterizzato la prima parte del mese, causata da diversi fattori. Equita cita, in particolare, “i dati macro più deboli del previsto (come ad esempio l’indice Ism Usa); la liquidazione delle operazioni di carry trade; timori per rischi geopolitici; ed infine l’eccessivo posizionamento su alcuni settori (AI/tech/growth/crypto)”.
Gauardando ai mercati, la sim milanese mantiene una “view neutrale sui mercati azionari, con un’inclinazione più costruttiva verso le mid-small cap e titoli di qualità (tra i nostri preferiti: DiaSorin, Campari, Mediolanum, Moltiply, Marr, Reply)”. Con uno scenario base che prevede che: l’economia non entri in recessione, l’inflazione rallenti e le banche centrali avviino il processo di allenamento monetario. Con un rischio su tutti, secondo Luigi de Bellis: un’inflazione più persistente del previsto e banche centrali più esitanti nel ridurre i tassi, aumentando le probabilità di un peggioramento del quadro macroeconomico.