Piazza Affari cauta, spread sotto muro 200: quali sono le soluzioni ‘market-friendly’?
Piazza Affari parte cauta, con lo spread che viaggia sotto i 200 punti base. In questo secondo giorno di consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che oggi sentirà i partiti, l’attenzione resta rivolta alla crisi di governo e alle pieghe che prenderà. Con il mercato che continua a puntare su una soluzione che non porti a un nuovo voto in autunno. Si guarda in particolare a una potenziale intesa tra Movimento 5 Stelle e Pd (già ribattezzato esecutivo giallo-rosso), ancora di più dopo le ‘aperture’ del segretario dei Dem, Nicola Zingaretti. Al momento la volontà principale di Mattarella sembrerebbe quella di non perdere tempo, formando un nuovo governo politico.
In questo scenario che resta ancora incerto, poco prima delle 9.30, dopo un avvio sotto la parità ora la Borsa di Milano si muove in moderato rialzo dello 0,12% a 20.893,91 punti, facendo meglio delle principali Piazze europee che sono in territorio negativo. E lo spread? Seguendo il copione dei giorni passati, continua la sua discesa, tornando a posizionaris sotto la soglia psicologica di 200 punti base (ora viaggia a 198 punti base), con i rendimenti del Btp decennale scesi in avvio di giornata sotto l’1,3%. Come sottolinea “La Repubblica“, ci sono “ragioni politiche, tutte interne, e ragioni macroeconomiche, tecniche” per cui quello che è considerato il termometro più sensibile del rischio–Italia non è schizzato vero l’alto.
Una discesa che sta sostenendo il settore bancario: in vetta al listino milanese c’è Banco Bpm che guadagna circa l’1,8%, positiva anche Ubi Banca che sale di circa un punto percentuale. Tra le prime della classe c’è ancora Juventus che continua la sua striscia positiva in Borsa, che ha trovato sponda nei giorni scorsi da un report di Boston Consulting che ha incoronato i bianconeri come la società italiana che ha creato più valore negli ultimi 5 anni (approfondisci la notizia).
Tornando alla situazione politica italiana, in queste ore continuano a circolare gli scenari possibili che sembrebbero due: da una parte le elezioni anticipate e dall’altra un nuovo governo (scenario definito market- friendly). “Un accordo tra M5S e Pd rappresenterebbe lo scenario più probabile per il mercato – afferma il capo analista di Scope Ratings, Dennis Shen – poiché i dem potrebbero bilanciare alcuni degli impulsi di politica di bilancio espansiva di M5S e con un maggiore rispetto delle norme europee, riducendo di conseguenza le tensioni Bruxelles”. Per quanto riguarda l’allentamento dello spread che si era spinto ad agosto a quota 240 e ora viaggia in area 200, Scope Rating scrive: “Garantire la sostenibilità del debito italiano e mantenere la fiducia del mercato rimangono sfide importanti, anche nel contesto di bassi tassi di interesse di oggi“. Un futuro governo italiano, suggerisce infine Shen, non dovrà perdere di cita queste questioni.
Allargando lo sguardo alle questioni internazionali, gli investitori si muovono con prudenza in attesa del discorso di Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, in programma venerdì al simposio di Jackson Hole. Si attendono eventuali indicazioni sul tema dei tassi, dopo i recenti attacchi del presidente Usa, Donald Trump, e in vista della riunione della Fed di settembre. Tra i test di giornata per la zona euro i verbali della banca centrale europea (Bce) e i dati che stanno arrivando dal settore manifatturiero e servizi delle principali economie europee. L’attenzione era rivolta soprattutto alla Germania che ha visto l’attività manifatturiera migliorare ad agosto, seppur mantenendosi in una fase di contrazione. Secondo la lettura preliminare, l’indice Pmi manifatturiero si è attestato ad agosto a 43,6 punti contro i 43,2 punti di luglio. Gli analisti si aspettavano un calo a 43 punti.
Per quanto riguarda le minute della Bce, gli esperti di Intesa Sanpaolo scrivono: “I verbali dovrebbero riflettere il messaggio già emerso dal comunicato, che aveva aperto alla possibilità di tornare a tagliare i tassi entro i prossimi mesi (una limatura potrebbe arrivare già alla riunione del 12 settembre). Complessivamente però l’ampiezza dei movimenti potrebbe rimanere contenuta in attesa di indicazioni più aggiornate da Draghi, in occasione di Jackson Hole”.