Notizie Notizie Mondo Petrolio WTI e Brent ai minimi dal 2017. JP Morgan taglia outlook 2019 di 10 dollari

Petrolio WTI e Brent ai minimi dal 2017. JP Morgan taglia outlook 2019 di 10 dollari

23 Novembre 2018 10:39

Prosegue la fase discendente dei prezzi del petrolio, che hanno perso il 30% dall’inizio di ottobre, vittime di un sell off più ampio che ha colpito la gran parte degli asset finanziari globali e anche della convinzione secondo cui, il prossimo anno, l’offerta supererà la domanda.

La politica ha fatto la sua parte, con il presidente americano Donald Trump che si è di nuovo complimentato con l’Arabia Saudita, ringraziando il paese per aver contribuito a frenare la corsa dei prezzi. JP Morgan ha tagliato tra l’altro l’outlook sul petrolio di ben 10 dollari.

Ora Scott Darling, responsabile della divisione di petrolio e gas naturale dell’Asia-Pacifico di JP Morgan, prevede che i prezzi del Brent oscilleranno attorno a $73 al barile nel 2019, rispetto agli $83,50 per barile attesi nell’outlook precedente.

In una intervista rilasciata alla Cnbc, Darling ha affermato che la revisione al ribasso dell’outlook è dovuta all’aumento dell’offerta nel Nord America, previsto per il secondo semestre dell’anno prossimo, passato il quale, per il 2020, JP Morgan stima un prezzo a $64 per il Brent.

I mercati attendono ora di conoscere l’esito del prossimo meeting dell’Opec, in calendario il 6 dicembre. Darling ritiene che l’Opec dovrebbe tagliare la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno per l’intero 2019, per riequilibrare la domanda e l’offerta.

Da segnalare il post su Twitter con cui Trump, mercoledì scorso, si è complimentato con l’Arabia Saudita, nonostante le conclusioni della CIA, secondo cui sarebbe stato lo stesso principe saudita Mohammed bin Salman a ordinare l’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi.

Ma è stato Trump stesso ad affermare che una eventuale rottura tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita farebbe schizzare verso l’alto le quotazioni del petrolio. “Al momento, abbiamo prezzi del petrolio a un magnifico livello. Non distruggerò l’economia mondiale, non distruggerò l’economia del nostro paese facendo lo stupido con l’Arabia Saudita”.

La caduta dei prezzi del petrolio, intanto, continua, con le quotazioni del contratto WTI scambiato sul Nymex di New York che scendono di oltre -2%, a $53,42, dopo essere scivolate fino a $52,82 al barile, soltanto cinque centesimi al di sopra dei $52,77 dello scorso martedì, che ha rappresentato il minimo dall’ottobre del 2017.

I prezzi del Brent arretrano dello 0,72%, a $62,15, dopo essere crollati al minimo dal dicembre del 2017, a $61,52.

Da segnalare il tonfo che i prezzi hanno sofferto a ottobre.

Dopo aver iniziato il mese sui massimi in quasi quattro anni, sulla scia delle sanzioni Usa contro le esportazioni di petrolio crude dell’Iran, i prezzi hanno riportato il tonfo, su base mensile, peggiore in più di due anni.

In particolare, il WTI è capitolato del 10,8%, soffrendo la flessione più sostenuta dal luglio del 2016, e arretrando di più di $11 rispetto al record del 3 ottobre, a $76,90. Il Brent, anche, è scivolato di più di $11 dal massimo dello scorso 3 ottobre a $86,74, cedendo quasi il 9% a ottobre, confermando la perdita peggiore dal luglio del 2016.

Boom della volatilità, sia del Brent che del WTI, che a novembre si è avvicinata a livelli record dal crollo del mercato nel 2014-2016 e, prima di allora, dalla crisi finanziaria del 2008-2009.