Petrolio: preoccupa aumento produzione Libia, muro dei 50 $ difficile da sfondare
L’impegno Opec a limitare la produzione continua a dover fare i conti con la maggiore produzione che arriva invece dalla Libia, membro Opec esonerato dai tagli. Oggi il prezzo del petrolio viaggia in calo complici proprio le notizie in arrivo dalla Libia con la ripresa della produzione nel campo Sharara, il più grande del paese nordafricano. La produzione è stata gradualmente riavviata martedì. L’instabilità nel paese rende comunque le prospettive di output volatili.
L’OPEC, insieme ai produttori non OPEC tra cui la Russia, si è impegnata a restringere di circa 1,8 milioni di barili la produzione tra il gennaio di quest’anno e marzo 2018 per contrastare il surplus di offerta che al momento caratterizza il mercato.
Le recenti revisioni al rialzo sulla domanda da parte dell’Energy Information Administration (EIA) hanno contribuito a risollevare le quotazioni del prezzo dell’oro nero (+9% il Wti a luglio) che però non è riuscito a rompere la soglia di prezzo di 50 dollari.
Da un lato, il forte calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti, la diminuzione dell’ammontare di impianti di trivellazione e l’aumento della domanda di petrolio in Medio Oriente e in Cina hanno sostenuto i prezzi del petrolio. “Dall’altro – sottolinea Pierre Melki, Equity Analyst Global Equity Research, Energy & Utilities di Union Bancaire Privèe – una crescita costante della produzione petrolifera statunitense che ha raggiunto i massimi da due anni, toccando quota 9,5 milioni di barili al giorno, e un calo della fiducia degli investitori rispetto alla conformità dei Paesi membri all’accordo OPEC hanno continuato a esercitare una pressione al ribasso sul barile”.
Spread tra Wti e Brent ai massimi a due anni
Sul mercato si segnala poi l’allargamento dello spread tra WTI e Brent, che il 18 agosto ha raggiunto i 4,21 dollari, sui massimi da due anni. il motivo è da ricercare nella dinamica in atto sul mercato Usa. “A causa dell’offerta eccessiva negli Stati Uniti la curva dei future del WTI si sta trasformando sempre di più in un Contango – argomenta Pierre Melki – poiché i compratori sono disposti a pagare di più per una consegna futura, al fine di evitare costi di stoccaggio e di assicurazione. Per quanto riguarda il Brent, invece, gli acquirenti preferiscono una consegna più immediata, segnalando una carenza e trasformando la curva future in un backwardation per la prima volta in 3 anni”.
Strategia Opec in salita
Il mercato si interroga poi su quanto ci vorrà perchè la strategia OPEC annunciata nel novembre 2016 abbia successo. L’OPEC si riunirà nuovamente il 30 novembre a Vienna per discutere se estendere o porre fine all’accordo sul taglio della produzione di petrolio. All’inizio gli operatori si aspettavano che questa avrebbe avuto successo entro 6 mesi; ora invece sembra che ci vorranno anni. “A meno che le tensioni politiche in Libia e nel Venezuela non continuino ad intensificarsi e a ostacolare l’approvvigionamento di petrolio grezzo, crediamo che la strada verso il successo sia ancora lunga e che prima di riuscire a vedere un calo della produzione di scisto negli Stati Uniti, i prezzi non sfonderanno in maniera significativa il muro al di sopra dei 50 dollari”, conclude l’esperto di Union Bancaire Privèe.