Petrolio, Opec taglia stime su crescita domanda 2024 e 2025
L’Opec ha tagliato le previsioni di crescita della domanda di petrolio per il 2024 e 2025. Il cartello ha ridotto le stime per il quinto mese consecutivo, segnando il più ampio ridimensionamento finora per quanto riguarda l’anno prossimo. Il tutto, pochi giorni dopo l’estensione dei tagli alla produzione da parte dell’Opec+, che ha ritardato il ripristino delle forniture di altri tre mesi.
Opec rivede al ribasso le previsioni sulla domanda di petrolio
Nel suo ultimo rapporto mensile, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ha ridotto di 210.000 barili al giorno le proiezioni di crescita della domanda per il 2024, portandole a 1,6 milioni di barili al giorno.
L’Opec prevede che il consumo medio di petrolio nel 2024 sarà di 103,82 milioni di barili al giorno. Per il 2025, la crescita è stata ulteriormente ridotta di 90.000 barili al giorno, a 1,4 milioni di barili al giorno.
Da luglio a oggi, il calo complessivo delle stime è stato del 27%, riflettendo un quadro di mercato più debole.
Stime Opec più ottimiste rispetto al mercato
Nonostante le revisioni, le previsioni di crescita dell’Opec rimangono significativamente più alte rispetto a quelle di Morgan Stanley, Goldman Sachs e dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA). Anche le stime dell’azienda statale saudita Aramco risultano più contenute rispetto ai dati del cartello.
La difficoltà dell’OPEC nel prevedere accuratamente la domanda di quest’anno solleva dubbi sulle sue aspettative a lungo termine, secondo cui il consumo continuerà a crescere fino alla metà del secolo, una visione che trova pochi consensi all’interno dell’industria petrolifera.
Petrolio in forte calo rispetto all’estate
La decisione segue di una settimana l’annuncio dell’alleanza Opec+, guidata da Arabia Saudita e Russia, di rinviare nuovamente l’aumento della produzione di petrolio. Il primo incremento, originariamente previsto per gennaio 2024, è stato spostato ad aprile, con un ritmo di ripresa più lento rispetto ai piani iniziali.
L’alleanza sta limitando la produzione dal 2022 per evitare un surplus e sostenere i prezzi. I nuovi piani puntano ad un graduale ripristino entro la fine del 2026 dei 2,2 milioni di barili al giorno attualmente oggetto di tagli.
I prezzi del petrolio sono scesi del 17% dall’inizio di luglio, influenzati dal rallentamento economico in Cina e dall’aumento dell’offerta proveniente da Stati Uniti, Brasile e Canada. Attualmente, il Brent scambia intorno ai 73 dollari al barile, un livello insufficiente per molti membri del cartello per coprire le spese governative.