Petrolio, il rally del greggio tra domanda invernale e sanzioni alla Russia
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I prezzi del greggio WTI e Brent inaugurano il 2025 con un gennaio decisamente positivo, registrando rialzi importanti. Questo trend segue un ultimo trimestre 2024 caratterizzato da movimenti laterali nella fascia bassa delle gamme prevalenti degli ultimi due anni. A fronte di un mercato previsto ben fornito nel 2025, sostenuto da una crescita della produzione non-OPEC+ di 1,4 milioni di barili al giorno e una domanda globale in aumento di 1,1 milioni di barili, le prospettive a breve termine si sono fatte più rialziste. Tra i driver principali, la forte domanda invernale di gasolio e olio da riscaldamento, unita alle sanzioni USA sull’industria petrolifera russa, hanno spinto al rialzo le quotazioni, creando nuove opportunità per gli investitori. Il trend emerge dall’analisi di Ole Hansen, Head of Commodity Strategy di BG SAXO e Saxo Bank.
Il rally del petrolio
In particolare, secondo quanto rileva l’esperto, i prezzi del greggio WTI e Brent hanno registrato forti rialzi finora in questo gennaio, dopo un ultimo trimestre del 2024 che ha visto la maggior parte dell’attività concentrarsi vicino al limite inferiore delle gamme prevalenti negli ultimi due anni. Sebbene le previsioni per il 2025 suggeriscano un mercato ben fornito, trainato da una crescita della produzione non-OPEC+ di circa 1,4 milioni di barili al giorno – superando la crescita della domanda globale, che l’AIE stima in circa 1,1 milioni di barili al giorno – le prospettive a breve termine sono diventate sempre più favorevoli. Questo cambiamento è dovuto ad una combinazione di una forte domanda invernale di gasolio e olio da riscaldamento e, non da ultimo, all’ultima serie di sanzioni statunitensi sull’industria petrolifera russa, che sono andate ben oltre le aspettative.
Il peso dell’inverso rigido
Un gennaio eccezionalmente freddo in alcune zone degli Stati Uniti ha fatto aumentare la domanda non solo di gas naturale, che è salito ad un massimo di due anni sopra 4 USD per MMBtu, ma anche di gasolio e combustibili per il riscaldamento. Insieme alla riduzione delle scorte di greggio negli Stati Uniti, questi sviluppi hanno già fatto salire i prezzi prima degli ultimi annunci di sanzioni. Le scorte di greggio statunitensi a Cushing, l’hub di consegna del WTI Futures, sono scese ai minimi di 11 anni, avvicinandosi al livello minimo operativo di 20 milioni di barili. Questo calo delle scorte ha rafforzato la struttura di backwardation, in cui i prezzi per la consegna immediata aumentano più rapidamente di quelli per la consegna futura.
L’opportunità per chi investe
Questo sviluppo ha attirato la domanda degli investitori grazie al carry positivo che si ottiene quando si passa da un contratto in scadenza ad uno a prezzo inferiore. A prezzi invariati per tre mesi, un investitore che detiene e rinnova i futures sul WTI potrebbe potenzialmente ottenere un rendimento annualizzato di quasi il 15%, fornendo un significativo vento favorevole per le posizioni rialziste, scoraggiando allo stesso tempo le vendite allo scoperto del mercato petrolifero in questa fase.