Petrolio, i veri motivi dietro il taglio dell’Opec+
Il taglio a sorpresa della produzione dell’OPEC+ era rivolto direttamente a un pubblico importante: i venditori allo scoperto, che scommettevano sul calo dei prezzi del petrolio in seguito alla crisi del settore bancario. La decisione dell’Opec +, guidata dall’Arabia Saudita potrebbe avere un impatto sull’economia globale e soprattutto sull’inflazione fortemente combattuta dalle banche centrali. Ma vediamo i veri motivi dietro la decisione a sorpresa di tagliare la produzione di oltre 1 milione di barili al giorno a partire da maggio.
Opec, il messaggio ai venditori allo scoperto
Si tratta sostanzialmente di un ritorno alla tattica usata per la prima volta dal ministro dell’Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, nel 2020, quando disse notoriamente che voleva che “i ragazzi nelle sale di trading fossero il più nervosi possibile” e giurò che “chi scommette contro questo mercato piangerà come se fosse l’inferno.”
L’avvertimento destinato ai cosiddetti “short seller” , per il momento, ha avuto successo. I mercati sono stati spiazzati e i futures sul petrolio ieri sono saliti fino all’8%, per poi guadagnare il 5%. Attualmente il wti sale dello 0,9% e prezza 80 dollari al barile.
L’Opec+ ha anche colto nel fuoco incrociato i consumatori e l’economia globale, alimentando preoccupazioni per l’inflazione e spingendo a scommettere su ulteriori aumenti dei tassi di interesse.
Il cartello dei paesi produttori di petrolio e i suoi alleati hanno percepito la necessità di un cambiamento nella politica petrolifera il 20 marzo, secondo fonti di Bloomberg. Si tratta del periodo in cui il greggio Brent è sceso sui minimo di 15 mesi vicino ai $70 al barile in seguito alla crisi relativa al settore bancario che é una minaccia alla crescita dell’economia globale. I sauditi hanno riflettuto sul fatto che i venditori allo scoperto dovevano ricordare il dolore che l’Opec+ possa infliggere, sempre secondo le fonti di Bloomberg a conoscenza dei fatti.
I motivi dietro la decisione dell’Opec
La decisione di trattenere più di 1 milione di barili di petrolio dal mercato a partire da maggio è stata finalizzata in pochi giorni e in un cerchio molto stretto. Alcuni delegati hanno affermato di averlo scoperto solo uno o due giorni prima dell’annuncio. Due funzionari hanno affermato di essere stati completamente colti di sorpresa dalla decisione.
L’impatto è stato tanto maggiore perché, l’Opec ha sottolineato che manterranno i livelli di produzione più bassi fino alla fine del 2023.
Spiegando la decisione, i delegati dell’Opec hanno indicato i dati di mercato sull’accumulo di vendite allo scoperto.
Ed il crollo dei prezzi di fine marzo dovuto alla crisi bancaria, gli speculatori hanno accumulato scommesse ribassiste sul greggio statunitense al massimo in quattro anni e hanno ridotto le posizioni rialziste al minimo in oltre un decennio, secondo i dati della CFTC.
L’acquisizione di Credit Suisse da parte della rivale UBS frettolosamente mediata dal governo elvetico aveva fatto temere che il contagio finanziario potesse danneggiare l’economia globale.
Man mano che le preoccupazioni del regno relative alla forza della domanda di petrolio, crescevano emersero prove che l’offerta era più che ampia, secondo le fonti a conoscenza dei fatti.
Inoltre, alla fine di marzo, un importante gasdotto di esportazione dall’Iraq è stato interrotto a causa di un litigio legale tra il governo regionale curdo e Baghdad, che ha fatto perdere circa 400.000 barili al giorno di fornitura globale. Eppure il greggio è salito solo del 4%, rafforzando la visione che gli speculatori ribassisti hanno dominato il mercato.
In termini del lato politico, ricordiamo che la Russia, membro dell’Opec+, a febbraio ha deciso unilateralmente di tagliare la propria produzione di 400.000 barili al giorno.
La reazione di Washington
I sauditi hanno dovuto considerare anche come la decisione di tagliare la produzione avrebbe impattato le sue relazioni con Washington, rapporto già messo a dura prova in seguito al rifiuto del regno di ascoltare le richieste americane di aumentare la produzione di greggio.
Se i tagli alla produzione riporteranno in gioco il greggio 100 dollari al barile, con tutti gli effetti sull’inflazione fortemente combattuta dalla Fed i consumatori statunitensi e la Casa Bianca potrebbero unirsi ai venditori allo scoperto in