Petrolio: fondamentali in fase di ribilanciamento. Prezzi stimati in backwardation
Il ribilanciamento del mercato petrolifero sta accelerando. È quanto si legge in una nota diffusa dagli analisti di Goldman Sachs. “Se da un lato c’è incertezza sulla produzione Opec, gli ultimi dati fondamentali sono risultati migliori delle nostre attese” e, se il trend dovesse continuare, “la normalizzazione degli stock dovrebbe essere raggiunta a inizio 2018”.
In rialzo nell’ultimo mese di 3,7 e di 4 dollari il barile, Brent e WTI e scambiano rispettivamente a 51,5 e a 49 dollari. A dispetto dei recenti guadagni, la banca d’investimento si conferma “cautamente ottimista sui prezzi”.
A spingere le quotazioni è un mix di fattori tra cui il calo delle scorte globali, scese di 83 milioni dal mese di marzo, la riduzione delle trivellazioni negli Stati Uniti, che dopo un rallentamento hanno segnato i primi segni meno, e la forza della domanda.
In particolare, le scorte statunitensi, che nell’ultima rilevazione hanno doppiato il consenso con un rosso di 7,2 milioni di barili, in 15 settimane sono scese in 13 occasioni.
Particolarmente forte, rileva Damien Courvalin di Goldman, anche la domanda in arrivo da Europa, India e Cina. Secondo l’esperto, si tratta di un trend destinato a continuare anche nella seconda metà dell’anno e che continuerà a favorire il ribilanciamento del mercato.
La pressione sugli stock, stima Courvalin, potrebbe spingere la struttura dei prezzi in backwardation, la condizione che si verifica quando le quotazioni sulle scadenze più ravvicinate sono superiori a quelle future. In presenza di una domanda costante, nei prossimi mesi il mercato potrebbe quindi registrare qualche difficoltà a soddisfare la domanda.