Petrolio corre, Brent oltre soglia 90$: tagli Arabia e Russia guidano i rialzi
Il petrolio torna a correre, con il Brent che infrange per la prima volta nel 2023 la soglia dei 90 dollari al barile. A risvegliare le quotazioni (deboli in mattinata e nel primo pomeriggio italiano) la notizia che il mercato aspettava ma che di fatto è andata anche oltre le aspettative: l’Arabia Saudita ha deciso di estendere il taglio unilaterale della produzione di petrolio per altri tre mesi (e non solo uno come pronosticavano gli analisti). Sempre oggi è arrivata anche la decisione della Russia che ha prorogato le proprie restrizioni alle esportazioni.
I prezzi scattano al rialzo
Dopo una mattina all’insegna della debolezza il Wti sale dell’1,4% circa a quota 86,7 dollari al barile, mentre il Brent è tornato sopra la soglia dei 90 dollari al barile, e ora tratta a 89,83 dollari (+0,91%).
Una seduta a due velocità per l’oro nero: la prima parte della giornata era stata dominata dal segno meno, con i prezzi del petrolio sotto pressione dopo gli ultimi aggiornamenti macro provenienti dalla Cina. Nel mese di agosto l’indice Pmi servizi della Cina stilato da Caixin ha mostrato che il settore dei servizi della seconda economia mondiale è cresciuto ad agosto al ritmo più lento degli ultimi otto mesi (dicembre 2022), fornendo un’ulteriore prova del fatto che la ripresa post-pandemia del Paese asiatico stava vacillando. Gli analisti hanno tuttavia affermato che il contesto per il greggio rimane costruttivo.
La decisione dell’Arabia, il driver di giornata del mercato
La riduzione della produzione di 1 milione di barili al giorno dell’Arabia Saudita, leader dell’OPEC, continuerà fino al mese di dicembre. Secondo quanto dichiarato dall’Agenzia di Stampa Statale Saudita, che cita una fonte ufficiale del ministero dell’Energia, ha annunciato che verrà esteso il taglio unilaterale di un milione di barili al giorno, entrato in vigore a luglio ed esteso ad agosto e settembre. Una decisione che dovrebbe essere rivista mensilmente.
La view di Ubs
Prima degli annunci di oggi, il tema oil era finito sotto la lente d’ingradimento di Mark Haefele, chief investment officer di Ubs global wealth management. Secondo l’analisi dell’esperto della banca svizzera, nonostante il rally della scorsa settimana, c’è ancora spazio affinché i prezzi del petrolio possano salire ulteriormente. Nel dettaglio, Ubs indica per il Brent quota 95 dollari al barile e per il Wti quota 91 dollari al barile entro fine dicembre.
Il punto tecnico sul Brent
(a cura dell’analista Simone Borghi)
Il quadro grafico del brent presenta un andamento positivo nel breve periodo. L’oro nero è infatti riuscito venerdì scorso a tranciare di netto il livello statico a 87,6 dollari che praticamente ostacola il rialzo dei corsi da tutto il 2023 e soprattutto il potente strappo rialzista di metà aprile avviato dai minimi annui a 70,12 dollari del 20 marzo. Il rimbalzo attuale del Brent è iniziato a fine giugno dopo aver toccato per diverse volte nel giro di due mesi il supporto a 71,4 dollari. Da qui il movimento ascendente ha portato l’oro nero oltre quota 90 dollari, sui massimi da novembre 2022. In tale scenario, solo il superamento di 91,7 dollari potrebbe aprire la strada a una graduale risalita verso 98,6 dollari. Al ribasso, invece, non si può escludere una breve correzione dopo la rottura del supporto a 87,6 dollari. In tal caso i successivi target al ribasso si collocano a 82,3 e 78,7 dollari.