Petrolio ben impostato verso quota $100
Oggi il prezzo del petrolio torna a scendere con il Wti, il benchmark USA, che torna sui 92 dollari (-1%) al barile dopo aver toccato brevemente i 95 dollari, in seguito alla diminuzione delle scorte USA in un importante hub di stoccaggio a Cushing, Oklahomaha. Il dato sulle scorte ha alimentato i timori di un calo delle forniture di greggio a livello globale.
L’andamento del prezzo del petrolio
Il West Texas Intermediate ha toccato il livello più alto dall’agosto dello scorso anno, prima di ridurre i guadagni registrando una piccola variazione del prezzo da 95 a 92 dollari al barile. L’ultimo rialzo del prezzo del greggio è stato guidato dal calo delle scorte di greggio USA in Oklahoma, il punto di consegna dei futures statunitensi. Di conseguenza crescono i prezzi dei futures a causa dei timori di scarsità.
Ma anche le curve forward, ovvero la differenza tra il prezzo del future in scadenza e il prossimo contratto, hanno dei prezzi elevati a causa delle aspettative relative alla scarsità.
“Tutto si riduce davvero alle preoccupazioni per il calo dell’offerta che continua e addirittura si aggrava durante i mesi invernali dell’emisfero settentrionale”, ha dichiarato Vandana Hari, Vanda Insights in un intervista a Bloomberg TV. “Il mercato è molto teso in questo momento, quasi sull’orlo del panico”.
L’effetto Russia-Arabia Saudita
Secondo i dati pubblicati mercoledì 27 settembre, le scorte complessive di greggio statunitense sono diminuite più del previsto, evidenziando la rapidità con cui il mercato si sta restringendo a causa dei tagli alle forniture da parte dell’Arabia Saudita e della Russia.
Il Wti è balzato di circa un terzo dalla fine di giugno, e a fine settembre potrebbe registrare il più grande guadagno trimestrale da giugno 2020, quando i prezzi hanno oscillato nei primi mesi della pandemia. Mentre, questa settimana, il Brent, il benchmark europeo, ha brevemente superato i 97 dollari al barile.
All’inizio di questo mese, l’OPEC stimava un deficit di greggio pari a 3 milioni di barili al giorno nel quarto trimestre del 2023. Nello stesso tempo la domanda negli Stati Uniti e in Cina si sta dimostrando resiliente, la stragrande maggioranza degli analisti ora vedono il raggiungimento del target dei 100 dollari inevitabile.
La rigidità fisica si riflette nella curva dei futures del petrolio. Lo spread del Wti – la differenza di prezzo tra il contratto future più vicino e quello successivo è salito fino a 2,60 dollari al barile rispetto ai soli 61 centesimi a metà della scorsa settimana.
Tuttavia, la domanda sembra resistere nonostante i prezzi più alti. Il consumo globale di carburanti per trasporti è aumentato la scorsa settimana, sostenuto dall’attività di autotrasporto cinese e dall’aumento dei viaggi internazionali in vista delle vacanze della Settimana d’Oro, ha affermato in una nota JPMorgan.