Notizie Notizie Italia Perché quotarsi nel pieno della bufera finanziaria: la storia di Unidata

Perché quotarsi nel pieno della bufera finanziaria: la storia di Unidata

19 Marzo 2020 09:36

Nel pieno della bufera dell’emergenza sanitaria ed economica dettata dal coronavirus, con i mercati finanziari in modalità risk-off, a Piazza Affari si è quotata a inizio settimana la prima società del 2020. Si tratta di Unidata, società attiva nel settore delle telecomunicazioni (con una rilevante presenza a Roma e nel Lazio), che è sbarcata sull’Aim Italia, il listino dedicato alle piccole e medie imprese.

In fase di collocamento il gruppo, che gestisce una rete in fibra ottica di oltre 2mila km, una rete wireless e un data center proprietario e che fornisce oltre 6.500 clienti business, ha raccolto 5,7 milioni di euro. Il flottante al momento dell’ammissione è del 18% e la capitalizzazione è pari a circa 31,7 milioni. E il debutto, avvenuto nel giorno in cui il Ftse Mib ha sprofondato in chiusura di oltre il 6%, è stato positivo: le azioni hanno chiuso a 13,58 euro, in aumento del 4,46% rispetto al prezzo di offerta pari a 13 euro. Con una capitalizzazione a fine giornata di 33,1 milioni euro.

“Siamo la prima società del 2020 a quotarci e i risultati del collocamento hanno registrato una domanda di 2,5 volte superiore alla raccolta finale, seppur in un momento di difficoltà dell’economia generale e dei mercati finanziari dovuto al Covid-19, premiando così il nostro progetto imprenditoriale”, dichiarava alla vigilia della quotazione Renato Brunetti, fondatore e presidente di Unidata.

Borse.it ha intervistato proprio Renato Brunetti, parlando del progetto quotazione in un momento così critico per il Paese e i mercati, e discutendo dei progetti futuri di crescita del gruppo.

Siete sbarcati in Borsa in un momento di a dir poco difficile per il Paese e per i mercati azionari: avete valutato la possibilità di rimandare la quotazione?

L’evoluzione dell’emergenza Covid-19 è stata improvvisa e inattesa ma abbiamo voluto tenere la barra dritta perché l’azienda era pronta e il progetto industriale solido. Avevamo lavorato molto e rimandare la quotazione in attesa di mercati più stabili o della fine del Covid-19 di cui non avevamo certezza non ci è sembrato opportuno. Per questo abbiamo deciso di andare avanti in ogni caso. Inoltre, volevamo dare un messaggio di positività al mercato finanziario e alle aziende Pmi che stanno pensando di quotarsi e sono in pipeline per la quotazione. Unidata ha riscontrato da parte del mercato finanziario una risposta positiva, anche grazie al settore in cui opera che è anticiclico e non è collegato direttamente all’andamento dei mercati stessi.

Il settore in cui operate è ‘strategico’ in questo momento per l’intero Paese anche alla luce delle nuove modalità di lavoro.  Come state affrontando a livello societario l’emergenza coronavirus? E quali sono gli impatti in termini economico-finanziari che state registrando?

Le conseguenze della situazione che stiamo vivendo riguardo il Covid-19 purtroppo tocca le vite e il lavoro di tutti noi in questi giorni, e noi siamo al riguardo vigili e reattivi. I nostri uffici sono operativi, alcuni dipartimenti H24 e i nostri dipendenti sono tutti in servizio. Ci siamo naturalmente strutturati per garantire, in conformità ai più stringenti protocolli, la massima sicurezza a tutti i nostri lavoratori.

Nel settore delle telecomunicazioni possiamo vedere l’impatto sotto due diversi punti di vista:

– Realizzazione di infrastrutture, i cui componenti fondamentali sono i cavi ottici continua una buona produzione nazionale ed europea e non si hanno problemi per il reperimento delle materie prime. I nostri fornitori danno seguito regolarmente alla loro fornitura senza interruzione.

– Fornitura dei servizi, in cui abbiamo rilevato un aumento del traffico internet che si è incrementato di circa il 30%, soprattutto negli ultimi giorni dovuto allo smart working da casa, per i provvedimenti presi dalle Amministrazioni Pubbliche e da numerosi uffici per far fronte all’emergenza sanitaria.

Stiamo già mettendo a disposizione dei nostri clienti soluzioni e strumenti che rendano sempre più efficiente, sicuro e veloce lavorare anche da casa con la massima attenzione alla protezione della gestione in Cloud dei numerosi dati prodotti nel lavoro.

Sicuramente il settore delle telecomunicazioni ha una responsabilità importante in questo periodo di presidio per consentire a tutti continuità di servizio che dobbiamo garantire riuscendo a fare fronte nel modo più veloce ed in sicurezza ad un ulteriore incremento di domanda. Potrà, inoltre, fare aumentare abitudini nell’uso della comunicazione e produzione a distanza con opportunità anche di risparmio che potranno radicarsi a vantaggio di clienti.

Non abbiamo registrato impatti negativi dalla vicenda Covid-19 anzi, ha determinato e determinerà nel futuro un aumento dei servizi di telecomunicazione e internet e Cloud, settori nei quali opera Unidata.

Passiamo a Unidata e alla quotazione: cosa vi ha spinto a quotarvi? E dove destinerete buona parte dei proventi dell’Ipo?

La quotazione in Borsa è un passaggio quasi obbligato per una azienda come la nostra che opera in un mercato anticiclico, innovativo e ad alto potenziale di crescita. I proventi dell’Ipo verranno destinati per accelerare il percorso di sviluppo che ha l’obiettivo di rafforzare la nostra posizione di mercato e finanziare la crescita per linee esterne sostenendo il nostro business plan.

Vi definite un operatore di telecomunicazioni con una rilevante presenza a Roma e nel Lazio: quali sono i prossimi step di crescita?

Siamo fortemente radicati a Roma e nel Lazio e pensiamo di crescere anche nelle Regioni limitrofe dove vogliamo sviluppare  nuove reti di infrastrutture in un contesto di mercato oggi molto favorevole anche alla luce del  piano nazionale di sviluppo per la banda ultra larga approvato dal Governo italiano per la modernizzazione delle infrastrutture  che fissa come obiettivo la copertura con connettività  FTTH di almeno l’85% della popolazione, con lo sviluppo di reti anche in aree a bassa concentrazione di servizi.  Tra i prossimi step in agenda vogliamo attrarre nuovi talenti e valuteremo eventuali acquisizioni.