Passa la paura sui mercati, per gli analisti correzione attesa e salutare
La volatilità rimarrà elevata rispetto al passato più recente ma le prospettive per il 2018 sui mercati rimangono buone. Analisti concordi sulla necessità della correzione
Tanto tuonò che piovve. La correzione è arrivata sui mercati preannunciata dal tuono della crescita dei salari negli Stati Uniti, al 2,9% su base annua. Solo l’innesco, in realtà, o la scusa per scaricare gli eccessi del mercato. Ora la calma sembra tornata sui mercati anche se la volatilità da ora in poi sarà, secondo gli analisti, più elevata.
“La crescita dei salari negli Stati Uniti del +2,9% su base annua a gennaio è in linea con le aspettative della Fed, dopo un 2017 in cui è stata inferiore alle attese. Questa variazione, normale nell’attuale fase del ciclo, determina un forte aggiustamento delle aspettative inflazionistiche e del livello dei tassi d’interesse. La materializzazione di questa revisione provoca una temporanea volatilità dei mercati” spiegano in un report Stephane Furet e Shophie Chevalullier, rispettivamente ad e gestore di Dorval AM.
Il 2018 dovrebbe quindi ritrovare il filo del discorso rialzista che aveva seguito da inizio anno spalleggiato, spiega Tim Graf responsabile delle strategie macro per l’area Emea di State Street Global Markets
“da una solida crescita a livello globale e da un’inflazione contenuta” sebbene in un ambito più sfidante.
Lo strategist non sembra avere timore di fiammate inflazionistiche. Una linea di pensiero simile a quella del team di analisti di Edmond de Rothschild che gettano acqua sul fuoco dell’inflazione:
“Bisogna tenere presente che le statistiche mensili sui salari sono volatili e vengono riviste frequentemente. Anche se le statistiche mostrano aumenti salariali, non c’è alcuna garanzia che tali aumenti salariali si traducano in pressioni inflazionistiche, poiché potrebbero derivare da una maggiore produttività o essere assorbiti nei margini delle imprese. Mentre è quasi certo che il dibattito sull’inflazione che ha contribuito a innescare questo recente rallentamento continuerà nelle prossime settimane, non ci aspettiamo un aumento significativo dell’inflazione statunitense a breve termine. Poiché riteniamo che lo scenario dei fondamentali rimanga solido, questo sell-off rappresenta una buona opportunità per acquistare progressivamente attività rischiose. Prevedendo poi che la volatilità del mercato rimarrà elevata, riteniamo che sarà giustificato un approccio più tattico agli investimenti”.
La repentina discesa dei mercati viene giudicata, insomma, un segnale di salute.
“Vigoroso” secondo James Bateman, chief investment officer di Fidelity International in quanto “il rally sostenuto dal comparto tecnologico negli Stati Uniti aveva ormai portato le valutazioni oltre il limite del ragionevole, le prospettive inflazionistiche non potevano rimanere basse all’infinito”.
Bateman non esclude la ripresa della corsa dei titoli tecnologici ma ritiene più probabile
“che l’attuale battuta d’arresto possa servire a ridefinire la leadership di mercato. Si ravvisano segnali di debolezza in vari settori azionari, ma nessuno cosi` rilevante da influenzare significativamente il mercato. Personalmente, continuo a puntare sulle azioni, ma optando per acquistare nei momenti di calo nelle aree value del mercato, che hanno segnato il passo in occasione del recente rally trainato dal momentum”.