Notizie Notizie Italia Pardi (Retelit): il 27 aprile in gioco il bene dell’azienda, con punti di vista differenti

Pardi (Retelit): il 27 aprile in gioco il bene dell’azienda, con punti di vista differenti

11 Aprile 2018 11:03

Sono ufficialmente due i contendenti scesi in campo per la guida di Retelit, dopo il turnaround avvenuto sotto la guida dell’amministratore delegato Federico Protto e del presidente Dario Pardi (nella foto in basso). Dopo la sigla, da parte degli azionisti di Shareholder value management (Svm), Axxion e Bousval, di un patto di sindacato che rappresenta il 24,36% del capitale sociale, una seconda compagine, rappresentata dalla cordata Fiber 4.0, composta da Raffaele Mincione, Stefano Giorgetti e Luca Cividini, ha presentato una lista di candidati per il rinnovo del Cda nell’assemblea del prossimo 27 aprile. Borse.it ha intervistato il presidente in carica di Retelit Dario Pardi

 

Retelit ha una storia lunga, a volte travagliata, ha cambiato nome più volte ed è stata tra le prime in Italia a sviluppare una propria rete in fibra ottica. Dopo il turnaround effettuato negli ultimi anni quale ruolo giocherà nell’evoluzione del mercato delle telecomunicazioni italiane?

“Nel mercato delle telecomunicazioni negli ultimi anni sono entrati molti operatori, alcuni di dimensioni rilevanti, come ad esempio gli OTT, che ne hanno modificato il panorama. Un altro esempio è il progetto Open Fiber. In questo contesto, Retelit deve avere la capacità di giocare un ruolo di partnership, sia a livello nazionale che internazionale e mettere a disposizione le sue infrastrutture di comunicazione sia di compagnie che vogliano solo far transitare i loro dati in Italia, sia che vogliano stabilirsi sul suolo italiano. Tra i vari comparti in cui si giocheranno partite importanti nel prossimo futuro, c’è poi quello della cyber security. Anche qui Retelit ha la capacità di giocare la propria partita. Infine, il terzo punto è il cavo sottomarino Aae-1 che consentirà a Retelit di giocare un ruolo fondamentale come premium provider infrastrutturale nel mercato wholesale internazionale, particolare sulla tratta Europa Asia”. 

Nell’assemblea del 27 aprile i soci si troveranno a scegliere tra due liste per il consiglio di amministrazione. Una capeggiata dal fondo Shareholder value management mira a confermare i vertici autori del turnaround, quindi anche lei e l’amministratore delegato Federico Protto, l’altra Fiber 4.0 propone una discontinuità. Perché i soci dovrebbero preferire la continuità?

“Diciamo che fondamentalmente, alla fine, qualsiasi tipo di proposta, è fatta, presuppongo, per il bene dell’azienda e questo non può che farmi piacere. La presenza di due liste per il consiglio di amministrazione non deve essere visto come un elemento puramente conflittuale. Poi, per quanto riguarda le singole proposte in campo, ovviamente si tratta di punti di vista differenti. Dal mio punto di vista io ritengo che sia importante continuare a mantenere la capacità della società di autofinanziarsi, per poter progredire nell’area dei servizi. Questa capacità ha dato a Retelit risultati visibili. Se guardiamo ad alcuni dati, la società è passata dall’avere l’1% del fatturato nel mondo corporate a raggiungere il 18%. E nel frattempo il fatturato è aumentato del 40%”.

Le chiedo ora se, all’interno del cammino di continuità che proponete, ci sono dei correttivi da adottare, degli elementi da cambiare, dei miglioramenti da apportare?

“Chi pensa che non ci siamo miglioramenti o correttivi da adottare è un uomo perduto. Ci sono elementi che più che correttivi chiamerei innovativi. Oggi, grazie al miglioramento del posizionamento finanziario della società, Retelit è una società che non solo ha cassa, ma ha anche la possibilità di ottenere credito dal sistema bancario in modo semplice mentre fino a tre anni fa veniva guardata con sospetto. Questo è sicuramente un elemento che è cambiato è questo cambiamento porta all’opportunità di guardare a una crescita anche in aree nuove. Per farlo si può adottare un approccio di lungo periodo, ma non è quello che abbiamo in mente, o privilegiare la tempestività, il che significa acquisire sul mercato le capacità e il know-how. Ad esempio, se si vuole andare verso il mondo della sicurezza, sappiamo che ci vogliono dei requisiti e delle capacità anche di tipo tecnologico che in questo momento la società non possiede. Quindi è chiaro che questi requisiti e capacità vanno acquistati. Poi altro aspetto innovativo sono le partnership. Oggi si possono fare interessanti accordi per offrire dei servizi che altrimenti la società potrebbe erogare solo dopo aver fatto grandi investimenti capital intensive”.

Retelit, lo abbiamo già detto, ha completato un turnaround che si è riflesso positivamente sui conti 2017. Ora due gruppi si propongono per guidarla. Significa che c’è interesse per la società. Che cosa c’è di tanto interessante?

“Innanzitutto una posizione finanziaria estremamente interessante che non c’era tre anni fa. Poi l’infrastruttura assolutamente all’avanguardia di Retelit a livello nazionale, sulla quale possono essere fatti transitare i dati di qualsiasi tipo di azienda, da Londra a Hong Kong, anche grazie alla partecipazione al cavo sottomarino Aae-1. Infine si tratta di un’azienda in forte crescita e che ha dimostrato di poter crescere anche in aree dove inizialmente non aveva esperienza. Quindi oggi Retelit è una società italiana, al centro di un mercato internazionale, con la possibilità di avviare grandi partnership e una posizione finanziaria estremamente interessante”.