Outlook 2018: India, Russia e Brasile i favoriti tra gli Emergenti
L’economia globale, sostenuta da una ripresa senza inflazione sia negli Stati Uniti sia in Europa, sembra destinata a crescere anche il prossimo anno. E anche i Mercati Emergenti si trovano in perfetta forma per affrontare il 2018.
“I tassi di interesse aumenteranno e inizierà la fase di tapering, ma a questo punto le economie possono comunque proseguire il loro cammino”, è il commento di Gary Greenberg, Head of Emerging Markets di Hermes IM, a sostegno della tesi contenuta nell’outlook 2018, che dedica un capitolo speciale all’universo EM.
Emergenti in primo piano
Come spiega Greenberg nei Mercati Emergenti le partite correnti, l’inflazione e la crescita sono in generale favorevoli. Ci sono certo delle aree di crisi. L’indebitamento estero, per esempio, rende la Turchia e il Sud Africa particolarmente vulnerabili, ma molti emergenti hanno costruito una forte difesa contro l’aumento dei tassi esteri e il panico degli investitori. “I fondamentali microeconomici come le valutazioni, la crescita degli utili e i flussi di cassa giustificano il miglioramento continuo a livello di benchmark”, dice Greenberg.
Quanto alla Cina, il governo ha introdotto misure per raffreddare il mercato immobiliare, anche se con risultati contrastanti. “La crescita dell’India invece dovrebbe accelerare nel nuovo anno fiscale – dice ancora Greenberg – Mentre Russia e Brasile stanno già registrando una ripresa economica e ciò si riflette sulle stime degli utili e degli indici”.
Quanto alla Cina, il governo ha introdotto misure per raffreddare il mercato immobiliare, anche se con risultati contrastanti. “La crescita dell’India invece dovrebbe accelerare nel nuovo anno fiscale – dice ancora Greenberg – Mentre Russia e Brasile stanno già registrando una ripresa economica e ciò si riflette sulle stime degli utili e degli indici”.
In caso di shock
Ma quali conseguenze avrebbe sui Mercati Emergenti un eventuale shock dei mercati sviluppati? E’ certo che la possibilità di escalation militare nella Penisola coreana, nello Stretto di Taiwan o in Medio Oriente continuerà a tenere i mercati in bilico, facendoli eventualmente cadere se le cose dovessero peggiorare.
“L’abilità del mercato di contrastare questi elementi politici sarà messa a dura prova”, dice lo strategist. Che aggiunge: “Guardiamo quindi al 2018 considerando una varietà di scenari, alcuni di quali contemplano anche un’inversione della fase bullish. Tuttavia, il lieve aumento dei tassi di interesse della Fed e il graduale allentamento del suo bilancio sono solo delle nuvole all’orizzonte”.
Utili ancora in crescita
Sarà importante quindi verificare frequentemente la direzione del vento. In compenso la crescita degli utili nei Mercati Emergenti è una certezza. “L’incremento degli utili, che è già stato forte nel corso dell’anno, dovrebbe proseguire nel 2018, sebbene in maniera più moderata”, dice Greenberg.
Secondo lo strategist, inoltre, le valutazioni a livello settoriale sono corrette: “Possono migliorare – dice Greenberg – se la crescita degli utili accelererà, anche se bisognerà fare i conti con la stretta monetaria degli Stati Uniti, sebbene lieve: i multipli si espandono infatti all’inizio della fase rialzista della Fed, ma a un certo punto iniziano a soffrire”.
“Dal nostro punto di vista, le azioni che abbiamo in portafoglio offrono ragionevoli prospettive di rialzo. Inoltre, nonostante il flusso di capitali che si è riversato quest’anno sui mercati emergenti, i fondi globali si sono mostrati neutrali sugli emergenti alla fine del terzo trimestre: di certo non un segnale di euforia, ma nemmeno un segnale di panico”, conclude Greenberg.
Secondo lo strategist, inoltre, le valutazioni a livello settoriale sono corrette: “Possono migliorare – dice Greenberg – se la crescita degli utili accelererà, anche se bisognerà fare i conti con la stretta monetaria degli Stati Uniti, sebbene lieve: i multipli si espandono infatti all’inizio della fase rialzista della Fed, ma a un certo punto iniziano a soffrire”.
“Dal nostro punto di vista, le azioni che abbiamo in portafoglio offrono ragionevoli prospettive di rialzo. Inoltre, nonostante il flusso di capitali che si è riversato quest’anno sui mercati emergenti, i fondi globali si sono mostrati neutrali sugli emergenti alla fine del terzo trimestre: di certo non un segnale di euforia, ma nemmeno un segnale di panico”, conclude Greenberg.