Osservatorio Npl: in Italia fardello di 266 miliardi da gestire
Un inizio anno all’insegna della pressione per le banche italiane dopo che la Vigilanza bancaria della BCE ha imposto a tutti gli istituti l’aumento delle coperture fino a svalutare integralmente lo stock di crediti deteriorati in un arco pluriennale, mediamente attorno al 2026. Un fardello quello degli Npl che pesa particolarmente sul settore italiano del credito, visto che a novembre, il sistema bancario contava 37,5 miliardi di sofferenze nette.
E nel corso del 2019 il mercato dei non performing asset dovrebbe registrare transazioni per 50 miliardi di euro lordi, in flessione rispetto ai 66 miliardi transati nel 2018. Così si legge nero su bianco nell’ottava edizione del Market Watch NPL di Banca IFIS, dal titolo “2018 Transactions and 2019 Forecast”. Il report scatta una fotografia sull’ammontare dei crediti deteriorati del sistema bancario italiano su cui pesano 266 miliardi di NPL lordi da gestire. “Per farlo c’è bisogno di una vera e propria industria della trasformazione del credito deteriorato: un’industria che abbia come primo compito quello di far tornare in bonis il debitore” dicono gli analisti di Banca Ifis. “Di questo enorme stock di sofferenze, pari al 13% del PIL italiano, 118 miliardi lordi sono ancora iscritti nei bilanci delle banche, mentre sono 154 i miliardi già stati ceduti a fondi, servicer o banche specializzate (dal 2015 a fine dello scorso anno); 7, infine, i miliardi che a fine 2018 si stimano in parte recuperati e in parte “cancellati” in quanto non più esigibili (write-off on recovery) sui portafogli transati”.
Sulla base dei deal annunciati (trenta le operazioni previste) per il 2019, circa il 39% potrebbe essere scambiato sul mercato secondario contro il 2% registrato un anno prima. Secondo gli analisti di Banca Ifis, circa il 18% dei crediti deteriorati potrebbe essere coperto dalle garanzie statali (Gacs), una percentuale inferiore al 2018 e calcolata sulla base della deadline fissata dal legislatore al 6 marzo per la copertura statale. “Ma qualora ci fosse una proroga” dicono gli esperti “com’è nelle intenzioni del governo, la percentuale potrebbe aumentare”. Nel report si stima che le sofferenze calano, segnando un -49 miliardi per lo stock di bank gross bad loan a novembre 2018, pari a 118 miliardi, con la previsione di chiusura d’anno a 105 miliardi. Guardando alle sofferenze nette, il calo è addirittura del 56%: erano 87 miliardi a fine 2016, a novembre 2018 sono 38 miliardi, di cui una quota parte va considerata fisiologica.