Oro VS valute: ‘la sua bellezza è che non richiede fiducia’
E’ il momento di pensare in modo diverso all’oro, dopo un anno volatile per i mercati e una crescente mancanza di fiducia sia nei titoli sovrani che nelle istituzioni. Ned Naylor-Leyland, Investment Manager, Gold and Silver di Jupiter Asset Management, spiega perché.
Oro: la view di Jupiter Asset Management
“Quando si pensa all’oro è facile essere tentati di paragonarlo alle valute. Tuttavia, questo modo di pensare è intrinsecamente fallace” sostiene l’analista. “In realtà, ciò che gli investitori percepiscono come valore dell’oro non cambia mai. Tutto ciò che cambia è il valore di tutte le valute rispetto al prezzo dell’oro” afferma Naylor-Leyland.
“Anche che le valute possono apprezzarsi rispetto al valore dell’oro, causando effettivamente il ‘declino’ del valore di un investimento in oro rispetto a quella determinata valuta”, continua l’analista, secondo cui “è così che i banchieri centrali pensano all’oro e, avendo consapevolezza di come concepiscono l’asset class, è possibile contestualizzare le loro decisioni”.
“Abbiamo recentemente visto che gli acquisti di oro da parte delle banche centrali sono stati i più grandi degli ultimi 25 anni. Ciò indica un cedimento della fiducia nei confronti della sicurezza delle valute tradizionali” aggiunge l’analista. Secondo il World Gold Council, gli acquisti di oro da parte delle banche centrali hanno raggiunto le 673 tonnellate nel solo 2022, il livello più alto dal 1967. Alcuni dei maggiori acquirenti del metallo sono state le banche centrali di India, Qatar e Uzbekistan, insieme ad alcuni acquirenti non dichiarati che evidentemente ritenevano che la segnalazione di questi acquisti sarebbe stata market sensitive”.
Perché le banche centrali fanno incetta di oro
L’analista ha elencato le due ragioni principali per cui le banche centrali di tutto il mondo hanno acquistato così tanto oro.
“In primo luogo, la volatilità geopolitica e dei mercati ha spinto molte banche centrali ad aumentare le scorte di questo metallo, notoriamente considerato un bene rifugio durante i periodi di turbolenza economica. In secondo luogo, è spesso visto come una buona copertura a lungo termine contro l’inflazione e, con il persistere di alti livelli di inflazione, molte banche centrali stanno immagazzinando la loro ricchezza in oro piuttosto che in denaro liquido”.
“Sembra che stiamo entrando in una nuova era caratterizzata dalla deglobalizzazione e da strutture di potere multipolari. Il panorama monetario in tutto il mondo ha visto tassi di interesse in forte aumento, inflazione galoppante e recessioni incombenti. In questa nuova era, stiamo già assistendo a un’inversione della visione tradizionale dell’oro, come bene rifugio e persino come meccanismo di pagamento apolitico”.
“L’esempio più recente di ciò è stato l’annuncio del Ghana della sua intenzione di utilizzare l’oro piuttosto che i dollari USA per acquistare petrolio, tuttavia la tendenza alla de-dollarizzazione si sta diffondendo e ruota attorno all’importante e mutevole rapporto tra materie prime, oro e dollari”.
Infine l’esperto ha parlato della causa principale per cui nel 2022 si è innescata questa massiccia domanda di oro.
“La causa principale è stata la perdita di fiducia nelle istituzioni e nei governi. La bellezza dell’oro è che non richiede fiducia, a differenza del denaro emesso dai governi. A causa della sua natura apolitica e dell’offerta limitata, è stato tradizionalmente la scelta del consensus di un mondo multipolare, ed è qui che ci stiamo dirigendo ancora una volta, anche se attraverso una tempesta di volatilità macro e geopolitica a breve termine”.