Oro, possibili pressioni al ribasso dai meeting delle Banche centrali
La parola d’ordine è cautela. L’oro nelle ultime sedute ha scambiato oscillando fra due forze opposte: da un lato, la possibilità di aumentare i tassi di interesse globali, scenario di base ribassista per i prezzi dell’oro; dall’altro, le preoccupazioni per le sanzioni commerciali degli Stati Uniti contro la Cina, i paesi NAFTA e l’Unione europea, nonché per l’esito del vertice USA-Corea del Nord sulla denuclearizzazione: fattori tutti, di segno contrario.
Materie prime, e specialmente oro, saranno i protagonisti di un live di FinanzaOnline Tv (insieme ad ActivTrades) che andrà in onda domani mattina presso l’IT Forum di Rimini.
Cosa attendersi dalle Banche centrali
A Nevine Pollini, Senior commodity analyst di Union Bancaire Privée (UBP), chiediamo ora quali sono, tra quelli citati, gli eventi che potrebbero pesare sui prezzi dell’oro a breve. In prima linea troviamo la politica monetaria delle Banche centrali.
“Dopo i dati economici americani più solidi del previsto, in particolare il tasso di disoccupazione di maggio, sceso al 3,8%, minimo da 18 anni, ci si aspetta che la Fed alzi i tassi d’interesse nella prossima riunione del 12-13 giugno – risponde Pollini – Nel cintempo nella riunione di politica monetaria del 14 giugno, la BCE potrebbe anche annunciare il ritmo con cui uscirà dal programma QE”.
Intanto, come spiega lo strategist, il vertice del G7, tenutosi in Canada alla fine della scorsa settimana, non ha dato alcuna risposta ai problemi del commercio globale, e sembra anzi aggravarsi in una crisi quasi politica, poiché il presidente Usa Donald Trump ha lasciato la riunione offeso, minacciando di imporre tariffe ancora più elevate, per esempio, sulle auto. “Il vertice tuttavia non ha creato una domanda di beni rifugio o prestato alcun sostegno al prezzo dell’oro”, afferma Pollini.
Cina e Stati Uniti
“Dopo i dati economici americani più solidi del previsto, in particolare il tasso di disoccupazione di maggio, sceso al 3,8%, minimo da 18 anni, ci si aspetta che la Fed alzi i tassi d’interesse nella prossima riunione del 12-13 giugno – risponde Pollini – Nel cintempo nella riunione di politica monetaria del 14 giugno, la BCE potrebbe anche annunciare il ritmo con cui uscirà dal programma QE”.
Intanto, come spiega lo strategist, il vertice del G7, tenutosi in Canada alla fine della scorsa settimana, non ha dato alcuna risposta ai problemi del commercio globale, e sembra anzi aggravarsi in una crisi quasi politica, poiché il presidente Usa Donald Trump ha lasciato la riunione offeso, minacciando di imporre tariffe ancora più elevate, per esempio, sulle auto. “Il vertice tuttavia non ha creato una domanda di beni rifugio o prestato alcun sostegno al prezzo dell’oro”, afferma Pollini.
Cina e Stati Uniti
Ora i mercati attendono la scadenza fissata dalla Cina nella controversia commerciale con gli Stati Uniti, in quanto Pechino ha recentemente avvertito che intende adottare misure di ritorsione annullando tutti gli accordi commerciali e di altro tipo qualora gli Stati Uniti continuino a voler applicare le tariffe dopo la scadenza del 15 giugno.
“Ma tutti gli occhi sono puntati sulla riunione del FOMC, in quanto la Fed potrebbe alzare il tasso di interesse al di sopra del tasso di inflazione (core PCE, la misura preferita dalla Fed dell’inflazione) per la prima volta da molto tempo”, dice Pollini. Che cponclude: “Un’altra ragione per essere decisamente cauti sull’oro”.
“Ma tutti gli occhi sono puntati sulla riunione del FOMC, in quanto la Fed potrebbe alzare il tasso di interesse al di sopra del tasso di inflazione (core PCE, la misura preferita dalla Fed dell’inflazione) per la prima volta da molto tempo”, dice Pollini. Che cponclude: “Un’altra ragione per essere decisamente cauti sull’oro”.