Notizie Indici e quotazioni Oro, ovvero la polizza assicurativa contro il rischio: quasi +20% in 2019, superato solo da palladio (+40%)

Oro, ovvero la polizza assicurativa contro il rischio: quasi +20% in 2019, superato solo da palladio (+40%)

18 Novembre 2019 13:55

Oggi starà facendo anche una pausa, ma è innegabile che quest’anno la febbre dell’oro sia tornata:dall’inizio dell’anno, le quotazioni del bene rifugio per eccellenza sono balzate di quasi +20%, con gli investitori che hanno optato più volte per l’avversione al rischio, a causa delle preoccupazioni per la guerra commerciale e per la geopolitica mondiale. 

Determinante per il metallo è stato il superamento, a giugno, della soglia di 1400 dollari all’oncia: una barriera che non era stata sfondata al rialzo dai tempi della correzione del mercato, nel 2013.

Il rialzo appare ancora più poderoso se messo a paragone con il trend di altri metalli preziosi: solo il palladio ha fatto meglio, con un rally di quasi +40% nel corso del 2019.

Indicativo è il rapporto che viene utilizzato per comprendere – e anticipare – in modo più approfondito il trend dell’oro: si tratta del ratio oro-argento, che mostra quante once di argento è possibile acquistare con un’oncia di oro.

Guardando a quanto avvenuto nel corso degli ultimi 20 anni, emerge che il rapporto oro-argento, in media, si è attestato approssimativamente a 64 (ovvero una unità di oro acquisterebbe 64 unità di argento). Alla fine di settembre di quest’anno, il rapporto è salito fino a 87, di poco inferiore rispetto alla soglia di 92 punti che è stata toccata a giugno.

Al momento, il ratio è superiore di circa il 33% rispetto alla media di lungo termine e si posiziona al 95esimo percentile: il che significa che il ratio si è aggirato attorno a questi livelli, in questo periodo, solo il 5% circa delle volte.

Un articolo di Marketwatch fa notare che “gli investitori che credono che il mercato sia prossimo a tornare alla sua media di lungo periodo, ritengono implicitamente che l’argento sia destinato a fare meglio dell’oro, in futuro. “Storicamente, un elevato rapporto oro-argento è stato associato a una successiva performance dell’argento migliore dell’oro. Quelle volte in cui il ratio ha viaggiato attorno al suo quintile più basso (ovvero quelle volte in cui l’argento ha raggiunto il livello più alto rispetto all’oro), i ritorni dei 12 mesi successivi per chi ha puntato sul trade long sull’argento/short sull’oro sono stati pari a -14%. Per il motivo diametralmente opposto, lo stesso trade avrebbe garantito un ritorno del 7% in corrispondenza del più alto quintile, così come è oggi.

Così Carlo Alberto De Casa, capo Analista di ActivTrades: “L’oro ha iniziato la settimana scendendo sino ai $1.460, poiché l’appetito degli investitori rimane concentrato su attività più rischiose. Lo scenario ora sta diventando più complicato per il lingotto, poiché una nuova caduta sotto i $1.445 rafforzerebbe la posizione degli orsi, facendo spazio per ulteriori cali. Solo una solida ripresa sino ai $1.470 potrebbe fermare l’attuale debolezza del lingotto”.

ORO: OTTIMA POLIZZA ASSICURATIVA IN TEMPI DI STRESS PER MERCATI DEBITO

Dal canto suo Catherine Doyle, Investment Strategist di BNY Mellon Global Real Return Fund, spiega così la dinamica dei prezzi dell’oro:

“L’intervento delle Banche Centrali ha generato fragilità e distorsioni sui mercati finanziari. I persistenti stimoli monetari, usati per affrontare le difficoltà strutturali della crescita economica, hanno sottoposto le valute sottostanti a molti asset finanziari a un rischio di progressiva svalutazione e volatilità. Per questa ragione, può essere utile diversificare una parte del portafoglio in attivi che siano esterni all’attuale sistema finanziario guidato dal debito. In quest’ottica, l’oro non è una passività; non è una promessa di pagamento, e pertanto non è parte del sistema del credito. Questo lo rende un’ottima polizza assicurativa in tempi di stress per i mercati del debito, soprattutto in un possibile scenario di elevata volatilità finanziaria. Crediamo gli investitori apprezzeranno sempre di più le caratteristiche intrinseche dell’oro”.

Doyle ricorda che “ci sono diversi fattori che determinano il prezzo aurifero, inclusi i tassi di interesse reali, i timori di una recessione e le considerazioni sulle politiche fiscali che potrebbero causare una svalutazione delle monete. In ogni dato periodo, la performance dell’oro dipenderà da quali fattori, tra quelli appena elencati, prevalgano sugli altri”.

“In termini fiscali – prosegue la nota – è molto probabile che ci saranno dei cambiamenti nello scenario politico sul finire dell’anno e nel corso del 2020, con le elezioni in UK e USA all’orizzonte. La vera portata di eventuali piani di stimoli sarà presto evidente. Sul fronte azionario, le società minerarie aurifere offrono una preziosa diversificazione per il portafoglio, ma spesso si tratta di business con elevati costi del capitale e bassi rendimenti. Queste azioni possono performare bene nelle fasi di forza dell’oro, ed essere più volatili quando l’andamento della materia prima si fa stabile o sotto stress. La performance del settore aurifero, pertanto, sarà in parte collegata all’andamento del prezzo dell’oro, sulla base dei fattori delineati in precedenza. Non suggeriamo quindi che questi titoli siano degli asset validi ‘per tutte le stagioni’, ma soltanto uno dei tanti strumenti che gli investitori hanno a disposizione come forma di protezione indiretta per il proprio portafoglio“.