Ondata di sell off sui titoli tecnologici, crollano anche i TATS in Asia. In Usa il SOX precipita (-4%)
Rally dei titoli tecnologici in pericolo? Scatenati sono stati i sell off che hanno piegato il settore prima a Wall Street, e poi in Asia: a essere tramortiti dalle vendite non sono stati infatti solo i ben noti titoli FANG (Facebook, Amazon, Netflix e Google) o FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google), ma anche i loro ‘equivalenti’, dell’azionario Asia Pacifico, dell’acronimo TATS (Taiwan Semi, Alibaba, Tecent, Samsung).
Insieme, questi titoli incidono con il 16% sull’indice di riferimento dei mercati emergenti, l’MSCI Emerging Market Stock Index.
Sia a Wall Street che sui mercati asiatici, i titoli più colpiti sono stati in generale quelli dei semiconduttori, dopo il giudizio di Morgan Stanley, che ha consigliato agli investitori di uscire subito dal mercato, e che qualche giorno fa ha abbassato i rating di diversi colossi.
Allarme, in particolare, per il sottoindice di riferimento dei semiconduttori a Wall Street, il Philadelphia Semiconductor Index (SOX), capitolato di oltre -4% nella sessione di ieri, al ritmo più forte dell’anno.
L’effetto domino di Wall Street – in particolar modo del Nasdaq – su alcuni listini azionari asiatici caratterizzati da una elevata presenza dei titoli hi-tech è stato immediato. La borsa di Taiwan ha perso l’1,43%, scivolando al valore di chiusura più basso in quasi due mesi, e assistendo in particolare alle pesanti perdite superiori al 3,5% di Taiwan Semiconductor.
Seoul è arretrata dell’1,45%, facendo i conti soprattutto con i sell che hanno colpito Samsung Electronics (-3,4%).
Taiwan Semiconductor e Samsung Electronics hanno perso rispettivamente il 7% e l’8% dall’inizio della settimana, pagando soprattutto la nota di Morgan Stanley, che ha rivisto al ribasso il rating su entrambe le azioni da “overweight” a “Equal-weight”. Stesso downgrade sul titolo Western Digital.
A soffrire in Asia è stato l’indice di Hong Kong, in particolare l’Hang Seng che ha chiuso in calo dell’1,51%, zavorrato dai sell off su Tencent (-3,30%), AAC Technologies (-6,18%) e Sunny Optical (-6,07%). Sul listino focus anche su Semiconductor Manufacturing (-3,30%), che si conferma tra i titoli del settore chip più penalizzati delle ultime sessioni, con una perdita dall’inizio della settimana pari a -9,5%, e in calo del 27% rispetto al record in 12 anni che era stato testato all’inizio di questo mese.
Più che sui colossi Internet, il timore degli analisti è rivolto al comparto dei semiconduttori. Occhio al rischio bolla evidenziato dalla performance dell’iShares PHLX Semiconductor ETF, salito del 48% dall’inizio dell’anno fino alla seduta dello scorso venerdì, a fronte del +16% dello S&P 500.
Sono d’altronde proprio i semiconduttori a essere finiti nel mirino di Morgan Stanley. L’analista della banca Shawn Kim ha scosso il settore con la nota “Time For a Pause” diramata nella giornata di domenica ai clienti. Così si legge:
“Crediamo che sia arrivato il momento di ridurre l’esposizione ai NAND (chip di memoria NAND flash) e sui titoli dei semiconduttori in Asia, dopo che il settore ha beneficiato della forte domanda e di un potere sui prezzi senza precedenti, fattori che riteniamo faranno presto dietrofront. Considerata la view che abbiamo riguardo al ciclo, non possiamo raccomandare il settore, fino a quando il mercato non riconoscerà la pressione crescente sui prezzi dei NAND e il rallentamento del momentum di crescita, nel breve periodo. Ciò riflette la view negativa che abbiamo sul settore globale dei chip di memoria, che ha raggiunto il suo picco”.
Dichiarazioni che, come emerge dalla tabella sottostante, hanno portato le quotazioni dei quattro TATS a segnare forti ribassi nell’intera settimana.