Oil&Gas: produzione americana ai massimi ma quadro di mercato invariato
Quotazioni del petrolio leggermente in calo dopo i dati EIA di ieri che hanno mostrato un incremento della produzione americana che ha raggiunto la cifra record di 10,2 milioni di barili al giorno.
L’EIA ha alzato le previsioni del prezzo del petrolio greggio per il 2018 di quasi 3 dollari al barile, mentre, cosa più importante, le attese circa l’offerta e la domanda mondiali per il prossimo biennio sono sostanzialmente invariate.
L’outlook di breve termine dell’EIA (STEO) fa aumentare nel 2018 i prezzi del petrolio greggio di quasi 3 dollari al barile rispetto al precedente STEO. I prezzi medi mensili del Brent sono aumentati per sette mesi consecutivi e, l’11 gennaio, i prezzi spot hanno superato la soglia dei 70 usd/b per la prima volta dal dicembre 2014. Secondo le previsioni dell’EIA, i prezzi a pronti del Brent saranno mediamente di circa 62 $/b sia nel 2018 che nel 2019, rispetto a una media di 54 $/b nel 2017.
Per quanto riguarda invece il WTI, l’EIA prevede che questi siano mediamente inferiori di 4 usd/b a quelli del Brent sia nel 2018 che nel 2019. Tutto ciò porterà inevitabilmente ad un incremento della produzione nel 2018 come stiamo già vedendo. I prezzi del petrolio greggio sono aumentati negli ultimi sette mesi a causa del costante calo delle scorte petrolifere, sia negli Stati Uniti che a livello mondiale. Nel mese di gennaio inoltre, i prezzi del petrolio potrebbero aver ricevuto un certo sostegno dopo la riunione del comitato di monitoraggio dell’OPEC, durante la quale alcuni ministri del petrolio hanno proposto di estendere l’accordo di riduzione della produzione in qualche forma oltre la scadenza attualmente prevista alla fine del 2018.Il rapido declino della produzione venezuelana di petrolio greggio ha fatto il resto.
L’EIA però, e questo è il motivo per cui il petrolio non è crollato dopo il dato sulle scorte USA, ritiene che il mercato nel 2018 e 2019 manterrà un giusto bilanciamento tra domanda e offerta. Infatti se da una parte la produzione americana è vista in aumento, quella Opec crescerà poco, mentre ci sarà un maggior consumo globale.
Energy Information Administration infatti stima che la produzione di petrolio greggio statunitense nel gennaio 2018 si attesterà in media a 10,2 milioni di b/d, in aumento di 100.000 b/d rispetto al dicembre 2017. La produzione totale di petrolio greggio degli Stati Uniti nel 2017 è stata in media di 9,3 milioni di b/d nel 2017 e nel 2018 prevede una media di 10,6 milioni di b/d, che segnerebbe il più alto livello medio annuo di produzione di greggio degli Stati Uniti, superando il precedente record di 9,6 milioni di b/d stabilito nel 1970. Nel 2019 la produzione di petrolio greggio si attesterà su una media di 11,2 milioni b/d.
Per quanto riguarda invece la produzione Opec, questa dovrebbe crescere moderatamente nel periodo di previsione, attestandosi in media a 39,4 milioni di b/d nel 2018 e a 39,9 milioni di b/d nel 2019. Di conseguenza, l’Eia stima che gli inventari globali aumenteranno di 0,2 milioni di b/d sia nel 2018 che nel 2019, indicando che i mercati globali sono ampiamente in equilibrio.
Commento
Il calo dei prezzi del future Brent delle ultime sedute è da ricondurre all’aumento della produzione americana ma è anche normale, visto il livello psicologico raggiunto dei 70 dollari . I fondamentali del settore però, come riferito dall’Eia, non cambiano e il 2018 dovrebbe vedere un sostanziale pareggio tra domanda e offerta, dunque non dovrebbero esserci grossi shock sui prezzi. Diversa la situazione se dovesse cambiare la decisione dell’Opec di proseguire col taglio della produzione.