Officina Stellare: la ‘Ferrari dei telescopi’ sfreccia al debutto su Aim Italia
Un nuovo debutto da incorniciare per l’Aim Italia di Borsa Italiana. Dopo l’esordio record di Eles la settimana scorsa (ha segnato quasi +100% nel primo giorno di quotazione), c’è un’altra matricola che sta seguendo le sue orme in termini di performance al suo arrivo a Palazzo Mezzanote. Si tratta di Officina Stellare, la società vicentina specializzata nella progettazione e produzione di telescopi e strumentazione ottica ed aerospaziale d’eccellenza, che nel giorno del debutto è arrivata a guadagnare oltre il 66% a 10 euro (con ripetute sospensioni per eccesso di rialzo) rispetto al prezzo di collocamento di 6 euro per azione (massimo della forchetta in sede di pre-ipo). In base al prezzo di offerta, la capitalizzazione è di circa 33 milioni.
L’Ipo di Officina Stellare è avvenuta in seguito a un collocamento totale di 866.749 azioni ordinarie, per un controvalore di circa 5,2 milioni euro, rivolto principalmente a investitori istituzionali. Il collocamento ha generato una domanda complessiva superiore al quantitativo offerto. Il flottante della società al momento dell’ammissione sarà pari al 15,75% del capitale sociale, includendo l’esercizio dell’opzione di overallotment. Nell’ambito del collocamento è stata definita l’assegnazione di 1 bonus share ogni 10 azioni sottoscritte a coloro che le deterranno per un periodo ininterrotto di 12 mesi dalla data di inizio delle negoziazioni. Nell’ambito dell’Ipo, gli azionisti e la società assumono un impegno di lock-up per un periodo di 18 mesi. Per i nuovi azionisti è prevista l’assegnazione gratuita di un warrant ogni due azioni. È stata determinata l’assegnazione di 50.000 warrant a disposizione del cda.
“Abbiamo intrapreso l’avventura della quotazione in Borsa con un obiettivo preciso: rafforzare il nostro posizionamento per imporci a livello internazionale quale Space Factory di riferimento, dotata internamente di tutti gli strumenti necessari a rispondere in modo efficace alle richieste della New Space Economy”, aveva dichiarato alla vigilia della quotazione Giovanni Dal Lago, ceo e co-fondatore di Officina Stellare. “I proventi dell’Ipo saranno destinati a nuovi importanti investimenti per incrementare la capacità produttiva, rafforzare il nostro impegno nella ricerca e nell’innovazione, e per supportare il marketing e la nostra strategia di crescita, sia organica che per linee esterne – aveva indicato il manager -. Portiamo avanti questa missione forti della fiducia ricevuta dagli investitori, che hanno accolto con entusiasmo la nostra visione strategica, e di questo siamo molto contenti”.
Come più volte ribadito dallo stesso Dal Lago, l’ambizione di Officina Stellare è dunque quella la realizzazione della prima «Space Factory»: un luogo espressamente dedicato al consolidamento della propria posizione nella New Space Economy. Quest’ultimo è un mercato da monitorare con attenzione, visto che a livello globale ta subendo una forte accelerazione: nel 2017 si stima che abbia raggiunto un valore di circa 299 miliardi di dollari, e le prospettive sono improntate all’ottimismo con la previsione e che raggiunga 439 miliardi nel 2020.
La ‘Ferrari dei telescopi’
La chiamano la ‘Ferrari dei telescopi‘. Fondata nel 2009 da Riccardo Gianni (presidente), Giovanni Dal Lago (amministratore delegato) e Gino Bucciol (responsabile business development), Officina Stellare progetta e produce telescopi e strumentazione ottica ed aerospaziale “d’eccellenza”, tanto da vantare nel suo portafoglio clienti consolidati la Nasa, l’agenzia spaziale coreana (Korea Astronomy and Space Science Institute, Kasi) e altre importanti agenzie spaziali. È inoltre attiva nell’importante mercato della difesa, sia interno sia all’estero (US Air Force, Aeronautica Italiana, aziende del gruppo Leonardo), oltre alle collaborazioni con stituzioni in campo scientifico ed universitario quali il MIT e Princeton University.