Ocse, allarme debito pubblico Italia: necessarie riforme
Rilanciare gli investimenti, potenziare le riforme in corso in materia di giustizia civile e concorrenza e affrontare il problema del debito pubblico: sono queste alcune delle priorità per l’Italia, indicate dall’Ocse nel suo rapporto economico sul Paese.
Secondo l’organizzazione, l’Italia ha superato bene le recenti crisi, ma ora sta rallentando in un contesto di irrigidimento delle condizioni finanziarie. Per garantire una crescita solida e sostenibile nel lungo periodo, sono necessarie politiche concentrate sul potenziamento del contesto imprenditoriale e della concorrenza, sul consolidamento delle finanze pubbliche e sulla promozione della transizione verde. Ecco tutti i dettagli del rapporto Ocse.
Debito pubblico italiano troppo elevato
Ad oggi il debito pubblico dell’Italia, pari a circa il 140% del suo PIL, è il terzo più elevato dell’OCSE e in assenza di adeguate politiche è destinato ad aumentare ulteriormente, per via delle sfide legate all’invecchiamento demografico, all’incremento dei tassi di interesse e alle transizioni verde e digitale.
Secondo le stime dell’organizzazione con sede a Parigi, la spesa pubblica derivante dai costi legati all’invecchiamento della popolazione e al servizio del debito in percentuale del PIL dovrebbe aumentare di circa 4,5 punti percentuali nel periodo compreso tra il 2023 e il 2040.
Le stime dell’Ocse su crescita e inflazione in Italia
Nel contempo, l’economia italiana sta rallentando. Lo Studio dell’OCSE 2023 stima una crescita pari, rispettivamente, allo 0,7% per quest’anno, dopo lo 0,7% registrato nel 2023 e l’1,2% previsto per il 2025.
L’inflazione complessiva dovrebbe diminuire gradualmente dal 5,9% del 2023 al 2,6% nel 2024 e al 2,3% nel 2025, in linea con l’inflazione di fondo che dovrebbe raggiungere il 2,5% nel 2025.
Gli investimenti pubblici hanno iniziato a risalire e si prevede che continueranno a sostenere l’economia nel corso dei prossimi anni.
Servono riforme per contenere il debito pubblico
Alla luce dei dati di cui sopra, l’Ocse sottolinea l’esigenza di riforme fiscali e della spesa che possano contribuire a portare il debito su un percorso più prudente.
Al fine di ridurre il debito pubblico in maniera durevole, a partire dal 2025, la priorità assoluta per la politica fiscale italiana consiste nell’assicurare il risanamento dei conti pubblici portando avanti tale attività per svariati anni.
È necessario contenere l’aumento della spesa salvaguardando al contempo gli investimenti pubblici effettuati nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per ridurre al minimo gli effetti avversi sulla crescita.
Le proposte dell’Ocse sul tema pensioni
Una quota cospicua della spesa complessiva è connessa alle pensioni (31% circa), motivo per cui l’Ocse ritiene necessario riformare il sistema pensionistico.
Le possibili soluzioni nel breve periodo, secondo l’Organizzazione, potrebbero essere l’eliminazione graduale dei regimi di pensionamento anticipato e il mantenimento della parziale deindicizzazione delle pensioni elevate. Nel medio termine, l’Ocse ipotizza una sostituzione di quest’ultima con un’imposta sulle pensioni elevate, che non siano correlate ai contributi pensionistici versati.
Il contributo di solidarietà, si legge nel rapporto, potrebbe essere mantenuto finché il reddito relativo dei pensionati sarà allineato alla media dell’Ocse.
Per gli analisti, le prossime revisioni della spesa, che puntano a risparmi annuali pari allo 0,2% del Pil, dovranno essere più ambiziose.