Nozze Fca-Peugeot, perché mercato e analisti promuovono il deal
Le possibili nozze tra Fca e Peugeot piacciono al mercato che guarda da tempo a un consolidamento nel settore dell’auto. E così sin dalle prime battute il titolo del gruppo dell’auto della famiglia Agnelli si è imposto sul Ftse Mib con sonori guadagni che l’hanno portato a ridosso della soglia dei 13 euro (ora l’azione viaggia a 12,82 euro, +9,1%). Sulla Borsa di Parigi movimenti a due velocità, invece, per le due big dell’auto transalpine: se Peugeot sale di circa il 6%, Renault colleziona un ribasso di circa il 4 per cento.
Dopo la conferma delle trattative in corso da parte di Fca, dopo l’indiscrezione del Wall Street Journal che è iniziata a circolare ieri sera, gli analisti stanno passando al setaccio la potenziale operazione.
Equita lo definisce “un deal positivo” per una serie di ragioni. In particolare, gli esperti della sim milanese citano le sinergie di costo che si verrebbero a creare (con risparmi lordi stimati tra 3,5-5,5 miliardi), la complementarità geografica che vede Fca forte in Nord America e Psa con una marcia in più in Asia/resto del mondo, ma anche il track record positivo del ceo di Psa Carlos Tavares nell’integrare Opel. Per Equita l’operazione sarebbe tuttavia “sub-ottimale rispetto a quelle con Renault” per dimensioni (i volumi 2018 combinati di 8,7 milioni, lontani dai 15 milioni raggiungibili con Renault-Nissan-Mitsubishi), concentrazione in Emea (post fusione con Psa 43% rispetto a Renault 35%) e esposizione all’elettrico: Psa è più avanti di Fca, ma Renault-Nissan è leader.
Per Equita bisogna però valutare alcune questioni. Tra cui il supporto del “governo francese (azionista di Psa col 12,2%)” e quello di “Trump che due estati fa si era opposto all’ipotesi che un cinese potesse rilevare il marchio Jeep, anche se non lo riteniamo non determinante dato che DongFeng detiene il 12% di PSA ante fusione e ad agosto circolavano rumour di uscita”. E infine gli analisti guardano anche alle mosse del governo italiano, con “il precedente Lega- Movimento 5 Stelle che non era risultato ostile all’ipotesi Renault”. Equita sottolinea che “l’aspettativa di un M&A deal è alla base del nostro Buy” su Fca.
“Crediamo che la combinazione tra Fca e Psa avrebbe senso”, segnalano da Banca Akros che hanno alzato la valutazione sul gruppo italiano da accumulate a buy, con un target price che sale a 17,5 euro dal precedente 14,7 euro. Anche Akros si sofferma sulla valutazione delle potenziali sinergie e scrive che una fusione dei due gruppi può “garantire notevoli sinergie” da circa 5 miliardi di euro (in linea con quelle stimate se fosse andata avanti l’operazione Fca-Renault).
“Si tratta di notizie positive per Fca”, scrivono gli analisti di Mediobanca Securities che dicono ancora neutral sul titolo del gruppo italiano. “Si prevedeva già un accordo tra Fca e Psa all’inizio dell’anno, quando Exor avrebbe apparentemente detto no a un’offerta iniziale da parte del Psa considerata troppo bassa”, ricordano gli esperti di piazzetta Cuccia sottolineando che l'”M&A rappresenta a un forte catalyst per Fca”. Per Mediobanca una fusione con Psa potrebbe “rafforzare il posizionamento di Fca nell’area EMEA, dove la quota di mercato del Psa è aumentata negli ultimi due anni”, portare alcuni modelli e tecnologie più green a Fca”, ma anche “portare alcuni marchi premium (Maserati, Alfa e Jeep) a Psa che si concentra principalmente sul mercato di massa”.