Notizie Notizie Mondo Non solo Trump, anche il re dei Bond Gundlach se la prende con la Fed: ha perso il controllo

Non solo Trump, anche il re dei Bond Gundlach se la prende con la Fed: ha perso il controllo

21 Agosto 2019 14:33

“Se non è questa un’inversione, quale è allora?”. Se lo è chiesto il re dei bond Jeffrey Gundlach, numero uno di DoubleLine Capital, in un’intervista rilasciata a Reuters, in cui ha detto chiaro e tondo che la Federal Reserve ha perso il controllo dei tassi di interesse.

Il motivo? Pur con il taglio dei tassi varato nella riunione del Fomc di luglio, i tassi sui fed funds rimangono superiori a quelli del mercato secondario, che presentano una scadenza a 10 e 30 anni. I rendimenti decennali dei titoli di stato americani oscillano infatti all’1,55%, a fronte del 2,03% di quelli trentennali, al di sotto del target sui fed funds compreso tra il 2,25% e il 2,5%. Il tasso dei Treasuries a due anni viaggia invece attorno all’1,51%.

Tre settimane fa, nell’annunciare il primo taglio dei tassi Usa dal 2008, Jerome Powell, numero uno della Federal Reserve, ha definito la mossa un “aggiustamento alla politica (monetaria) di metà ciclo, lasciando intendere con questa frase che la manovra espansiva non necessariamente prelude a una lunga serie di tagli dei tassi.

La sua dichiarazione non è affatto piaciuta al re dei Bond (che, ricorda Reuters, gestisce asset per un valore superiore ai $140 miliardi), che ha parlato di incoerenza nelle dichiarazioni del banchiere.

Powell “non riesce a mettere insieme due frasi che inviino messaggi tra di essi coerenti. Ogni volta che c’è una riunione (del Fomc, braccio di politica monetaria della Fed), il messaggio è diverso. E ora questa frase sull’aggiustamento di metà ciclo è destinata a non reggere”.

Il fatto che i tassi sui fed funds siano superiori rispetto ai rendimenti di qualsiasi parte della curva venga analizzata, ha sottolineato Gundlach, dimostrebbe che la Fed ha perso il controllo.

Nelle ultime ore (così come negli ultimi giorni/settimane/mesi) Jerome Powell – in attesa di sentire il suo intervento venerdì, in occasione dell’apertura dei lavori di Jackson Hole, Wyoming – è tornato a essere tartassato dal presidente americano Donald Trump che, nella giornata di ieri, oltre ad annunciare l’intenzione di lanciare un nuovo round di tagli alle tasse (in particolare sulle buste paga dei dipendenti), si è di nuovo lamentato con il timoniere della Banca centrale.

“Se la Fed facesse il suo lavoro, assisteremmo a uno scatto incredibile della crescita”, ha detto il presidente americano, parlando alla Casa Bianca in occasione dell’incontro con il presidente della Romania.

Ancora prima, nella giornata di lunedì 19 agosto, Trump aveva pubblicato sul suo profilo diversi tweet, facendo riferimento all’economia americana, molto forte “nonostante l’orribile assenza di una visione da parte di Jay Powell“.  Il presidente è tornato ad auspicare un taglio dei tassi di 1 punto percentuale per sostenere l’economia Usa e globale, chiedendo alla Fed, anche, di acquistare bond e dunque di riavviare il Quantitative easing.

Powell parlerà nella giornata di venerdì, alle 10 ora di New York (le 16 ora italiana) in occasione del simposio di Jackson Hole.

Una spinta a tagliare ulteriormente i tassi è arrivata anche dal presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari che, in un editoriale pubblicato sul Financial Times, ha scritto che la Banca centrale americana dovrebbe non solo tagliare i tassi a settembre, ma fornire ai mercati anche una forward guidance.

“Come minimo, dovremmo impegnarci a non alzare di nuovo i tassi fino a quando l’inflazione core non ritornerà al nostro target del 2% in modo sostenuto”. Kashkari diventerà membro votante del Fomc nel 2020.