Non solo oro, attenti all’argento. Prezzi recuperano da tonfo coronavirus, UBS intravede opportunità tattiche
Non solo oro, attenti anche all’argento. Anzi, per la precisione, attenti al rapporto oro-argento. Negli ultimi decenni, fa notare Simon Black di SovereignMan.com la media a lungo termine di questo rapporto ha oscillato tra 50/1 e 80/1. Recentemente, il ratio ha testato i suoi massimi storici, a causa del balzo delle quotazioni dell’oro, scatenato dalla corsa ai beni rifugio lanciata dagli investitori, in tempi di incertezza causati dal coronavirus.
Bene rifugio per eccellenza, acquistato dagli investitori come hedge contro l’inflazione e l’incertezza, l’oro deve la sua appetibilità anche in quanto utilizzato – per gli stessi motivi – dalle banche centrali e dai governi di tutto il mondo.
La domanda di argento è condizionata, invece, soprattutto dalle condizioni di salute dell’economia mondiale. Se l’economia è in recessione, i prezzi dell’argento molto probabilmente scenderanno, a causa del rallentamento della domanda per il metallo prezioso, utilizzato in diversi comparti industriali per la fabbricazione di smartphone, automobili e pannelli solari, giusto per citare qualche esempio.
Visti i presupposti e le stime sulla caduta del Pil in tutto il mondo a causa dell’impatto del lockdown provocato dal Covid-19 e considerate le incognite in tempi di coronavirus, è naturale prevedere un balzo per le quotazioni dell’oro, più che di quelle dell’argento e, di conseguenza, valori del rapporto oro-argento più elevati.
La storia docet:
Poco prima della Seconda Guerra Mondiale, con l’invasione della Polonia da parte di Hitler, il ratio balzò a 98/1
Nel 1991, con l’inizio della prima Guerra del Golfo, il ratio schizzò fino a 100/1
Oggi, rileva Simon Black, ci siamo ancora: il ratio oro/argento viaggia attorno a 110/1 ed è arrivato a salire fino a 120.
Proprio questi massimi del rapporto rendono l’argento piuttosto appetibile, anche se la febbre dell’oro sembra destinata a continuare.
In ogni caso, Simon Black prevede che prima o poi il ratio oro-argento tornerà ai suoi valori tradizionali, e che i prezzi dell’argento saliranno di nuovo, anche e soprattutto perchè le banche centrali continueranno a stampare moneta. E il permanere di queste politiche monetarie ultra-accomodanti beneficerà sia l’oro che l’argento, ristabilizzando il loro ratio.
Intanto mentre Peter Grosskopf, chief executive officer di Sprott, che in una intervista a Kitco News intravede un futuro ancora più luminoso per i prezzi dell’oro, stimando un rally fino a $2.000 – le quotazioni si aggirano ora a $1.765 – anche Joni Teves, strategist dei metalli preziosi presso UBS, invita gli investitori a guardare non solo all’oro, ma anche all’argento.
A suo avviso, è solo questione di tempo. L’argento tornerà a salire: “Intravediamo rischi al rialzo (sui prezzi) e crediamo che ci siano opportunità tattiche nell’argento“, ha detto la strategist, sottolineando che, proprio perchè “in generale l’argento rimane indietro all’oro, è ben posizionato per beneficiare dei catch-up trades“.
Da segnalare che le quotazioni dell’argento hanno recuperato terreno nelle ultime ore, salendo fino al record in un mese, oltre quota $16, dopo essere capitolati, il mese scorso, al valore più basso degli ultimi 11 anni.
Joni Teves parla anche dell’oro che, al di sopra di quota $1.700, oscilla al massimo degli ultimi 7 anni e mezzo.
Anche in questo caso, secondo la strategist di UBS, i rischi sono al rialzo. In media, la divisione di ricerca del colosso bancario elvetico stima infatti un valore di $1.800 per il 2020:
“Intravediamo rischi al rialzo, considerando la portata degli stimoli monetari (da parte delle banche centrali) e la possibilità che i timori di un allargamento dei deficit fiscali incoraggino gli investitori a detenere oro”.