Nessun taglio al costo del denaro e target inflazione al 2%: ecco cosa c’è scritto nei verbali dell’ultima riunione FED
L’inflazione è un obiettivo chiave ma sui tassi occorre flessibilità. Questa la parola che emerge dalle ultime minute della Fed, i verbali dell’ultima riunione della banca americana tenutasi il 13-14 dicembre in cui i funzionari hanno concordato sul fatto che si dovrebbe rallentare il ritmo degli aggressivi aumenti dei tassi di interesse, consentendo di continuare ad aumentare il costo del denaro per controllare l’inflazione, ma in modo graduale per limitare i rischi per la crescita economica.
Ma non ci saranno tagli nel 2023. I funzionari hanno avvertito i mercati di evitare eccessivi ottimismi su una conclusione della sua manovra di rialzo dei tassi, perché potrebbero ostacolare la sua strategia volta a moderare prezzi e economia.
“La maggior parte dei partecipanti ha sottolineato la necessità di mantenere la flessibilità e l’opzionalità nel passaggio a una politica più restrittiva”, si legge nei verbali, indicando che i funzionari potrebbero essere pronti a ridimensionare gli aumenti di un quarto di punto percentuale a partire dalla riunione del 31 gennaio-1 febbraio, ma anche rimanere aperti a un tasso “terminale” ancora più alto del previsto se l’inflazione elevata persiste.
“I partecipanti hanno ribadito il loro forte impegno a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% fissato dal Comitato (Federal Open Market)”, si legge nel verbale. “Alcuni hanno sottolineato l’importanza di comunicare chiaramente che un rallentamento del ritmo degli aumenti dei tassi non è indice di un indebolimento della volontà del Comitato di raggiungere l’obiettivo di stabilità dei prezzi”.
Lotta all’inflazione più lunga
Nella riunione del mese scorso i responsabili politici hanno approvato un aumento dei tassi di mezzo punto percentuale, un passo indietro rispetto ai rialzi di tre quarti di punto percentuale utilizzati per gran parte del 2022. “Nessun partecipante ha previsto che sarebbe stato opportuno iniziare a ridurre l’obiettivo del tasso dei fondi federali nel 2023”, si legge nel verbale.
“Molti partecipanti hanno sottolineato che la Fed, dopo un anno in cui ha inasprito la politica monetaria al ritmo più rapido dagli anni ’80, deve ora bilanciare la lotta all’inflazione con la possibilità di un superamento della politica che “potrebbe finire per essere più restrittiva del necessario”. “Un rallentamento del ritmo degli aumenti dei tassi in questa riunione consentirebbe al Comitato di valutare meglio i progressi ell’economia… mentre la politica monetaria si avvicina a un orientamento sufficientemente restrittivo” concludono i verbali.