Notizie Notizie Mondo Nasdaq entra in correzione, -11% a ottobre. Codice rosso per Amazon &co.

Nasdaq entra in correzione, -11% a ottobre. Codice rosso per Amazon &co.

25 Ottobre 2018 11:51

Ieri ha andato in scena un nuovo sell-off di Wall Street con tecnologici protagonisti in negativo, così come successo nello scrollone ribassista di due settimane fa. Lo S&P 500 da inizio mese ha perso oltre l’8% portando in negativo il saldo da inizio anno. Peggio sta facendo il Nasdaq (-4,43% la chiusura di ieri) con un tonfo dell’11% da inizio mese. La flessione a doppia cifra rispetto ai picchi di periodo segna l’ingresso in territorio di correzione. Il tutto condito da un aumento consistente della volatilità con VIX schizzato sopra 25, a ridosso dei picchi toccati due settimane fa.
Anche ieri non c’è stato un vero fattore scatenante. Il timore di un picco ciclico dei profitti aziendali ha pesato, così come quello di un rallentamento della crescita. “Le vendite si sono concentrate soprattutto sui titoli tecnologici, delle telecomunicazioni, energetici ed industriali. A mercati chiusi sono uscite indicazioni miste con Microsoft e Tesla in rialzo, a fronte del crollo di AMD”, rimarcano gli esperti di MPS Capital Services.

Gli invertitori stanno vendendo i titoli che hanno corso di più in questi anni, in particolar modo quelli del settore tech. I “Faang” (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google) hanno raggiunto dimensioni tali da condizionare da soli l’andamento del nasdaq e non solo. Apple, Amazon, Alphabet (azioni classe A e C) e Facebook da sole pesano per il 12% circa sull’intero S&P 500; Gli stessi 4 colossi hi-tech pesano addirittura per oltre il 40% sul NASDAQ 100.

Da inizio mese Amazon ha perso il 17%, Netflix il 19%, Google il 12% e Facebook l’11%. Unica a contenere i clai è stata la “regina” Apple con un limitato -4,7%.

 

Nessun fattore scatenante, Fed poco accomodante aumenta nervosismo
“Manca, come due settimane fa, un fattore scatenante evidente, se non un vago disagio per una percepita determinazione della Fed a continuare la normalizzazione dei tassi verso livelli di neutralità che si sospetta possono essere più elevati di quanto ipotizzato fino a qualche tempo fa”, rimarca Alessandro Balsotti, Strategist e Gestore del JCI FX Macro Fund. Un fattore in grado di riportare in tempi brevi un clima più respirabile sui mercati azionari è sicuramente la Fed. “Non credo però lo faranno o, quantomeno, non subito e a questi livelli”, argomenta Balsotti.
Dai verbali della riunione del Fomc del 25-26 settembre emerge che diversi policymaker vedono il rischio di “significativi squilibri finanziari”. Bisognerà ora vedere se quanto successo in questo mese farà cambiare atteggiamento a Powell che sembra decisamente meno propenso a seguire le orme di Bernanke e Yellen che nel corso dei loro mandati si sono mostrati molto attenti a calibrare l’impronta di politica monetaria con l’umore dei mercati in modo da “contrastare” movimenti avversi dei mercati. Affinché la Fed reagisca alla debolezza dei mercati, ci dovrebbe essere una “correzione significativa e correzione duratura”, ha detto Powell alla conferenza stampa del 26 settembre in seguito all’ultimo aumento dei tassi della Fed.