Multiutility: jv e piccole acquisizioni, così le big italiane vogliono superare la frammentazione del mercato
Settore delle multiutility in fermento in Italia. La liberalizzazione della vendita di energia ha rinfocolato l’appeal speculativo fra la moltitudine di aziende tricolore che anima il mercato della penisola per superare la frammentazione, tipicamente italica, del mercato come avvenuto negli altri Paesi europei.
Lo hanno ribadito con forza i Ceo delle principali società multiutility, da Iren ad Hera passando per A2a, in una serie di interviste concesse questa settimana a Il Sole 24Ore. Per poter superare la frammentazione dell’attuale contesto “è auspicabile in primo luogo un segnale forte sul piano normativo quale potrebbe esse la piena applicazione del Decreto Madia”, ha dichiarato Tomaso Tommasi di Vignano, Ceo di Hera, nell’intervista apparsa oggi sul quotidiano.
Ma non è il solo pilastro su cui poggiare il rilancio del settore. Difatti la necessità è ora quella di fermare il grande risiko per concentrarsi su piccole acquisizioni e joint venture. E’ questa la strada da seguire per Massimo Bianco, Ad di Iren, che dopo l’acquisizione di ACAM La Spezia mira a continuare a crescere attraverso acquisizioni nell’Italia settentrionale.
“Iren ha guadagnato una flessibilità finanziaria sufficiente – ha dichiarato Bianco al quotidiano nazionale – per crescere per linee esterne e allo stesso tempo garantire un dividendo elevato”. Risiedono qui le più importanti novità in tal senso; Iren punta a un’operazione M&A mista contanti e scambio azionario con focus sui segmenti waste to energy e teleriscaldamento. Di particolare interesse la centrale di Novara, per cui potrebbe nascere un progetto di sviluppo del teleriscaldamento in joint venture con Egea, multi-utility operativa a Cuneo, Asti e Alessandria. L’investimento complessivo potrebbe aggirarsi sui 60-70 milioni di euro.
Vi è, infine, l’Acea, la multiutility dell’Urbe che entro fine novembre presenterà il business plan dettagliato relativo al periodo 2018-2022. Per Roma, Acea prevede un forte potenziamento degli investimenti, soprattutto nel settore idrico per ammodernare e rifare la rete di distribuzione della Capitale.
Vi è poi da considerare il business del gas. Sia Hera che Acea vorrebbero potenziare la presenza in questo segmento tanto che lo stesso di Vignano ha confermato di aspettarsi “una forte concentrazione nella distribuzione gas nei prossimi anni, con una riduzione dei distributori dagli attuali 200 players a una ventina”, ed ha rilanciato, “Hera punta anche a partecipare alle gare di distribuzione gas, nelle aree cui è l’incumbent”.
Dal canto di Acea invece sarà il nuovo piano industriale a chiarire la posizione dell’azienda romana. Come detto dal nuovo Ad Antonio Donnarumma “Acea punta, sulla base delle linee strategiche illustrate a fine luglio, a partecipare ad alcune gare per le concessioni relative al servizio di distribuzione del gas”.