Mps: tutto pronto per aumento capitale da 2,5 miliardi. Ad Lovaglio: ‘ora si corre’
Mps supera un altro scoglio: dopo l’ok della Bce all’aumento di capitale è arrivato anche il via libera dell’assemblea straordinaria degli azionisti, che ha votato a favore della ricapitalizzazione da 2,5 miliardi, operazione sine qua non per rimettere in piedi la banca. Una ricapitalizzazione che segue molte altre che si sono succedute negli anni, lanciate per raggiungere sempre il solito scopo: salvare Monte dei Paschi di Siena.
Ora che ha incassato l’ok degli azionisti, il ceo Luigi Lovaglio vuole correre, come dice lui stesso, a dispetto di una certa politica che vorrebbe aspettare la formazione del prossimo governo, prima dell’aumento di capitale. Il riferimento è alle dichiarazioni che sono state rilasciate di recente dal Maurizio Leo, consigliere economico di Giorgia Meloni, in relazione proprio alla operazione di aumento di capitale.
E’ chiaro che Luigi Lovaglio voglia prendere le distanze dalla politica e dall’esito delle imminenti elezioni politiche del prossimo 25 settembre, anticipando anche i tempi.
“E’ l’inizio ufficiale della partita, adesso si corre, in ottobre partiremo”, ha detto Lovaglio dopo l’autorizzazione arrivata dagli azionisti, continuando: “Siamo concentrati sui 2,5 miliardi da portare a casa in un’unica soluzione entro i termini previsti”.
Mps incassa ok azionisti ad aumento capitale
“L’Assemblea Straordinaria degli Azionisti di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. – riunitasi nella giornata di ieri sotto la presidenza di Patrizia Grieco – si legge nel comunicato – ha dato il via libera all’operazione di aumento di capitale, del valore di 2,5 miliardi di euro. L’operazione di ricapitalizzazione della banca senese sarà eseguita “in forma scindibile, mediante emissione di azioni ordinarie, aventi godimento regolare, da offrirsi in opzione agli Azionisti della Società, ai sensi dell’art. 2441 del Codice civile”.
L’autorizzazione è stata concessa dall’assemblea di Mps a larghissima maggioranza, con il 99,63% dei voti, ed è arrivata dopo che gli azionisti hanno dato il via libera con maggioranze di molto superiori al 99% dei voti espressi l’abbattimento del capitale per perdite e il raggruppamento delle azioni.
Ha inciso soprattutto il sì dell’azionista di maggioranza di Mps, ovvero il Tesoro, che detiene una partecipazione nel capitale della banca pari al 64,23%, e che ha rappresentato quasi tutto il capitale che ha partecipato all’assemblea degli azionisti, pari al 65,22% al momento del voto sull’aumento di capitale.
Oltre all’aumento di capitale l’assemblea ha votato per “la riduzione del capitale sociale per perdite ai sensi dell’articolo 2446 del Codice civile, a copertura della suddetta perdita complessiva, ridotta per effetto dell’utile di periodo e dell’utilizzo delle riserve disponibili, a seguito della quale il capitale sociale si attesta ad Euro 4.954.119.492,44; autorizzato il raggruppamento delle azioni ordinarie nel rapporto di n. 1 nuova azione ordinaria ogni n. 100 azioni ordinarie esistenti”.
Via libera anche ad alcune modifiche statutarie e alla “relazione Finanziaria Semestrale della Banca al 30 giugno 2022, dalla quale emerge un utile di periodo pari a Euro 96.965.159,96, che l’Assemblea ha deciso di destinare alla copertura della perdita complessiva alla data del 30 giugno 2022″.
Ed è stata approvata dall’assemblea degli azionisti l’eliminazione dei limiti di età per il presidente (70 anni), i consiglieri (75) e l’ad (67) all’atto della nomina, “anche in vista della prossima scadenza degli organi sociali”.
Un assist al ceo Luigi Lovaglio, che è del 1955, e che dunque non sarebbe stato candidabile l’anno prossimo.
Mps: piccoli azionisti temono un massacro
Il numero uno della banca Luigi Lovaglio si è mostrato comprensivo verso i piccoli azionisti che, all’inizio dell’assemblea, hanno lanciato appelli accorati, manifestando la loro opposizione all’aumento di capitale.
In particolare, ha riportato l’agenzia Ansa, l’avvocato Domenico Ricciardi, piccolo azionista di Mps, ha fatto una chiara richiesta al cda, chiedendo che si attendano “migliori condizioni di mercato prima di lanciare una aumento distruttivo” che porterebbe a “un massacro dell’azionariato retail”.
Sempre Ricciardi ha chiesto ai vertici della banca senese di respingere “il raggruppamento azionario” che “preannuncia nuovi crolli in Borsa” del titolo.
“I soci retail saranno esclusi dall’aumento – ha detto Ricciardi – perdendo tutto, o dovranno sostenere esborsi macroscopici, con multipli di 8 volte che non sanno come procurarsi, essendosi azzerato il valore delle loro quote”. E Ricciardi non è stato certo l’unico piccolo azionista ad opporsi alla ricapitalizzazione di quello che è noto ormai come Monte di Stato.
Prima di lui un altro socio, riporta sempre l’Ansa, aveva definito l’aumento e il raggruppamento “chiaramente distruttivi per i piccoli azionisti, una scommessa ad alto rischio che i piccoli non possono affrontare dopo i danni subiti”.
Mps: più di 1/3 aumento capitale serve per esodi
Lovaglio ha cercato di rassicurare, in particolare, questa platea di piccoli azionisti:
“Capisco lo scetticismo sul fatto che il piano possa essere realizzato però abbiamo dimostrato che siamo seri e che le cose le vogliamo realizzare”, ha risposto il ceo di Mps. “Condivido le criticità e proprio per questo abbiamo detto che insieme al piano dobbiamo andare a far vedere che abbiamo già realizzato importanti passi nella sua realizzazione”.
Lovaglio ha detto che “l’accordo sindacale è l’elemento fondamentale”, rimarcando anche che “abbiamo semplificato il gruppo” attraverso le fusioni delle controllate, rendendolo così “più snello”.
Tra gli altri importanti passi avanti compiuti, ha continuato il ceo di Mps, abbiamo “venduto 900 milioni di crediti deteriorati” . Inoltre, “dal primo settembre sarà attiva la nuova organizzazione commerciale”.
Per l’AD di Mps, l’aumento di capitale è essenziale per iniettare nuovi mezzi freschi nella banca, che servono subito: intanto, “più di un terzo dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di Banca Mps serve per gli esodi volontari del personale”.
Per la precisione, “la legge scade il 30 novembre, abbiamo fatto un importante accordo coi sindacati che ci ha pottato a implementare questa iniziativa in maniera definitiva e chiara; abbiamo riscontrato notevole supporto dai sindacati e tutti assieme abbiamo messo in piedi l’iniziativa che prevede che noi dobbiamo finanziare questo esodo, che riguarda più di 3mila risorse, a fronte di una legge che scade a novembre, quindi i tempi sono necessariamente brucianti: ci servono fondi per finanziarla”.
In questo modo, “dal 1° gennaio del 2023, la banca avrà 270 milioni di costi in meno e doteremo la banca di un risultato operativo in un’area confortevole, al pari di altri competitor”.
Mps: con AdC nuove risorse per famiglie-imprese
In sintesi, “questa operazione vogliamo farla entro il 30 novembre, quindi l’aumento è funzionale a questo obiettivo, da qui l’urgenza”.
In generale, nel rimarcare ancora l’urgenza di procedere subito alla ricapitalizzazione del Monte di Stato, Lovaglio ha sottolineato che i 2,5 miliardi di euro dell’aumento “sono necessari per garantire una adeguata patrimonializzazione della banca, consentendole di rispettare i requisiti fissati dalle varie autorità non solo domani, ma anche in ottica prospettica perché vogliamo concentrarci sui clienti una volta messa a posto la casa”.
L’aumento di capitale “permetterà di dotare la banca di aumentare le risorse per finanziare le imprese e le famiglie sul territorio. Esigenze che coincidono con il rilancio della banca, e prima soddisfiamo questa esigenza prima la banca si mette in un’area di sicurezza”.
Insomma: “Siamo concentrati sui 2,5 miliardi da portare a casa in un’unica soluzione entro i termini previsti”.
Per quanto concerne l’operazione di raggruppamento delle azioni, il ceo di Mps ha spiegato che questa “non avrà alcun impatto sul valore di mercato dell’investimento”.
Da segnalare che ieri l’assemblea degli azionisti ha approvato infatti anche il raggruppamento delle azioni nel rapporto di 1 nuova azione ogni 100. “Il raggruppamento azionario è funzionale all’operazione di aumento, intende semplificare la gestione amministrativa delle azioni, migliora e rende più efficienti gli aspetti negoziali nel trattare le azioni, il cui numero è destinato ad aumentare”, ha detto il ceo Lovaglio.
Mps: quei 22 miliardi bruciati in 14 anni
Non si possono dimenticare quei 22 miliardi di euro bruciati dal Monte dei Paschi, calcolati e resi noti da un articolo de Il Corriere della Sera firmato da Milena Gabanelli e Fabrizio Massaro:
“L’acquisto dissennato di Antonveneta, il crollo di Lehman, la crisi dello spread, le nuove regole europee, e quei 26 miliardi di perdite sui crediti accumulati fra il 2006 e il 2016, dovute alla recessione che ha messo in ginocchio le imprese non più in grado di ripagare i debiti, ma anche a finanziamenti spesso concessi senza garanzie adeguate e a prestiti a imprenditori amici dei politici di riferimento”, si leggeva nell’articolo , pubblicato alla fine del 2021.
In 14 anni sono stati “bruciati 22 miliardi, di cui 4,8 a carico dello Stato”.
Così hanno commentato qualche giorno fa gli analisti di IG, guardando al caso della banca senese:“Siamo fiduciosi sulle strategie e sulle operazioni introdotte dal nuovo amministratore delegato Lovaglio, che riteniamo competente nel campo bancario e in grado di supportare un complesso programma di riorganizzazione della banca senese. Nonostante ciò, il caso è molto complicato (come spesso accade quando lo stato interviene in salvataggi pubblici) e potrebbe risultare in un esito ben diverso da quello che ci si aspetta. In ogni caso, attualmente il titolo capitalizza in Borsa circa €410 milioni e quota intorno ai livelli di €0,37 centesimi. Le azioni sono però in un calo continuo da marzo scorso mostrando, da quel momento, un ribasso del 62%”.
Agli inizi di settembre la Bce ha dato il via libera alla ricapitalizzazione dell’istituto senese, partecipato per il 64% dal Tesoro.
Sono state poi le stesse banche del consorzio di garanzia a manifestare il desiderio di rimandare l’operazione addirittura al 2023.
Nella stessa nota dedicata a Mps, IG ha inoltre scritto che “alcuni investitori sottolineano che l’operazione dovrebbe essere conclusa entro la fine dell’anno così da non inficiare le strategie della banca che prevedono numerosi licenziamenti (che genereranno oneri una tantum da €800 milioni solo nel 2022 e risparmi per €270 milioni nel 2023) senza tenere conto degli effetti regolamentari sul capitale dell’istituto senese che avranno effetto diretto dal prossimo anno”.
Mps: Lovaglio commenta rumor Anima e Axa
Tornando all’operazione di aumento di capitale, va detto che per ora il Mef ha confermato la sua partecipazione, che comporta per lo Stato (per noi contribuenti) un esborso di circa 1,6 miliardi: questo vuol dire che i capitali privati sono chiamati a partecipare alla ricapitalizzazione per un valore di 900 milioni-1 miliardo.
Facendo riferimento alle indiscrezioni sulla partecipazione alla ricapitalizzazione da 2,5 miliardi da parte dei partner industriali Anima e Axa, il ceo di Mps Luigi Lovaglio ha così commentato:
“Guardiamo con interesse le opzioni di ingresso di investitori istituzionali, inclusi tutti, e dico tutti, i nostri partner industriali in una logica di dare una certa stabilità all’azionariato”. “L’ingresso di questi soggetti nell’ambito dell’aumento di capitale potrà avvenire alle medesime condizioni previste per gli altri investitori“, ha detto il ceo, puntualizzando che “una revisione eventuale degli accordi coi nostri partner strategici, che oggi sono tre – Anima, Axa e Compass – non potrà che avvenire nelle usuali logiche sottese a tali accordi, assicurando il perseguimento dell’interesse della banca”.
Negli ultimi giorni erano circolate indiscrezioni sulla possibilità che i partner commerciali di Mps Anima e Axa potessero raggiungere il 15% del capitale post aumento, nell’ambito di una rinegoziazione degli accordi esistenti.
I vari rumor e la fiducia nell’aumento di capitale avevano scatenato rally importanti del titolo. Oggi le quotazioni del Monte dei Paschi di Siena, complici anche i timori di inflazione e recessione prezzati dai mercati, fanno invece dietrofront. (Lna-Laura Naka Antonelli)