Mps: sui conti la zavorra dei costi per gli esodi anticipati. Lovaglio annuncia ‘inizio di una nuova era’
Mps, la banca senese capitanata dal ceo Luigi Lovaglio, reduce dal successo dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, ha annunciato di aver concluso i primi nove mesi dell’anno con una perdita di periodo di pertinenza della Capogruppo pari a 360 mln di euro, a fronte di un utile di 388 mln di euro conseguito nei primi nove mesi del 2021.
Il risultato, si legge nella nota del Monte dei Paschi, ha scontato i 925 milioni di euro di costi di ristrutturazione legati all’uscita di oltre 4 mila dipendenti.
Nel terzo trimestre Mps ha perso 388 mln di euro, facendo peggio del trimestre precedente (pari a +18 mln di euro).
Nella conference call indetta per commentare i conti, l’AD Lovaglio ha parlato dell’“inizio di una nuova era” per Mps, e ha annunciato, anche, di ritenere che il Monte centrerà gli obiettivi del piano in anticipo, così come a suo avviso sarà possibile un anticipo nella distribuzione dei dividendi con gli utili del 2024.
“Abbiamo già raggiunto la milestone del nostro piano con l’aumento (di capitale) di 2,5 miliardi che ci permette di essere in una posizione per sfruttare al meglio il grande potenziale della banca nei prossimi trimestri. Possiamo cominciare questa nuova era avendo già contabilizzato i costi di ristrutturazione e aprendo la strada per un futuro di risultati sempre migliori, che è già cominciato”, ha detto il ceo, sottolineando che “siamo perfettamente in linea con l’implementazione del piano, abbiamo già posto le basi per i prossimi anni e prevediamo di raggiungere in anticipo gli obiettivi del nostro piano“.
Mps, Lovaglio commenta i conti: il meglio deve ancora arrivare
Il ceo ha aggiunto che “stiamo guardando al futuro sempre più convinti che Mps diventerà una banca trasparente e semplice, in grado di generare un utile lordo di 700 milioni a fine piano, facendo forza anche sul nostro marchio storico. Ci troviamo di fronte a una svolta nella vita di Mps e il meglio deve ancora arrivare”.
Sui dividendi, l’AD ha sottolineato che “la nostra posizione di capitale crea spazio per prevedere un anticipo della distribuzione già con gli utili del 2022, ovviamente in mancanza di restrizioni normative specifiche”.
Nelle ultime ore è arrivata anche la nota dei sindacati, relativa al via libera di Mps a tutte le richieste di esodo anticipato presentate da 4.125 dipendenti.
Nella nota delle segreterie di coordinamento Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, si legge che, a questo punto, i sindacati spingono “per la ricerca delle migliori tutele e garanzie per le lavoratrici e lavoratori interessati dalla complessa e difficile fase di riorganizzazione e dalle operazioni di integrazione delle Società del Gruppo”.
“Per la valorizzazione delle professionalità esistenti, come più volte sottolineato anche dall’amministratore delegato (Luigi Lovaglio), le organizzazioni sindacali intendono anche concretizzare quanto prima il percorso previsto dall’accordo dello scorso 4 agosto su tutti i temi della contrattazione di secondo livello che partirà dalla negoziazione del welfare, dalla riattivazione del sistema premiante, dallo sviluppo dei percorsi di crescita professionale e dalla ripresa del processo promotivo”, hanno sottolineato i sindacati.
Mps: shortfall temporaneo di capitale di 380 milioni euro
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 30 settembre 2022 il Common Equity Tier 1 Ratio phased-in di Mps si è attestato a 10,0% (rispetto all’11,7% del 30 giugno 2022 e al 12,5% di fine 2021) e il Total Capital Ratio è risultato pari a 13,9% (rispetto al 15,4% del 30 giugno 2022 e al 16,1% di fine 2021).
Considerato l’aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro, al 30 settembre 2022 il Common Equity Tier 1 Ratio phased-in pro-forma si attesta al 15,7% e il Total Capital Ratio pro-forma al 19,5%.
Nella sezione dedicata alle informazioni richieste dalla Consob, il Monte di Stato – così chiamato in quanto controllato per il 64% dal suo maggiore azionista, il Mef-Tesoro – ha annunciato che, “tenuto conto della positiva conclusione dell’operazione di aumento di capitale di 2,5 mld di euro, avvenuta il 4 novembre scorso, e dell’andamento delle azioni previste nel Piano, si ritiene che vi sia la ragionevole aspettativa che il Gruppo continui ad operare come un’entità in funzionamento in un futuro prevedibile e che siano superati i dubbi significativi sulla continuità aziendale dichiarati nelle precedenti rendicontazioni. Per completezza – si legge nel comunicato sui conti diramato da Mps – si segnala che al 30 settembre 2022 è emerso uno shortfall temporaneo di capitale di 380 mln di euro rispetto ai requisiti patrimoniali (overall capital requirements), sull’aggregato patrimoniale di Tier 1, derivante dall’imputazione nel terzo trimestre dell’anno di costi per oltre 900 mln di euro per gli esodi del personale, la cui attivazione era subordinata alle disponibilità patrimoniali previste dal Piano e che risulta pertanto già essere sanato con l’avvenuta conclusione dell’aumento”.
Mps: trend ricavi, commissioni nette e margine di interesse
Guardando ad altre voci principali di bilancio, al 30 settembre 2022 il Gruppo MPS ha realizzato ricavi complessivi per 2.248 mln di euro, in lieve calo (-0,5%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, principalmente a causa della diminuzione degli altri ricavi della gestione finanziaria, che nei primi nove mesi del 2022 scontano minori utili derivanti dalla cessione dei titoli, un minore risultato della negoziazione e un minor contributo generato dalle partecipazioni assicurative nelle società collegate AXA.
I ricavi del terzo trimestre 2022 registrano un calo dell’1,7% rispetto al trimestre precedente.
Il margine di interesse al 30 settembre 2022 è risultato pari a 1.040 mln di euro, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+15,7%). Il margine di interesse del terzo trimestre 2022 si pone in aumento rispetto al trimestre precedente (+12,7%) principalmente grazie al maggior contributo degli impieghi commerciali che beneficiano dell’ulteriore crescita dei tassi.
Le commissioni nette al 30 settembre 2022, pari a 1.055 mln di euro, risultano in calo rispetto a quelle consuntivate nello stesso periodo dell’anno precedente (-5,2%).
Al 30 settembre 2022 l’esposizione netta in termini di finanziamenti clientela deteriorati del Gruppo si è attestata a 1,9 mld di euro, in diminuzione sia rispetto al 30 giugno 2022 (pari a 2,0 mld di euro) che rispetto al 31 dicembre 2021 (pari a 2,1 mld di euro).
Al 30 settembre 2022 la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 53,6%, in aumento rispetto al 30 giugno 2022, quando era pari al 51,8% grazie all’incremento della percentuale di copertura delle sofferenze (che passa dal 68,7% al 70,2%), delle inadempienze probabili (che passa dal 38,4% al 39,8%) e dei finanziamenti scaduti deteriorati (che passa dal 24,6% al 26,4%).
La percentuale di copertura dei crediti deteriorati risulta in aumento anche rispetto al 31 dicembre 2021 (pari a 47,9%) per effetto dell’incremento della percentuale di copertura delle sofferenze (che passa dal 63,7% al 70,2%), delle inadempienze probabili (che passa dal 36,7% al 39,8%) e dei finanziamenti scaduti deteriorati (che passa dal 22,7% al 26,4%).
Come evidenzia una nota di Equita SIM, per quanto concerne l’asset quality, ovvero la qualità dell’attivo, l’NPE ratio pro forma è stato pari al 4.0%, con coverage medio al 47.8% e, al 14,7%, il CET1 Fully Loaded si è confermato superiore di 500 bps di buffer rispetto al requisito SREP).
Prossima sfida per Mps, spesso chiamata Alitalia del credito, e prossima sfida per lo stesso stato, è la ricerca di un cavaliere bianco che, attraverso un’operazione di M&A, acquisisca la banca senese, in particolare la quota detenuta dal Tesoro, consentendo all’istituto di tornare sul mercato. In realtà, questo potenziale cavaliere bianco, al momento non risulta pervenuto.