Mps, da cda ok al piano. Le prossime tappe per salvare la banca e riammettere titolo in Borsa
Via libera del cda di Mps al piano industriale presentato per inaugurare una nuova fase per la banca senese. A questo punto, prossime tappe saranno l’approvazione del piano da parte dell’Ue e della Bce che, secondo fonti di mercato, non dovrebbero richiedere ulteriori modifiche, e l’emanazione e l’approvazione di due decreti governativi.
Con il primo, si conosceranno i dettagli della condivisione degli oneri ovvero, praticamente, quale dovrà essere il costo a carico degli azionisti e degli obbligazionisti subordinati. Nello stesso decreto, l’esecutivo chiarirà anche i modi per accedere ai rimborsi, per quei risparmiatori che avrebbero sottoscritto bond senza essere informati in toto dei rischi, dunque vittime del cosiddetto misselling.
Nel secondo decreto, come ha riportato Il Sole 24 Ore nel fine settimana, saranno illustrati i dettagli su come lo Stato entrerà nel capitale di Mps, attraverso la strada della ricapitalizzazione precauzionale che – in questo caso, in quanto Mps è stata reputata solvibile – l’Ue ha approvato.
Indispensabile per la riammissione del titolo in Borsa l’indicazione del nuovo prezzo di sottoscrizione dell’aumento di capitale – del valore di 8,3 miliardi di euro – da parte del Mef.
Tuttavia, il tempo richiesto per la messa in atto delle varie tappe farebbe slittare il ritorno in borsa del titolo Mps, che dovrebbe avvenire non prima di settembre.
Inizialmente, la speranza era che la riammissione alla quotazione a Piazza Affari potesse diventare effettiva entro la fine di luglio, ma Il Sole 24 Ore scrive come le trattative serrate per mettere in sicurezza le due banche venete, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, abbiano fatto andare dietro le quinte il dossier MPS.
Considerando anche la presentazione ai mercati del piano industriale, da parte dell’AD Marco Morelli, in data 10 luglio, e l’approvazione dei due decreti – che in teoria dovrebbero essere quasi pronti -, l’ingresso dello Stato nel capitale e l’assemblea per il rinnovo degli organi potrebbero arrivare tra la fine di luglio e gli inizi di agosto.
A quel punto, toccherebbe alla Consob dare l’ok per la riammissione del titolo alle negoziazioni. Che però, per l’appunto, vista l’estate, potrebbe rimandare la sua autorizzazione a settembre.
A commentare il dossier Mps il sindaco di Siena Bruno Valentini:
“Credo che la prossima settimana potremo avere un grande annuncio. Siamo vicini ad un nuovo inizio della banca”, ad una notizia che qualche tempo fa sembrava insperata, una sorta di miracolo come la liquefazione del sangue di San Gennaro a Napoli”.
Valentini ha tenuto a precisare che il piano prevede la riduzione del personale “ma senza licenziamenti e il mantenimento della direzione generale a Siena”.
Riguardo ai dettagli del piano, è prevista per l’appunto una ricapitalizzazione del valore di 8,3 miliardi di euro, con una iniezione da parte dello Stato di circa 5,8 miliardi. La somma rimanente avverrà attraverso la conversione delle obbligazioni subordinate, per un valore di 2,5 miliardi.
L’operazione trasformerà lo Stato nel primo azionista di Mps, con una quota pari al 70% del capitale.
Il cda ha anche confermato l’accordo con Atlante 2 per la cartolarizzazione dei crediti deteriorati, che ammontano nel caso di Mps a ben 26 miliardi di euro.
Secondo i dettagli dell’operazione, Atlante 2 si accollerà gli NPL a un prezzo pari al 20-21% del valore nominale di 24 dei 26 miliardi, dunque per un corrispettivo di 4,92 miliardi. Avendo in cassa solo 1,65 miliardi, Atlante 2 si farà carico di titoli mezzanini e junior per quell’ammontare, mentre per i restanti 3,3 miliardi di titoli senior, emetterà note garantite dallo Stato via Gacs.