Mps, blitz del Tesoro che colloca il 25% sul mercato. Si riaccende il risiko bancario?
Arriva poco dopo la mezzanotte la comunicazione ufficiale del Tesoro che annuncia il collocamento sul mercato della quota in Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps). A distanza di più di un mese dall’avvio della selezione dei consulenti per la cessione, il ministero dell’Economia e delle Finanze, che detiene una quota pari al 64% circa nella banca, ha comunicato di avere piazzato sul mercato il 25% del capitale sociale di Mps per circa 920 milioni di euro. Un’operazione che, secondo alcuni operatori, potrebbe riaccendere il risiko bancario in Italia.
Intanto il titolo Mps cede in avvio in Borsa circa il 5% e si muove sotto i 3 euro, posizionandosi tra i peggiori titoli del listino milanese.
Mps: inizialmente si parte con il 20%, poi si arriva al 25%
Sono arrivate due comunicazioni, a stretto giro, su Mps da parte del Tesoro italiano. La prima, pubblicata sul sito del Mef, in cui si annuncia che è stata “avviata una procedura accelerata di raccolta ordini (“Accelerated Book Building – ABB”) per la cessione di n. 251.937.942 azioni ordinarie di Banca Monte dei Paschi di Siena corrispondenti a circa il 20% del capitale sociale della banca“. L’obiettivo? “Promuovere il collocamento delle suddette azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri”.
La seconda comunicazione ufficiale, come detto, arriva a distanza di qualche ora e contiene una importante novità. Il Mef ha infatti fatto sapere di avere perfezionato con successo la cessione di n. 314.922.429 azioni ordinarie di Mps, pari al 25% del capitale sociale sempre attraverso un “Accelerated Book Building – ABB” riservato ad investitori istituzionali italiani ed esteri.
A fronte della domanda raccolta pari a oltre 5 volte l’ammontare iniziale, l’offerta è stata incrementata dal 20% al 25% del capitale sociale di Mps.
I dettagli dell’operazione
Il Mef ha poi fornito alcuni dettagli sull’operazione. Come il corrispettivo per azione che è stato pari a 2,92 euro per un controvalore complessivo pari a circa 920 milioni. In particolare, il prezzo “incorpora uno sconto pari al 4,9% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni della Banca registrato in data 20 novembre 2023 ed è superiore di quasi il 50% rispetto al prezzo di sottoscrizione dell’aumento del capitale sociale della Banca realizzato nel novembre 2022”.
Lo Stato scende al 39,23%
Con questa operazione la partecipazione del Tesoro scende sotto la soglia del 50%. La quota detenuta dallo Stato italiano passa così dal 64,23% al 39,23% circa del capitale sociale.
L’operazione, sottolinea ancora la nota, rappresenta la prima fase del più ampio processo che porterà il Mef a valorizzare pienamente la banca, nell’interesse della stessa e di tutti gli stakeholders, nel contesto del solido quadro patrimoniale e reddituale che caratterizza la Banca e delle sue prospettive di ulteriore sviluppo.
Secondo quanto comunicato, il Mef si è impegnato (con BofA Securities, Jefferies e UBS Investment Bank che hanno agito nel ruolo di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners) a non vendere sul mercato ulteriori azioni Mps per un periodo di 90 giorni. Il regolamento dell’Operazione avverrà il prossimo 23 novembre 2023.
Cosa dicono gli analisti: M&A si o no?
Equita: “continuiamo a non vedere necessariamente l’M&A come scenario breve termine”
Un’operazione che non coglie di sorpresa Equita. Commetando gli annunci di ieri del Mef gli analisti scrivono: “Il piazzamento non è del tutto inatteso considerando la recente forte performance del titolo (TR +30% nell’ultimo mese), supportata oltre che dal miglioramento operativo della banca, anche dalla riduzione del petitum di rischi straordinari (il 27 novembre ci sarà inoltre la sentenza d’appello sul caso Viola Profumo), dal recente doppio upgrade di Fitch sull’emittente e dal miglioramento dell’outlook da parte di Moody’s sul rating sovrano”.
Secondo quanto emerso dalla stampa, aggiungono gli esperti della sim, il piazzamento non avrebbe visto l’ingresso di un operatore industriale nel capitale della banca. “Nell’attuale contesto di mercato continuiamo a non vedere necessariamente l’M&A come uno scenario di breve termine“.
Mossa Mef facilita potenziale operazione con un’altra banca, la view di Intesa
Con questa operazione, spiegano da Intesa Sanpaolo, “la quota detenuta dal Mef si riduce dal 64,23% al 39,23%, facilitando, a nostro avviso, una potenziale operazione con un’altra banca“. Gli esperti si soffermano poi sugli scenari delineati nelle ultime ore dalla stampa nazionale (Il Sole 24 Ore e MF, tra altri), “con Unicredit, Banco Bpm e, in misura minore, Bper che restano i candidati più probabili per un’operazione di M&A con Mps”.