Mps: ad Atlante II gli Npl che hanno perso in un anno il 10% del valore, poi via al piano industriale
L’accordo per la cartolarizzazione e successiva vendita dei 26 miliardi di euro di sofferenze fra il fondo Atlante II e il Monte dei Paschi di Siena sarebbe in dirittura d’arrivo. Secondo quanto riportato dalla stampa nazionale infatti, il fondo gestito da Quaestio Sgr e la banca senese avrebbero raggiunto l’intesa: il pacchetto di crediti deteriorati sarà ceduto al 20,5% del suo valore, una percentuale inferiore di 6,5 punti rispetto al 27% richiesto solamente un anno fa. In un anno dunque, sarebbe stato perso il 10% circa del valore del pacchetto di crediti in sofferenza.
L’accordo fra il fondo e l’istituto arriva sul filo del rasoio in quanto era prevista per quest’oggi la scadenza dell’esclusiva per la cartolarizzazione concessa da Siena ai fondi Atlante II, Elliott e Fortress, con questi ultimi due che si erano sfilati nelle ultime settimane per divergenze su prezzo e condizioni dell’operazione.
Le condizioni per la cartolarizzazione degli Npl del Monte Paschi
I crediti in sofferenza del Monte saranno cartolarizzati attraverso l’emissione di 3,3 miliardi di note senior, tutte garantite dallo Stato italiano attraverso le Gacs. Ulteriori 1,6 miliardi di titoli mezzanini e junior saranno invece presi in carico da Atlante.
Via libera al piano industriale
Con l’offerta di Quaestio Sgr dovrebbero esser risolti anche gli ultimi step per consentire al board senese di proseguire la strada maestra verso l’attuazione del piano industriale già praticamente approvato da Bruxelles e Francoforte.
Dopodomani, ossia venerdì 30 giugno, si riunirà il Cda guidato da Marco Morelli che dovrebbe formalizzare la ricapitalizzazione da 8,3 miliardi della banca. Entro la prossima settimana la Commissione dovrebbe avallare l’operazione per consentire l’ingresso dello Stato a Siena già entro la fine del prossimo mese.
Con la formalizzazione di questa operazione “dovrebbe ridursi considerevolmente il rischio sistemico per l’Italia”, sostiene un analista interpellato dalla nostra redazione. “Il salvataggio di Mps e quello delle banche venete, commenta l’esperto, rappresentano una notizia positiva per il settore bancario italiano”. Di fatto l’intervento di Intesa sulle due popolari venete ha alleviato la posizione del fondo Atlante II, che avrebbe dovuto sborsare 450 milioni di euro per l’intervento sui due istituti.
Npl saga: non è ancora finita…
Opinioni differenti invece serpeggiano fra la stampa estera. Secondo un articolo di Reuters ripreso quest’oggi la saga dei crediti deterirati italiani non sarebbe finita con il sostanziale bailout di Mps e il salvataggio delle due popolari venete.
“Il salvataggio di Mps e delle due banche venete non risolve i problemi relativi ai bad loans italiani – scrive Reuters – le cui vendite a prezzi stracciati potrebbero far aumentare il fabbisogno di capitali degli istituti”.