Notizie Notizie Italia Moody’s taglia stime Italia, prevede crescita a zero. Incertezza, investitori fanno fatica a ‘prezzare’ il rischio politico

Moody’s taglia stime Italia, prevede crescita a zero. Incertezza, investitori fanno fatica a ‘prezzare’ il rischio politico

15 Febbraio 2019 08:43

Una crescita compresa tra lo 0 e lo 0,5% e un rapporto deficit-Pil destinato a salire proprio a causa di un Pil da zero virgola, fino al 2,5%, cinque decimali in più rispetto al target fissato dal governo M5S-Lega, al 2,04% (abbassato, nel corso delle trattative con Bruxelles sulla manovra, dal precedente 2,4%). Sono soltanto alcune delle previsioni che Moody’s ha annunciato sull’Italia, nel corso della Credit Trends Conference che si è svolta ieri a Milano. La sforbiciata sull’outlook sul Pil è stata pesante, se si considera che le stime precedenti erano per un’espansione del prodotto interno lordo pari a +1,3%.

Sul fronte del rating, per ora nessuna dichiarazione allarmistica, dopo il taglio dello scorso ottobre, avvenuto comunque a fronte di un outlook stabile.

“Abbiamo un outlook stabile, copre un arco di 12-18 mesi e non vediamo cambiamenti”, ha detto Kathrin Muehlbronner, lead analyst per l’Italia di Moody’s. In ogni caso “abbiamo presupposto una crescita bassa, per un paio di anni al massimo, e sotto 1%”. 

Inoltre, la pressione rialzista sui costi di finanziamento del debito e sullo spread è stata del tutto confermata, con l’Italia che si conferma eccezione rispetto agli altri paesi europei.

“I costi di finanziamento rimangono bassi nell’Eurozona, ma sono saliti in Italia a causa del rischio politico interno”. Rischio politico interno che è stato identificato nel rischio di elezioni anticipate a seguito delle elezioni europee.

Si tratta di un “rischio significativo, probabilmente dopo le elezioni europee”, ha precisato Moody’s, spiegando tale rischio con la possibilità che possano cambiare gli equilibri interni al governo M5S-Lega. Detto questo, la situazione rimane nebulosa.

Lo sa bene il Fondo Monetario Internazionale che, nel suo report diramato a Davos in occasione del World Economic Forum, aveva lanciato un alert sull’Italia individuando in essa un “rischio globale”. Concetto che è stato ripetuto da Desmond Lachman, ex vicedirettore presso la divisione di sviluppi politici Policy Development and Review Department dello stesso Fmi.

In un discorso proferito all’ Official Monetary and Financial Institutions Forum, Lachman ha lanciato un alert sul debito italiano, affermando che, se il governo M5S-Lega non correrà ai ripari subito, il mondo intero sarà costretto a far fronte a una enorme crisi del debito ‘brutale’ in Europa.

“Non è chiaro cosa succederà al Governo dopo le elezioni europee” e, anche da un punto di vista di mercato, la situazione resta nebulosa perché gli investitori fanno fatica a ‘prezzare’ il rischio politico, “quindi stanno a guardare e in parte questo è quello che abbiamo visto a settembre”.

In ogni caso, in generale in Europa “il rischio politico resterà elevato e in Italia sta già incidendo sui conti pubblici”.

Da segnalare che Moody’s ha al momento una valutazione sul debito sovrano italiano pari a “Baa3”, dopo il taglio avvenuto a ottobre dal precedente rating “Baa2”. Il nuovo giudizio dell’agenzia è atteso esattamente tra un mese, al 15 marzo. Il problema del rating, più che da Moody’s, viene probabilmente dalle altre agenzie sorelle Fitch e Standard&Poor’s, come fa notare oggi un articolo de Il Sole 24 Ore:

Venerdì prossimo arriverà infatti il verdetto di Fitch, che a fine agosto ha confermato la valutazione a tripla B con outlook però, in questo caso, negativo. Idem S&P, che ha un rating sull’Italia a tripla B con outlook tagliato a ottobre da stabile a negativo. Quest’ultima si esprimerà sul debito italiano il prossimo 26 aprile. E, se la crescita del PIl in un paese alle prese con la recessione sarà già allo zero, le prospettive sulla dinamica dei conti pubblici non saranno considerate certo positive.