Moda: giro d’affari in crescita. Quotate primeggiano per redditività
Il settore moda italiano continua a crescere anche nel 2018, registrando un giro d’affari totale di 71,7 miliardi di euro e un peso sul Pil nazionale in aumento all’1,2%, contro l’1,1% del 2014. Questi alcuni dei numeri che emergono dalla nuova edizione sul Sistema Moda dell’Area Studi Mediobanca in cui vengono analizzate le dinamiche delle 173 Aziende Moda Italia con un fatturato superiore a 100 milioni di euro nel 2018 e dei principali gruppi europei del settore.
Dal report emerge che delle 173 aziende analizzate, sono solo 15 le quotate in borsa ma insieme determinano ben il 29% del fatturato aggregato e hanno un ebit margin nettamente superiore (11,7% contro il 6,8% delle altre), a dimostrazione di come l’apertura ai mercati borsistici possa dare grande impulso sia in termini di redditività sia di proiezione internazionale. Proprio quest’ultima è una delle caratteristiche più rappresentative della moda italiana: il 72,2% del fatturato complessivo proviene, infatti, dall’estero, molto più del totale del settore manifatturiero (58,3%) e con ancora una volta in testa l’occhialeria (89,6%). Dall’analisi della varietà di genere nei board delle 173 Aziende Moda Italia iooltre emerge una correlazione con la performance delle stesse. Nelle aziende dinamiche, quelle cioè che fanno registrare un ebit margin e un tasso di crescita del fatturato superiore alla media del panel analizzato, il 22% dei consiglieri è donna. A livello generale invece la quota di donne presenti nei Cda scende a 17,9%.
Previsioni per il triennio 2019-2021
Il report si sofferma anche a fornire previsioni per il triennio 2019-2021 e la digital strategy della moda italiana. Secondo i dati di Prometeia al 2021, il giro d’affari della moda italiana continuerà a crescere fino a raggiungere quota 80 mld (+8% in due anni: due volte il ritmo di sviluppo atteso dei comparti di riferimento). Più crescita ma anche più margini: nel 2021 l’ebit margin sarà superiore di quasi 6 punti alla media dei settori benchmark.
A determinarla concorrono indubbiamente la visibilità e la reputazione online. I 559 brand delle 173 aziende considerate difatti vengono cercati su internet circa 300 milioni di volte al mese, con 57 brand che superano il milione di ricerche ciascuno. Numeri che si riflettono nella crescita della domanda, che si stima aumenterà di €1,7 mld in due anni.
Attualmente, i paesi in cui il fashion italiano è più cercato online sono Germania e Stati Uniti, seguiti da Cina e Russia. Enorme, ma ancora parzialmente inespresso, il potenziale dei marchi italiani in paesi come Australia, Brasile, India, Polonia, Canada e Messico, dove il volume di export è inferiore rispetto alla popolarità dei brand. In generale quindi i più famosi marchi italiani guidano le classifiche delle ricerche online del settore.