Minute Bce: per ora Christine Lagarde preserva lo status quo. Ma S&P intravede altro taglio tassi
Bce: di nuovo una Happy Family? Sì, secondo Carsten Brzeski, capo economista di ING in Germania.
L’economista commenta le minute della Bce rese note oggi, relative all’ultima riunione del Consiglio direttivo del 12 dicembre scorso, la prima sotto la guida di Christine Lagarde. Dai verbali emerge che l’economia dell’area euro rimane debole, ma che si può parlare anche di stabilizzazione della crescita.
La banca centrale conferma la presenza di alcuni segnali positivi, come lo smorzarsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Il Consiglio – composto da 25 esponenti – rileva tuttavia ancora la presenza di “continue dinamiche di crescita deboli nell’area euro”.
Alcuni esponenti della Bce hanno, inoltre, lanciato un allarme sui possibili effetti collaterali della politica dei tassi di interesse negativi, lanciata dall’ex numero uno Mario Draghi, il cui mandato è scaduto lo scorso 31 ottobre.
Il concetto di famiglia nuovamente felice viene ripreso da ING nella nota “ECB: A happy family again”, firmata da Brzeski.
“Ricordate le differenze di opinione tra gli esponenti della Bce alla fine dell’estate del 2019? – scrive Carsten – Appena due mesi dopo la decisione di settembre, e con un nuovo presidente, la Bce sembra essere venuta a patti con il suo recente passato. Almeno è questo quanto trapela dalle minute relative al meeting di dicembre, il primo con Christine Lagarde nelle vesti di presidente. Il meeting ha confermato lo status quo e non ha fatto riferimento ad alcun cambiamento in termini di politica (monetaria). Le minute appena rese note hanno fatto la stessa cosa”.
ING conferma che la Bce intravede “segnali preliminari di stabilizzazione nel settore manifatturiero e un effetto domino molto contenuto sul resto dell’economia. In generale, la Bce rimane fedele al suo outlook di una ripresa moderata andando avanti, mentre nel breve termine l’outlook sulla crescita rimane debole. Ci sono ragioni sufficienti per definire i rischi sull’outlook economico rivolti verso il basso, ma “in qualche modo questi sono meno pronunciati”.
Riguardo all’inflazione, dai verbali risulta che “ci sono indicazioni di una crescita moderata dell’inflazione” e che, tra l’altro, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato non tiene conto in modo sufficiente dei “cambiamenti nei costi del settore immobiliare”. Praticamente, “i dati sull’inflazione sarebbero probabilmente più alti se venissero calcolati i costi delle case abitate dai proprietari”.
Così ieri aveva commentato Sylvain Broyer, capo economista per l’Emea di S&P, presentando a Milano le previsioni della società di rating per il nuovo anno:
“Il lavoro della Bce non è finito, riteniamo che il Consiglio direttivo sotto la guida di Christine Lagarde taglierà nuovamente i tassi di deposito probabilmente dopo l’estate, quando le condizioni finanziarie saranno meno favorevoli”.
Da segnalare che, lo scorso settembre, quando alla guida dell’istituzione c’era ancora Mario Draghi, la Bce ha tagliato i tassi sui depositi fino a -0,50%, dal precedente -0,40%. Broyer crede che ci sarà un altro taglio, limitato tuttavia -10 punti base, a -0,60%.
In riferimento alla revisione della politica monetaria che Lagarde ha annunciato, l’economista ha affermato che la linea adottata sarà di continuità con la presidenza di Draghi. E di fatto, nelle minute, così come rileva anche Carsten Brzeski:
“Gli stimoli attuali di politica monetaria appaiono del tutto appropriati, a sostegno di sviluppi significativi in termini di crescita e inflazione. Sebbene siano stati auspicati controlli sull’efficacia delle manovre e sulla stessa politica monetaria, è stato messo in evidenza che, alle misure (adottate) dovrebbe essere dato il tempo di avere un pieno impatto sull’economia dell’area euro”.
Brzeski sottolinea che “le minute della Bce della riunione di dicembre suggeriscono che l’armonia sia tornata nella banca centrale o che, per lo meno, l’istituzione stia affrontando le divergenze a porte chiuse. Guardando in avanti, la revisione della strategia potrebbe essere la cosa più eccitante che vedremo fare, quest’anno, dalla Bce. Sembra infatti che la Bce rimarrà ferma per l’intero anno. Almeno fino a quando l’economia dell’Eurozona si sposterà in modo orizzontale e alcuni governi inizieranno a velocizzare il lancio di stimoli fiscali, non ci sarà bisogno di alterare l’orientamento della politica monetaria”.
L’economista spiega che, d’altronde, “ci vorrebbe una ripresa significativa della crescita, caratterizzata da una crescita ulteriore dei salari, per considerare l’opzione di ridurre gli stimoli monetari, o un peggioramento dell’economia e un ulteriore flessione significativa delle aspettative di inflazione per riconsiderare un nuovo round di allentamenti monetari. E nessuno di questi sembra, al momento, lo scenario preferito della Bce.