Notizie Valute e materie prime Mercati: safe asset offrono ancora un buon rischio-rendimento, la view di UBP

Mercati: safe asset offrono ancora un buon rischio-rendimento, la view di UBP

20 Marzo 2020 15:58

I mercati valutari come gli altri mercati mostrano importanti segnali di disfunzione. I bid-ask spread si sono allargati significativamente e le volatilità sono aumentate in modo massiccio, il che significa che i calcoli sul rischio/rendimento stanno diventando sempre più difficili da valutare. L’incertezza relativa alla durata delle misure di contenimento per fronteggiare l’emergenza dal coronavirus porta gli investitori ad avere ancora le idee poco chiare sugli orizzonti temporali degli scambi. Inizia così il commento di Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée (UBP), secondo cui i safe asset offrono ancora un buon rischio/rendimento.

Beni rifugio offriranno considerevole risk reward
L’esperto ripercorre quanto accaduto la settimana scorsa quando è iniziata la stretta dei finanziamenti in dollari, con la maggior parte delle valute dei Paesi del G10 e delle economie emergenti ha subito perdite ingenti rispetto al biglietto verde. “I Paesi esportatori di petrolio, in particolare, hanno registrato perdite significative mentre le autorità fiscali e monetarie di tutto il mondo hanno adottato misure per sostenere la domanda attraverso tagli dei tassi”, segnala l’esperto secondo cui è, tuttavia, “troppo presto per entrare con posizioni lunghe su valute ciclicamente sensibili come il dollaro australiano, neozelandese e la corona svedese. È probabile che nei prossimi mesi i dati economici saranno negativi, il che significa che i beni rifugio offriranno nuovamente un considerevole risk reward”.

In particolare, continua Kinsella, il cambio USD/JPY èdestinato a scendere a livelli intorno ai 95 nel medio termine e se e quando la Federal Reserve statunitense annuncerà ulteriori misure, si prevede che il dollaro USA si svaluterà materialmente. In questo scenario, i prezzi dell’oro hanno recentemente dimostrato una maggiore volatilità, riflettendo il posizionamento unilaterale (e a leva finanziaria) degli investitori. Le coperture in oro però non hanno funzionato come fanno di solito. Tuttavia, conclude Kinsella, riteniamo che i prezzi riflettano semplicemente il fatto che gli investitori stanno vendendo posizioni performanti per finanziare le richieste di margine delle posizioni sottoperformanti (azioni).

Poiché le banche centrali stanno considerano politiche decisamente non convenzionali, secondo Kinsella, l’oro offrirà una protezione dal rischio di coda per la maggior parte dei portafogli e nel lungo termine, i rendimenti reali statunitensi più bassi implicano che le prospettive per l’oro rimarranno ampiamente positive.

 

(News a cura di Alessandra Capparello)